Il cielo sopra Berlino – itinerario emozionale

Dalla Nuova stazione al Monumento alle vittime dell’Olocausto

Itinerario emozionale sulle ali di un’araba fenice, tra gli enormi spazi di un centro città che sfugge.

Benvenuti a Berlino!

Mi piace, quando è possibile, dare appuntamento ai miei ospiti, nella grande stazione centrale, Hauptbahnof davanti alla grande vetrata rivolta verso Washington Platz.

Lì incominciamo a raccontare e a provare a spiegare quanto è speciale Berlino, quanto si sottrae a tante spiegazioni troppo semplici

Spesso, quando si incomincia a girare la città da soli, si scorge negli occhi dei visitatori un senso di smarrimento e spesso anche un po’ di delusione: „ ma non c’è mai nessuno per strada “?  „ ma è sempre così fredda, grigia, anonima, ordinata, pulita? “Sì. A volte è così, ma a volte è tutto il contrario, ed altre volte è ancora altro. Cambia sempre, anche a distanza di pochi metri e di pochi minuti, sfugge. Non la si capisce, si nasconde. Il visitatore spesso gira a vuoto, alla ricerca di un centro città, di una piazza centrale, di un’isola pedonale, e non la trova.

Decenni di distruzioni, sovrapposizioni, di violenze e poteri, voglia di ricominciare daccapo, hanno sventrato il centro della città, lasciando vuoti enormi e contrasti incredibili.

Antico e ultramoderno, spazi raccolti e spazi infiniti, a pochi passi l’uno dall´ altro.

Queste sensazioni si avvertono specialmente nei luoghi dove passava il muro, che per decenni ha creato due periferie, che ora tornano ad essere centro, e proprio lì dietro, a pochi metri dalla nuova stazione, correva il muro.

Già la vetrata della stazione, appare allora come una cartolina di ingresso alla metropoli, proiettando chi ci arriva in una dimensione urbana unica, orizzonti e spazi infiniti.

Guardatevi intorno: fino a perdita d’occhio, il novanta per cento di quello che vedete, fino a venti anni fa non esisteva. Chiudete gli occhi ed immaginatevi una immensa distesa di sabbia, nel pieno cuore della città.

E si parte, arrivando in pochi metri sulla sponda del fiume Spree, con edifici nuovissimi, degli ultimi 5 anni, primo tra tutti il ”Cube”, un grande cubo di vetro blu trasparente.

Appena attraversato il fiume, si entra nel quartiere governativo, con gli enormi edifici per gli uffici parlamentari, la cancelleria, il grande cubo di cemento bianco che i berlinesi chiamano grande lavatrice ed il Reichstag, il maestoso edificio del Parlamento   tedesco.

Lì, sul grandioso prato di fronte al parlamento, raccontiamo la sua storia così densa di avvenimenti: la rivoluzione del 1918, gli anni d’oro della Repubblica di Weimar, l’incendio del Febbraio del 1933, il buio del periodo nazista, la liberazione, con la foto celebre del soldato russo con la sua bandiera sulle sue rovine, il 30 Aprile del 45. E poi la divisione, il muro che lo lascia ad ovest per pochi metri, e la rinascita dalle sue ceneri, con la nuova cupola, la trasparenza della nuova democrazia, dove il popolo tedesco cammina sopra le teste dei suoi parlamentari.

Pochi passi ancora, e si attraversa la linea del muro e dopo pochi metri, si entra in un altro mondo, dove gli spazi infiniti all’improvviso si racchiudono. Siamo nella Pariser Platz e davanti a noi, il simbolo massimo di tutta la nazione, la Porta di Brandeburgo.

I quattro cavalli del carro vittorioso della Dea Vittoria, ne hanno viste di storie da lassù.

Prima rapiti e portati a Parigi da Napoleone, poi ritornati ed assunti a simbolo della nazione.

Poi, costretti a veder passare sotto di loro le truppe delle SS con il loro carico di terrore, e poi, alle loro spalle, il muro, ed infine la sua caduta e la riunificazione.

Attraversando il nuovo edificio della Accademia delle Arti, ci proiettiamo davanti ad un altro luogo simbolo della nuova Berlino, l’immenso labirinto di steli del Monumento alle vittime dell’Olocausto.

Ci troviamo probabilmente nel luogo più denso di emozioni di tutta la città.

Non è raro che mentre provo a comunicare le tante emozioni che si nascondono lì dentro, qualche lacrima appare tra chi mi ascolta.

Ma non c’è poi tanto da spiegare. È arrivato il momento di separarci. Lì dentro bisogna entrarci da soli, disperdersi. Il più soli possibile. Attraversare paure, schiamazzi dei ragazzi che giocano a nascondino, la dispersione di tante strade diverse.

Poi però, non ci si può perdere. Dopo l’abisso c´è la speranza. E già in lontananza appaiono le sagome della modernità, con gli incredibili edifici della Potsdamer Platz, l’araba fenice, il mito della nuova Berlino.

Ma questo luogo ha bisogno di nuovi racconti più lunghi e dettagliati. Seguitemi sul blog nelle prossime puntate di questo viaggio, e lo scopriremo insieme!


Vorresti organizzare una visita guidata qui?

Clicca qui e compila il form: selezioneremo per te la giusta Guida turistica, escursionistica o esperienziale che possa accompagnarti alla scoperta del territorio secondo le tue preferenze e il tuo budget!

Seguici sui canali social per non perdere novità, eventi, consigli e idee per il tuo tempo libero:


Guten Tag, sono Luca Cittadini, napoletano, a Berlino da 26 anni!
Già prima di venire a vivere qui, sognavo di lavorare come guida turistica nella mia meravigliosa Napoli dove sono nato ed ho vissuto fino al mio trentesimo anno di età. Poi, il destino, sotto forma di studentessa berlinese approdata a Napoli, mi ha portato qui ed il mio sogno di diventare guida si è spostato di latitudine. Guido da ormai 24 anni turisti italiani a Berlino portandomi dentro tante cose della mia Napoli.
Empatia, passione, emozioni forti sono il sale per un Napoletano, ma una città come Berlino, è fondamentale raccontarla proprio così, anche perché, se a prima vista può sembrare agli antipodi, in verità invece, presenta molti punti in comune che scopriremo insieme in questa rubrica. A Napoli ho frequentato il liceo classico e poi la facoltà di scienze politiche all’Istituto Orientale. Parlo italiano, tedesco, portoghese, un po’ di russo, francese e spagnolo. Adoro viaggiare, scoprire le tante regioni disseminate in Europa, le tante culture popolari.
Adoro la storia di ogni paese, l’urbanistica, le dinamiche sociali e politiche. A Berlino mi ci trovo molto bene, nei momenti invernali di „apucundria “(nostalgia in napoletano), scappo con il primo volo, ma la mia vita qui è altrettanto piena di emozioni e continue scoperte. Abito con la mia famiglia in un quartiere di periferia con tanto verde e tanti giardini. Uno di questi giardini adesso è anche nostro e passiamo primavere ed estati tra fiori ed alberi di frutta, lontani dalla vita della metropoli.
Nel tempo libero mi piace molto presentarmi in rete, comunicando con i miei turisti attraverso tante foto, racconti, podcast, video, dirette online. Vi aspetto per scoprire insieme la città!

Rispondi