Napolitudine – Il complesso monumentale di San Giovanni a Carbonara (NA)

Il complesso monumentale di San Giovanni prende l’appellativo di Carbonara dal toponimo Carbonarius Cabonetum, il quale nell’alto Medioevo fu utilizzato per indicare questa zona come luogo di discarica cittadina del carbone. Bonificata nel XIII secolo qui si tennero numerosi tornei descritti anche dal Petrarca.

Cappella caracciolo del sole – Foto da Wikipedia

La sua fondazione si deve al nobile Gualtiero Galeota, che nel XIV secolo donò questo terreno all’ordine degli Agostiniani i quali costruirono qui chiesa e convento.

La chiesa subì le prime trasformazioni nel 1400 per volere di Ladislao di Durazzo, figlio di re Carlo III d’Angiò Durazzo e dal quel momento divenne il pantheon degli ultimi sovrani D’Angiò.

Oggi scrigno d’arte che unisce diverse epoche storiche dal medioevo al rinascimento fino ad arrivare al settecento con la monumentale scala Sanfeliciana a doppia rampa.

La scenografica facciata dipinta di giallo, che a prima vista appare unitaria, è frutto di diversi cambiamenti avvenuti nel corso dei secoli e quello che nella parte superiore sembra esserne il portale d’ingresso in stile gotico, non è altro che la porta che conduce alla cappella di Santa Monica, poiché alla chiesa si accede da un ingresso laterale mentre il vecchio accesso alla chiesa, fu distrutto per fare spazio alla Cappella Di Somma. Tra le due ali della scalinata in piperno sorge la chiesa della Consolazione che insieme alla cappella di Somma formano un armonico prospetto.

L’interno della chiesa di San Giovanni a Carbonara presenta una pianta a croce latina, un’unica austera navata rettangolare con volta a capriate lignee. Sono presenti sette cappelle di cui cinque sulla navata, la cappella di Somma nella controfacciata e nella zona absidale la Cappella Caracciolo del Sole e quella dei Caracciolo di Vico.

Cappella di Somma – Foto da fondoambiente.it
Particolare affresco cappella caracciolo del sole – Foto da Wikipedia

Percorrendo la navata, ciò che colpisce è il grandioso monumento funebre a re Ladislao di Durazzo, fatto erigere dalla sorella Giovanna II e sulla cui sommità vi è una inconsueta scultura del re a cavallo in vesti di cavaliere e con una spada sguainata, egli fu scomunicato e si racconta vivesse con la paura di subire una morte per avvelenamento e che il suo nocchiere avesse il compito si assaggiare tutto quello che era servito al sovrano prima di poterlo consumare.

Monumento ladislao di Durazzo – Foto da comunedinapoli.it

Il monumento funebre oltre ad occupare la parte centrale dell’abside, nasconde dietro la sua grande mole, il passaggio che conduce alla Cappella Caracciolo del Sole, annunciata dalla luce proveniente dall’ingresso. La cappella di forme circolari, è pavimentata in maioliche del XVI secolo e le pareti sono divise in 8 parti da colonne gotiche che sorreggono la cupola a tutto sesto. Il ciclo di affreschi con le storie di eremiti agostiniani e storie tratte dal nuovo testamento, risalgono al XV sec. Il sepolcro di Giovanni Caracciolo del Sole, amante della regina e Gran Siniscalco, è un grandioso monumento diviso i più ordini e sorretto da 5 virtù e con figure di guerrieri armati e lo stemma della casata.

A sinistra del presbiterio sorge un’altra grande cappella quella della famiglia Caracciolo di Vico. A pianta circolare e l’interno scompartito da otto colonne binate, rappresenta un tipico esempio rinascimentale. Il progetto della cappella fu attribuito a Bramante per il disegno o a Giovan Tommaso Malvito, e a Bartolomè Ordoñez e De Siloe la prima fase dei lavori.

Ritornati all’interno della chiesa, sulla controfacciata si apre la cappella di Somma che occupa il posto dove un tempo sorgeva l’ingresso principale della chiesa, qui 12 colonne corinzie dividono le pareti in riquadri e su di una di esse è ospitato il sepolcro di Scipione di Somma, consigliere di Carlo V.

Ancora altri due monumenti decorano la navata della chiesa, il monumentale sepolcro Miroballo opera di scultori lombardi e la cappella Recco detta del presepe poiché in origine ospitava un presepe quattrocentesco.

Separata dalla chiesa principale di san Giovanni a Carbonara è la Cappella Seripando di patronato di Geronimo Seripando, vescovo di Salerno e soprannominata del crocifisso per la presenza di una crocifissione di Giorgio Vasari.

Alle spalle della chiesa di San Giovanni il convento agostiniano seguì le stesse vicissitudini della chiesa e subì diversi cambiamenti durante i secoli, con la formazione della biblioteca e di altri due chiostri monumentali.

Vi aspetto per scoprire insieme questa e altre meraviglie di Napoli!


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Ciao, sono Roberta Paparo, guida turistica della Regione Campania dal 2011 e laureata in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali. Amo il mio lavoro perché adoro la mia terra e tutto ciò che di bello ha da offrire.
Lavorare come Guida mi dà al possibilità di studiare e scoprire aspetti sempre nuovi ed interessanti del territorio campano, dalle bellezze storico-artistiche a quelle del paesaggio, dalle tradizioni popolari e folkloriche alle leggende e ai miti, rinnovando le mie conoscenze e visitando luoghi diversi ogni giorno.
Inoltre, amo anche l’arte a 360°, dalle arti figurative al teatro, dalla danza alla musica. Proprio per questo, recito  nella compagnia teatrale amatoriale “Gli ardisti” da oltre 20 anni ed ho partecipato a diversi laboratori teatrali che mi hanno aiutata anche nell’approcciarmi in modo diverso rispetto ad una semplice visita guidata, cercando di coinvolgere i turisti in una esperienza che gli permetta di essere protagonisti e non passivi ascoltatori, con la speranza che tornando a casa possano portare con sé un po’ di Napoli nel cuore.

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