La sede espositiva del Museo regionale di Scienze naturali Efisio Noussan si trova all’interno del fiabesco Castello di Saint-Pierre, a pochi km da Aosta, ed ospita un percorso espositivo che si sviluppa su 1.200 mq, distribuiti su 3 piani, 16 sale e 15 postazioni interattive. Le stanze sono una diversa dall’altra e l’allestimento, dotato di tecnologie moderne, permette al visitatore di scoprire ambienti naturali, ecosistemi e peculiarità della Valle d’Aosta.

Il castello
Collocato su uno sperone roccioso, il maniero regala una delle vedute più suggestive della Valle: il pittore inglese Willam Turner realizzò ben 5 schizzi e anche John Ruskin gli dedicò un disegno. Tra i più antichi della regione, la prima menzione ufficiale del “castro Sancto Petro” risale al 1191, all’interno della Charte des Franchises.
Durante i secoli subì numerose modifiche e l’aspetto attuale si deve ai lavori di restauro del 1881 ad opera del nuovo proprietario, l’avvocato Federico Bollati, sotto la direzione dell’ingegnere canavesano Camillo Boggio che si lasciò ispirare dai castelli della valle del Reno: lo stile neogotico eclettico, con le 4 torrette agli angoli della torre centrale, trasformò così la struttura in un’autentica icona del Medioevo feudale valdostano.
Nei primi anni Duemila l’Amministrazione regionale ha avviato il progetto di restauro e risanamento conservativo del maniero e di riallestimento del museo istituito nel 1985.

Il museo
La storia del Museo regionale delle Scienze naturali comincia nel 1905 quando la Société de la Flore Valdôtaine (fondata nel 1858 da un gruppo di naturalisti valdostani guidati dal canonico Georges Carrel) fondò un museo privato di raccolte botaniche, erbari, campioni di minerali e reperti animali. I cosiddetti Abbés savants – quella parte del clero valdostano che si dedicò con passione allo studio delle scienze, della storia, della cultura, della botanica e della geografia della Valle d’Aosta tra il XIX e il XX secolo – diedero un forte impulso allo sviluppo dello studio e della divulgazione delle scienze naturali e proprio ad alcuni di loro si deve la nascita della Société e del museo stesso.

A seguito di varie trasformazioni e cambiamenti di sede, nel 1975 venne inaugurato il Museo della Société de la Flore Valdôtaine nella cappella di Saint-Laurent ad Aosta, ma a causa degli scavi archeologici, venne nuovamente trasferito, questa volta nel Castello di Saint-Pierre, che aprì al pubblico il 1° giugno 1985. Nel 2008 sono cominciati gli importanti interventi di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza, il restauro degli elementi pittorici e il rinnovamento strutturale, espositivo e funzionale del museo, individuando anche una sede operativa a La Salle che ospita i depositi delle collezioni, i laboratori specializzati e la biblioteca scientifica.
Le sale espositive
L’itinerario museale intende coinvolgere i visitatori attraverso modalità interattive, esperienziali ed emozionali, contenuti di rigore scientifico e tecnologie avanzate per valorizzare e raccontare la ricchezza biologica e ambientale della regione, tra tradizione e modernità. Si comincia il percorso dalla “Sala degli stemmi” (o Stanza del trono), interamente dedicata alla storia del Castello, agli scavi archeologici e agli stemmi delle famiglie: all’allestimento in stile neogotico si affianca una postazione multimediale touch che permette di ripercorrere le fase di ricostruzione del maniero e la successione delle casate. Le decorazioni del soffitto a cassettoni in legno e delle pareti sono state realizzate dai fratelli Artari, pittori di Verrès della seconda metà del XIX secolo: è possibile notare una decorazione a finto damasco con la corona baronale e il motto “en avant”, mentre il fregio presenta ben 37 stemmi delle famiglie nobili valdostane.


È inoltre presente una splendida bussola d’ingresso realizzata dallo scultore Giovanni Comoletti. La “Sala delle differenze – dai vigneti al Polo Nord” illustra l’elevata biodiversità della regione, testimoniata dalle molteplici specie animali e vegetali ospitate nel raggio di pochi chilometri: dagli ulivi della bassa Valle ai ghiacciai del Monte Bianco si compie un viaggio simile a quello che dal Mar Mediterraneo porta a Capo Nord! La “Sala del tempo – il vecchio museo di scienze naturali” è il cuore dello storico museo e narra, attraverso le vetrine, la sua storia fino ai giorni nostri. Pensate che le collezioni entomologiche contano oltre 8.800 esemplari, mentre quelle dei vertebrati 828 tra cui la lince, il lupo appenninico, l’orso bruno (di provenienza valdostana!) e il gipeto.


La “Sala delle rocce – le pietre raccontano” vuole dimostrare che la bellezza e il carattere delle montagne dipendono dai materiali di cui sono fatte: dal granito del Monte Bianco allo gneiss del Gran Paradiso, dalle linee svettanti del Cervino alle forme dolomitiche delle Cime Bianche. La geologia viene raccontata attraverso campioni di rocce, immagini di vette, cartografie geologiche e interviste con approfondimenti sui suoli. La quinta stanza è interamente dedicata alle miniere della Valle d’Aosta (Cogne, La Thuile, Saint-Marcel e Brusson): la piccola saletta ipogea con volta a botte ripropone una discesa dentro la montagna dove, attraverso reperti e filmati d’epoca, si possono rivivere quei momenti di vita industriale che hanno coinvolto numerosi valdostani nei secoli passati.
La “Sala dei versanti – il diritto e il rovescio” illustra la differenza tra l’adret (versante esposto al sole) e l’envers (in ombra) con le relative influenze sulle coltivazioni, gli ecosistemi, le specie vegetali e animali e persino sull’umore degli abitanti. La “Sala degli Abbés savants – gli occhi della fede e della scienza” è dedicata ai preti scienziati che hanno animato la vita intellettuale e scientifica della regione tra ‘800 e ‘900 tra studio, ricerca e divulgazione. La “Sala Noussan”, in memoria del fondatore del museo, ospita un video dedicato al poliedrico e appassionato collezionista. La “Sala dell’acqua – la forza creatrice” comprende tutte le sue forme (ghiacciai, sorgenti d’alta quota, laghi alpini, cascate, torbiere, paludi, torrenti, stagni…) che modellano il paesaggio portando la vita e, talvolta, anche la distruzione.
La “Sala della foresta – la vita segreta” propone al visitatore una breve passeggiata notturna in un bosco, accompagnata da versi di uccelli e mammiferi, fruscii del vento, ombre misteriose e suoni primordiali, permettendo di scoprire i diversi tipi di alberi, i loro abitanti e la loro distribuzione sul territorio… a grandezza naturale! La “Sala della vertigine – gli abitatori del vuoto” illustra l’adattamento delle varie specie animali e vegetali alla vita in verticale, uomo compreso, che “conquista” il vuoto con opere viarie, terrazzamenti e villaggi sospesi. Nella “Sala della prateria – le 4 stagioni” si possono osservare i cambiamenti imposti dal trascorrere del tempo: verde in estate e bianca in inverno, la prateria scandisce la ritualità delle stagioni alpine.


La “Sala del gelo – ghiaccio vivo” è dedicata ai ghiacciai e agli effetti dei cambiamenti climatici: essi costituiscono la principale attrattiva turistica della Valle, sono un laboratorio di scoperte scientifiche, nonché palestra d’alpinismo, agenti modellatori del paesaggio, importanti indicatori ambientali e insostituibili riserve d’acqua. Una volta usciti dalla stanza vi ritroverete all’interno dello splendido viret del castello, la scala a chiocciola in pietra decorata con motivi geometrici, che vi porterà alla “Sala delle emozioni” che conclude l’esperienza di visita regalando un viaggio virtuale tra panorami spettacolari e coinvolgenti: provate a sdraiarvi a terra lasciandovi attraversare dalle immagini permettendovi di immergervi nella stravolgente bellezza della natura della Valle d’Aosta.

Il portale online permette di consultare le banche dati di tutte le collezioni ottenendo una visualizzazione ad alta risoluzione, dando la possibilità a tutti gli interessati di fruire della cultura scientifica e naturalistica contenuta nelle mura del museo-castello.
E dopo tutta questa cultura, ci vuole un buon bicchiere di vino! Dato che ci troviamo a Saint-Pierre, vi consiglio di visitare la piccola cantina “Di Barrò” e degustare i loro ottimi vini: in estate organizzano anche delle cene in vigna assolutamente da non perdere! Provare per credere!


Bibliografia: “Il Museo regionale di Scienze naturali Efisio Noussan – Guida alla visita”
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CATERINA PIZZATO
Ciao a tutti, mi chiamo Caterina e sono giornalista, accompagnatrice turistica e guida museale. Nel tempo libero mi dedico alle altre mie passioni: l’arte, i viaggi e la promozione della mia amata regione, la Valle d’Aosta, un piccolo scrigno tutto da scoprire! Seguite i miei consigli per conoscere le curiosità e le meraviglie custodite tra le montagne più alte d’Europa. Siete pronti a partire?