In tutto il mondo è conosciuto il Carnevale di Rio de Janeiro, con le sue musiche e i suoi colori, arriva in ogni casa tramite le trasmissioni televisive; conosciuto quasi in tutto il mondo è anche il carnevale di Venezia, noto per le sue maschere eleganti che ricordano un po’ anche le opere teatrali.
Ma in quanti conoscono il carnevale di Putignano?
Putignano è un comune della provincia di Bari che si trova nell’entroterra della Murgia pugliese, ha un centro storico tipico della zona con vicoli bianchi e stretti.
La città col tempo è divenuta famosa proprio per il suo carnevale, ma perché è così importante?
Il carnevale di Putignano è un patrimonio dall’alto valore storico, culturale e sociale, ricco di riti e tradizioni secolari; infatti, è tra i più antichi del mondo.
La data a cui vengono fatte risalire le origini del Carnevale di Putignano è il 1394, quando per proteggere dalle razzie che stava subendo la costa pugliese vennero trasferite le reliquie di Santo Stefano Promartire dall’abbazia di Monopoli nella chiesa di Santa Maria La Greca a Putignano, perché l’entroterra era più sicuro.
La traslazione delle reliquie all’interno di questa chiesa avviene esattamente il 26 dicembre del 1394.
La storia tramanda che i contadini di Putignano impegnati nell’innesto delle viti con la tecnica della propaggine, il 26 dicembre, al passaggio della processione abbandonassero il lavoro per accodarsi al corteo, ballando, cantando e improvvisando canti in vernacolo.
È proprio così che nasce la festa delle propaggini, che da ormai 629 anni ogni 26 dicembre segna l’inizio del Carnevale di Putignano, uno tra i più lunghi d’Europa.

Ed è proprio dal giorno di Santo Stefano fino al Martedì Grasso che si susseguono riti, tradizioni, sfilate, e così via.
Un’altra festività che segna l’avvicinamento del Carnevale è il 17 gennaio che coincide con Sant’Antonio Abate. È a partire da questo giorno che il susseguirsi delle settimane verso il Carnevale sono segnate dai giovedì.
Cosa succede ogni giovedì?
Domenico Santoro è un barbiere divenuto memoria storica per Putignano, poiché di giorno fa il suo lavoro ma i giovedì di carnevale trasforma la sua bottega in “juso” – una sala da ballo dove il popolo si ritrova per festeggiare.
La bottega di Domenico è solo uno dei maggiori esempi, ma sono tantissime le botteghe che la notte dei giovedì di Carnevale si trasformano.
È così che di giovedì in giovedì si arriva al Martedì Grasso che corrisponde al giorno di chiusura del Carnevale con un gran finale in notturna con i 365 rintocchi della Campana dei Maccheroni – un’enorme campana di cartapesta che segnala l’ultima ora prima della fine dei festeggiamenti e l’inizio della Quaresima.

Il Martedì Grasso segna ufficialmente la fine del Carnevale, ma alla vigilia dell’ultimo giorno c’è ancora un evento da segnalare: un corteo di figuranti in vesti sacerdotali impartisce l’estrema unzione al Carnevale poiché in fin di vita.
Si arriva così alla sera del martedì con una processione funeraria che segue l’estinto: un maiale in cartapesta, simbolo del periodo di eccessi e segna il passaggio dal periodo di baldoria e ricco di festeggiamenti al nuovo clima di austerità a cui si va incontro.
Al termine di questo “funerale” il maiale viene bruciate identificativo di un gesto purificatorio, lasciando solo cenere a simboleggiare l’imminente periodo quaresimale.

È importante sapere la storia del Carnevale di Putignano, ma non solo questo.
Tra gli altri aspetti caratterizzanti vi è l’importanza della cartapesta, che da ormai decine e decine di anni, permette la realizzazione di carri allegorici, maschere di carattere.
È a partire dagli anni ’50 che c’è stato il vero trionfo della cartapesta con l’introduzione di molte tecniche lavorative. Prima venivano realizzati dei carretti con pupazzi di paglia e stracci, oggi invece i carri allegorici di Putignano sono delle vere e proprie opere d’arte realizzate dai “maestri cartapestai”.
Ogni maestro cartapestaio, circa 4 mesi prima dell’evento deve presentare alla Fondazione del Carnevale di Putignano una bozza del carro che sfilerà lungo le strade della città e una scheda dove viene descritto il tema rappresentato e i dati tecnici sulla parte meccanica.
È all’interno di storici e affascinanti laboratori – capannoni – che prendono vita i carri allegorici del Carnevale Putignanese. Luoghi che accompagnano la realizzazione dal momento dell’idea, all’incrocio di carta, ferro, colori, argilla, al progetto, e alla creazione.

Oltre i carri allegorici, tra le strade della città, sfilano tante maschere e gruppi mascherati.
E se Pantalone è la maschera veneziana per eccellenza, siete curiosi di sapere qual è la maschera putignanese?
FARINELLA.
Il nome deriva da uno dei piatti tipici della cucina putignanese, una farina finissima ottenuta da ceci e orzo abbrustoliti e poi tritati fino a diventare una farina. Era un alimento povero, semplice e sostanzioso che non mancava mai dalla tavola dei cittadini.
Farinella, la prima versione della maschera, viene rappresentato come un ubriacone con l’unica caratteristica particolare di essere molto povero.
Negli anni ’50 viene richiesta una nuova versione della maschera, realizzata da Mimmo Castellano: il nuovo Farinella è un incrocio tra Arlecchino e il Jolly delle carte da gioco, ha dunque un abito con delle toppe tutte colorate, un gonnellino rosso e blu (ovvero i colori della città) e un cappello a tre punte con dei campanelli, simbolo dei tre colli su cui sorge la città.
Del vecchio Farinella restano solo il volto arzillo e il naso rosso.

La maschera incarna alla perfezione il carattere dei putignanesi: provocatori, ironici, innamorati della vita, del buon bere e del buon mangiare, orgogliosi della propria terra e del proprio dialetto. Farinella, è il simbolo di una festa che dura tutto l’anno e racchiude allegria, riflessione, malinconia, gioia ed eccesso.
Se vi siete incuriositi abbastanza, avete ancora un po’ di tempo di fare un salto a Putignano e prendere parte alla 629^ edizione del Carnevale 2023.
Il programma di questa nuova edizione, tanto attesa dopo i due anni di stop dovuti alla pandemia, è ricco di eventi e ospiti, e il tema principale è quello delle fiabe.
Tra tutti, Mara Venier sarà la madrina del Carnevale, ci saranno Dargen D’Amico, Geolier e Margherita Vicario in concerto, ci sarà uno spettacolo con Angelo Duro, cliccando su questo link troverete il programma completo
https://www.carnevalediputignano.it/home/#
Avete ancora l’opportunità di assistere a uno dei giovedì nei “josr”; infatti, il 16 febbraio si terrà il giovedì degli uomini sposati e il taglio delle corna; o all’estrema unzione del carnevale nel suo ultimo giorno di vita, il martedì grasso.
Se per quest’anno non riuscirete a raggiungere Putignano, allora tenetevi pronti per la 630^ edizione nel 2024!

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MARIA JOSE’ ROCHIRA
Ciao, sono Maria José, sono residente a Castellaneta (un borgo in provincia di Taranto) ma domiciliata nel mondo! Ho vissuto a Madrid, Londra, Stoccolma e Cordoba, per il momento vivo nella città più bella del mondo: Napoli.
Ho una laurea magistrale in Management del turismo e dei beni culturali, amo viaggiare e scoprire posti e culture nuove, ma soprattutto mi piace scoprire e assaggiare i cibi tipici di ogni posto che visito.
Sono qui per farvi conoscere la mia puglia, sia dal punto di vista territoriale che gastronomico. Per altre curiosità non esitare a contattarmi!