Libertà stilistica e pluralità di modelli

L’Annunciazione di Filippo Lippi, eseguita per un altare della basilica di San Lorenzo a Firenze, in origine era probabilmente divisa in due tavole, poi unite in corrispondenza del pilastro dipinto al centro: le due parti potevano quindi essere le ante di un mobile reliquiario o di un organo.
Non si conoscono le vicende della commissione del dipinto, ma la collocazione dovrebbe essere quella originale, in quella che all’epoca era detta cappella “degli Operai”. La pala viene datata al 1440 su base stilistica e secondo alcuni indizi, come la presenza delle Storie di san Nicola nella predella, che farebbe pensare a una commissione da parte di Niccolò Martelli, ricco cittadino che fu tra i finanziatori della ricostruzione basilicale di San Lorenzo all’epoca dei Medici. Forse la pala venne commissionata dai suoi figli, in sua memoria.
La scena rappresentata nell’Annunciazione di Filippo Lippi è in quadrata da una loggia in primo piano, affacciata su un giardino chiuso e ben coltivato, circondato da abitazioni in stile rinascimentale. Sullo sfondo, torri, campanili e mura merlate della città svettano verso il cielo primaverile, terso, appena solcato da nubi sottili. Sulla destra, la Vergine, in piedi, interrompe la lettura e all’annuncio dell’angelo si mostra turbata, come st a indicare la posizione delle mani.
La composizione è concepita secondo una prospettiva unitaria, in linea con la visione geometrica dello spazio introdotta da Masaccio. Ma Filippo si concede alcune licenze che incrinano la coerenza dell’insieme, con lo scopo di avvicinare l’immagine all’osservatore. Tale effetto deriva dal pavimento in primo piano lievemente ribaltato, cosicché i personaggi sembrano quasi in discesa e proiettati verso l’osservatore, verso il quale è rivolto anche lo sguardo del primo angelo a sinistra.
Le figure sono corporee, solide e dalle forme espanse. In particolare, i due angeli a sinistra richiamano i personaggi di Masaccio, dai volti larghi ed espressivi, dalle forme volumetriche e tangibili. Il gesto istintivo della Vergine che si ritrae, richiama l’Annunciazione di Donatello per l’altare Cavalcanti nella chiesa di Santa Croce a Firenze, verso il 1435. Ma se Donatello aveva eliminato ogni oggetto superfluo, Lippi si sofferma sui dettagli dell’ambientazione (la bottiglia di acqua che proietta la propria ombra, il leggio, il giardino con la pergola e la fontana) come appreso dai pittori fiamminghi.
L’interesse di Lippi per l’arte fiamminga è infatti spiccato e anche assai precoce rispetto agli artisti fiorentini del tempo. Nell’Annunciazione di San Lorenzo i legami con i pittori fiamminghi sono anche nella ricca simbologia che si cela nei dettagli e la cui presenza è solo apparentemente casuale.
La bottiglia d’acqua sul margine inferiore a destra, per esempio, allude al corpo della Vergine prescelto per il Verbo di divino incarnato, puro come il vetro trasparente. Il giardino sul retro della loggia è un altro attributi di Maria, in quanto allusione all’hortus conclusus gotico, cioè il giardino chiuso e perfetto, simbolo dell’Immacolata concezione.



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Alice Brivio
Una prima laurea in Scienze dei Beni culturali e una specializzazione in Storia e critica dell’arte. Convinta aspirante insegnante, milanese di nascita, amante di tutto ciò che è artistico!
La rubrica “Finestre sull’arte” nasce per raccontare e condividere con voi ciò che conosco su opere, artisti e correnti artistiche, raccontandole in brevi articoli di pochi minuti, come se fossero delle vere e proprie pillole da assumere una volta al giorno. Perciò, se siete interessati ad approfondire la vostra conoscenza su questi temi, date un’occhiata ai miei articoli sul blog!