Piemonte da scoprire – Il borgo di Canelli (AT)

Canelli, situata in Valle Belbo, a cavallo tra le colline della Langa e quelle del Monferrato, è tra le cittadine più popolose della provincia di Asti di cui fa parte, superando i 10.000 abitanti.

Canelli è oggi rinomata nel mondo per la sua vocazione vitivinicola e, nello specifico, spumantiera: qui è nato lo spumante italiano prodotto col metodo classico, e qui si trovano ancora oggi le aziende storiche produttrici quali Bosca, Contratto, Coppo, Gancia.

La cittadina si estende nella sua parte moderna ai piedi della collina lungo il torrente Belbo; attraverso una via abbastanza ripida, ma molto pittoresca, si attraversa il centro storico di Villanuova per raggiungere la sommità della collina e ammirare il fantastico panorama che offre uno sguardo sulla cittadina e sulle dorate colline di moscato tutto intorno.

La nostra passeggiata può partire da Piazza Cavour caratterizzata dalla presenza di caffè e locali dove è possibile sorseggiare un tipico vino della zona, una bicchiere di Moscato di Canelli o di Asti Spumante. La piazza è dominata da un platano maestoso, risalente all’inizio del 1800.

Imboccando Via XX Settembre, dove fanno bella mostra di sé le vetrine di alcuni bei negozi di abbigliamento e di specialità locali, si raggiunge Piazza Amedeo di Aosta e si imbocca Via G. B. Giuliani, dedicata a Giovan Battista Giuliani, nato a Canelli nel 1808 e morto a Firenze nel 1884: dedicò praticamente tutta la sua esistenza al commento delle opere di Dante, tanto che a Firenze venne creata apposta per lui la cattedra dantesca presso l’Istituto di Studi Superiori di Firenze.

Lungo la via si affaccia la sede della storica azienda spumantiera Bosca, fondata da Pietro Bosca nel 1832; poco più avanti, si trova la sede dell’azienda Contratto, fondata nel 1867. Queste due aziende, così come quelle altrettanto storiche di Coppo e Gancia, sono caratterizzate dalla presenza delle cosiddette Cattedrali Sotterranee, riconosciute Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 2014, insieme ad altri territori vitivinicoli di Langhe, Monferrato e Roero.

Le Cattedrali Sotterranee sono vere e proprie gallerie scavate nella terra tufacea sotto la città di Canelli, raggiungendo anche una profondità di oltre 30 metri, lunghe chilometri: sono caratterizzate da una temperatura costante di 14-16 gradi in ogni stagione, ottimale per l’affinamento e la conservazione dello spumante ivi prodotto.

Lo spumante italiano metodo classico nasce infatti in questo angolo di Piemonte verso la metà del 1800, grazie all’esperienza e ai progressi in ambito vitivinicolo effettuati a partire dalla fine del 1700. Canelli, centro di coltivazione vitivinicola già in epoca romana, vede l’intensificazione della coltivazione del Moscato a partire dal XIII secolo e, nei secoli successivi, commercia le sue uve in molte zone del Piemonte. Dalla fine del 1700 innovazioni e miglioramenti in campo enologico favoriscono un imponente sviluppo di aziende vitivinicole capaci di esportare i loro vini al di fuori dei confini regionali prima e nazionali poi. Inoltre, grazie all’esperienza di alcuni produttori, quali Carlo Gancia, nasce nella metà del 1800 il primo spumante metodo classico italiano, che ancora oggi viene sapientemente prodotti e affinato nelle Cattedrali Sotterranee della cittadina. Ad esso si affianca lo spumante prodotto col metodo Charmat – Martinotti,  sviluppato a fine 1800 dall’enologo piemontese Federico Martinotti con un successivo apporto dell’enologo francese Charmat: in questo caso, la rifermentazione avviene in maniera controllata nelle autoclavi, a differenza dello spumante metodo classico in cui essa dura lunghi mesi e avviene nella bottiglia, ruotata sapientemente e regolarmente a mano dai pochi addetti ai lavori ancora capaci di dedicarsi a quella che può essere definita una vera e propria arte.

Non si può quindi visitare Canelli senza prenotare una visita a una della storiche aziende per immergersi nella storia dello spumante e nel fascino delle Cattedrali Sotterranee, dove milioni di bottiglie attendono di poter essere commercializzate al termine della lunga fermentazione e affinamento. E chiaramente d’obbligo è una degustazione di spumante presso una delle storiche aziende o uno dei tanti locali in centro Canelli.

Proseguendo la nostra passeggiata, sulla destra si imbocca una ripida stradina che conduce in Piazza San Tommaso, dove si possono ammirare le facciate della Chiesa parrocchiale di San Tommaso e, quasi dirimpetto, quella dell’Annunziata.

La Chiesa di San Tommaso risale addirittura al XII secolo, ma l’aspetto attuale è dovuto a rifacimenti consistenti avvenuti nel corso del 1600-1700. La semplice facciata ottocentesca è adornata da due affreschi raffiguranti il patrono San Tommaso e l’Assunta.  L’interno, a tre navate, mostra decorazioni e affreschi risalenti in buona parte al 1800-1900, ma anche alcune opere e tele di artisti settecenteschi. Tra le opere da ammirare possiamo ricordare le tele con l’”Immacolata” e quella con il “Transito di Giuseppe” del pittore canellese Giancarlo Aliberti, considerato il più grande pittore astigiano in epoca barocca; la tela dell’”Adorazione dei pastori” attribuita al pittore cheraschese Sebastiano Taricco; la tela della “Vergine Assunta con San Tommaso” di Carlo Gorzio, tutte opere collocabili tra fine XVII e XVIII secolo.

La chiesa dell’Annunziata venne fatta erigere a inizio 1700 dalla Confraternita dell’Annunziata, tra le più ricche dell’epoca, di cui facevano parte commercianti e famiglie agiate della città. Particolarità è che, a causa della pendenza del sito su cui l’edificio venne eretto, fu necessario raccordare la facciata col livello dell’abside attraverso un terrazzamento raggiungibile grazie ad una scalinata.

Si prosegue ora lungo la ripida Sternia, oggi Via Villanuova o anche…via degli Innamorati. Ma partiamo dal particolare nome che identifica questa tortuosa e antica via, oggi tra i simboli di Canelli. Sternia è un termine piemontese che indica un percorso pavimentato con pietre di Langa o ciottoli di fiume, arrotondati o posti a coltello in modo da non permettere alla neve di fermarsi troppo a lungo. In genere in salita, la Sternia si trova praticamente in tutti i paesi collinari, e gli animali da soma riuscivano a percorrerla puntando gli zoccoli tra le fughe delle pietre per fare presa durante il percorso.

Ma oggi perché Via degli Innamorati? Nel 1983 il famoso illustratore francese Raymond Peynet fu in visita a Canelli e, affascinato dalla ridente cittadina, le dedicò una formella con i suoi celebri Fidanzatini “Les amoureax”. Dal 2018 lungo l’odierna Via Villanuova sono collocate opere di artisti ispirate ai celebri innamorati di Peynet, da cui la nuova denominazione della via.

Essa culmina nel Belvedere Unesco, che offre un fantastico panorama, e dove gli innamorati di ogni età potranno simpaticamente incastonare su un pannello i tappi dello spumante coi i loro nomi, in ricordo del loro amore. Qui è stata recentemente collocata la Panchina Unesco, che caratterizza tutti i Belvedere dei siti Unesco come loro elemento unificante e riconoscibile.

Risalendo la Sternia lo sguardo è attratto dalle abitazioni ora costruite in pietra di Langa ora caratterizzate da colori accesi ancora più esaltati dai raggi del sole.

Si giunge quindi in Piazza San Leonardo dove, nuovamente, campeggiano due chiese: sulla destra notiamo la bella chiesa di San Rocco, ormai sconsacrata, ma molto pittoresca per il materiale costruttivo, la pietra di Langa. Di fronte si erge la più grande Chiesa di San Leonardo, nel cui interno si trovano ancora opere di Giancarlo Aliberti.

La via si inerpica ancora sulla sinistra per arrivare ai piedi del castello Gancia, proprietà privata dell’omonima famiglia. Si tratta di un edificio che nella sue forme attuali risale al periodo compreso tra fine 1600 e inizio 1900. Si trova sul sito dell’antico castello di Canelli, sorto probabilmente già nell’XI secolo a protezione di una delle tante vie commerciali che univano il Piemonte con i porti della Liguria quali Savona e Vado. Il castello subì attacchi e distruzioni nel corso dei secoli. In particolare fu smantellato a inizio 1600 dagli spagnoli durante la guerra di successione del Monferrato, dove Canelli si distinse per la strenua difesa del territorio, tanto da ottenere privilegi ed esenzione dalle tasse da parte dei Savoia, del cui ducato essa faceva parte.

Per chi ama camminare, consiglio di ritornare fino alla chiesa di San Leonardo e di proseguire quindi lungo la più ampia strada asfaltata in salita seguendo le indicazioni per Regione Santa Libera e Torre dei Contini. La strada si snoda tra belle abitazioni, vigneti di moscato in lieve pendenza fino alla Torre dei Contini, risalente al XVII secolo e costruita da una famiglia abbiente per il controllo del territorio. La torre è sempre accessibile e, risalendo una scala a chiocciola, se ne può raggiungere la sommità da cui ammirare uno dei più spettacolari panorami a 360° sulle colline di Langa e Monferrato e sulla catena alpina a perdita d’occhio.

Per completare la giornata, tornando sui propri passi e con l’ausilio dell’automobile, si può raggiungere la panchina gigante color giallo Moscato, ovviamente! Si trova su di un collina presso l’Agriturismo Tre Poggi, in direzione del paese di Loazzolo. Anche da qui vi spetta un bellissimo panorama e, accanto alla panchina, una sorpresa: un cannone antigrandine trasformato in…fioriera tra le vigne!

Vi aspetto per scoprire insieme questo magnifico territorio!


Mi chiamo Raffaella Bonetto, sono una Guida abilitata per il Basso Piemonte e lavoro principalmente con ospiti stranieri, per lo più di lingua tedesca. I miei tour toccano diversi aspetti: storico-culturale ed enogastronomico, per unire le eccellenze che il Piemonte sa offrire ai suoi visitatori. Amo la mia regione ricca di cittadine piene di arte e di storia; amo la tranquilla bellezza dei paesaggi delle colline del Monferrato e delle Langhe che invitano a rilassanti passeggiate immersi nella natura, nella cultura e nelle tradizioni.
Cerco di trasmettere ai miei ospiti questo amore con passione e professionalità, mostrando attenzione e sensibilità verso le esigenze di ognuno. Insieme scopriremo le sfaccettature più o meno note di un territorio variegato: dai bellissimi scorci panoramici alle prelibatezze gastronomiche, dai prodotti vitivinicoli conosciuti nel mondo ai paesi adagiati sulle colline con le loro curiosità Spero che ne sarete affascinati e che potrete  innamorarvi e appassionarvi al  Piemonte, portando con voi e trasmettendo a chi incontrerete le emozioni e le esperienze provate!

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