Primavera nel bosco

In questi ultimi anni si parla molto di quanto faccia bene camminare in natura, sia per il corpo che per la mente. Una passeggiata in natura aumenta le difese immunitarie, abbassa la pressione, migliora l’umore, stimola le funzioni cardiorespiratorie,  migliora le funzioni cerebrali come la memoria e l’attenzione e tanto altro ancora.

Dopo un freddo e grigio inverno, i primi raggi di un sole tiepido sono già in grado di mettere in moto il migliore spettacolo che la natura può offrire ai nostri occhi: l’arrivo della primavera.

Il Parco Lombardo della Valle del Ticino è ricco di boschi molto belli da visitare. I suoi boschi costituiscono l’ultima e la più importante area forestale della Pianura Padana. Con i suoi 110 km di lunghezza, dalla provincia di Varese a quella di Pavia, e una superficie boscata di circa 20.000 ettari, la valle del fiume Ticino offre la possibilità di moltissime escursioni.

Alla fine dell’articolo troverete un breve elenco dei luoghi più suggestivi da visitare in primavera per vedere le fioriture; tuttavia, per apprezzare ancora di più quello il bosco offre in questa stagione può essere utile una piccola guida per imparare a riconoscere i fiori.

Iniziamo questo viaggio nella primavera con alcune piante eliofile. Questa parola è composta dal nome greco Hélios, sole, e da filèin, amare, quindi “amante del sole”.

Le piante eliofile sono tutti quei vegetali, che si avvantaggiano di un’esposizione diretta alla luce del sole.

In particolare, sono eliofili tutti i fiori che vediamo nel sottobosco prima che spuntino le foglie sugli alberi e facciano loro ombra.

Colombina Cava

Corydalis cava, più conosciuta come Colombina Cava, è una pianta erbacea perenne e spontanea diffusa in quasi tutta Italia nei terreni incolti, ai margini delle siepi e nei boschi di latifoglie.

Durante l’inverno la pianta sta sottoterra e le gemme rimangono nel bulbo, per poi spuntare alla fine dell’inverno/inizio della primavera, quando la temperatura si fa più mite. Il colore della sua corolla va dal bianco, al rosa, fino al violetto.

Pervinca

Le pervinche sono piccoli fiori a cinque petali che all’inizio della primavera sbucano nel sottobosco, ma le possiamo trovare tranquillamente anche più avanti soprattutto in zone dove penetra un po’ di luce. Formano dei veri e propri tappeti fioriti nel bosco con il loro bel colore celeste-violetto, un colore che viene definito proprio “color pervinca”.

Nel linguaggio dei fiori la pervinca è associata al concetto di amicizia e amore, in particolare indica la fedeltà nei rapporti; infatti questi fiori crescono e si sviluppano anche in contesti difficili, sapendosi adattare, come la forza dell’amore che si mantiene salda anche quando gli eventi sembrano avversi.

Dente di Cane

Erythronium dens-canis, questo fiore si chiama così perché il bulbo ha una forma acuminata che ricorda il dente di un cane, un nome poco romantico per un fiore molto bello, uno dei primi a spuntare nel bosco.

La pianta è alta 10/15 centimetri, ha solo due foglie alla base ma sono molto particolari: sono macchiate di verde chiaro e bruno scuro.

Il fiore si trova in cima ad un sottilissimo stelo, è pendulo e i tepali cono ripiegati all’insù (più o meno come quelli dei ciclamini). Lo troviamo nei colori violetto, rosa o bianco.

Alla fine della primavera perde le foglie ed entra in riposo fino alla fine dell’inverno dell’anno successivo, resistendo così sia al caldo che al freddo eccessivo.

Campanellino

Il suo nome scientifico, Leucojum vernum, ci racconta che questo fiore è leukos (bianco) e profuma di ion (viola), mentre vernum si riferisce al periodo della fioritura fra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera.

E’ una pianta provvista di bulbo, dal quale nascono foglie e fiori nuovi ogni anno. La sua corolla sembra proprio un campanellino bianco, punteggiato di verde.

Anemone dei Boschi

Sono fiori discreti, che amano i terreni freschi e si diffondono facilmente nei boschi, loro habitat naturale, che in primavera è luogo luminoso senza essere troppo esposto, dove formano folti tappeti fioriti. Viene chiamato «fiore del vento», per via delle fragili corolle che si agitano al minimo soffio di vento.

Sigillo di Salomone

Andando nei boschi in primavera è facile imbattersi in questa strana pianta dal nome ancor più strano: si chiama Sigillo di Salomone (Polygonatum)

Il suo nome popolare deriva dalle cicatrici circolari, somiglianti ad un sigillo, che la pianta morendo lascia sul rizoma nodoso (Il rizoma è una modificazione del fusto delle piante erbacee con funzione di riserva).

Anche il suo nome scientifico ha un significato curioso: deriva da un termine del greco antico che significa “molte ginocchia” e si riferisce anche lui alla forma del rizona. Infatti la pianta viene anche chiamata “ginocchietto”.

Mughetto

I mughetti fioriscono all’inizio di maggio e, con il loro profumo inconfondibile, sono uno dei fiori primaverili per eccellenza.

Ma non fatevi ingannare! Nonostante l’aspetto così puro ed innocente, il mughetto è una pianta velenosa in tutte le sue parti.

Nelle leggende nordiche il Mughetto è il fiore delle fate e i suoi campanellini sono le coppe da cui bevono.

Per immergersi nella primavera con una passeggiata nel Parco Lombardo del Ticino:

  • Riserva Naturale la Fagiana a Pontevecchio di Magenta (Mi): il fiore all’occhiello del Parco Ticino. Ne abbiamo parlato proprio qui su Posti e Pasti: https://postiepasti.com/2022/02/27/lombardia-milano-ticino-riserva-naturale-fagiana-pontevecchio/
  • La brughiera di Lonate Pozzolo: un paesaggio davvero unico e particolare dove potrete trovare una parte di bosco e una parte con una rarissima brughiera. Anche questo argomento era stato trattato qui su Posti e Pasti: https://postiepasti.com/2022/05/06/i-colori-della-brughiera-natura/
  • La Lanca di Bernate (Mi): un’area naturalistica di grande valore in cui il fiume Ticino ha formato una lanca (ansa abbandonata dalla corrente) dando vita ad un ambiente ricco di specie;
  • Centro Parco Geraci a Motta Visconti: un’area di circa 100 ettari di grande interesse naturalistico. Si trova in una zona golenale, dove il fiume occasionalmente esonda sommergendo una parte del territorio e creando una serie di ambienti diversi e ricchi di biodiversità.

Vi aspetto per scoprire insieme le bellezze naturalistiche lombarde!


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Ciao, mi chiamo Claudia Tramarin e sono una Guida Naturalistica ed Escursionistica del Parco Lombardo della Valle del Ticino. Sono nata e cresciuta in un paesaggio d’acqua, in un lembo di terra fortunata, stretta tra il Ticino e il Naviglio Grande. Scoprilo con me, con i miei occhi e con le mie parole: qui l’acqua ride e scorre insieme alle stagioni e al lavoro in campagna. I campi coltivati sono come tessere di un mosaico, verdi e gialle, separate dalle linee d’acqua dei fontanili. Poi arriva il bosco, silenzioso ma attento, e infine il fiume Ticino con la sua maestosità.
Io sono così: sono come tutte quelle tessere coltivate, come tutte le foglie del bosco, con i colori dell’estate e dell’autunno, diverse tra loro ma tenute insieme dall’esuberanza dell’acqua.
Il paesaggio in cui vivo mi ha resa simile a sé e per questo amo raccontarlo e farlo conoscere… come fa un cantastorie!

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