Palazzo Montereale Mantica a Pordenone

Il restauro e l’eleganza ritrovata

Passeggiando per il raffinato Corso Vittorio Emanuele del centro di Pordenone è possibile ammirare il bellissimo palazzo Montereale Mantica.

Esterno Palazzo Montereale Mantica e Corso Vittorio Emanuele con il Duomo

È utile innanzitutto dare qualche notizia sulla famiglia dei primi abitanti, ma probabilmente non fondatori del Palazzo, ovvero i Mantica.

Questi provenivano da Como e si stabilirono a Pordenone intorno al 1400, dopo aver lasciato la Lombardia ed essersi trasferiti al seguito dei Torriani, nel momento in cui questi ultimi vennero estromessi dai loro nemici Visconti.

Ben presto grazie alla loro importantissima attività mercantile, soprattutto con l’ambito tedesco, e al ricco patrimonio, i Mantica si inserirono tra le famiglie più in vista della città.

Riuscirono a mantenere sempre un ruolo da protagonisti, ricoprendo numerose cariche pubbliche ed inoltre nel 1447 vennero dal duca Alberto d’Austria, nominati tra le famiglie nobili insieme ai Ricchieri, Spelladi, Fontana, Gregoris, Franceschini, Popaite, Turra, Biscotti, Crescendolo, Rorai.

A suggellare anche a livello artistico la loro importanza, nel duomo cittadino di San Marco i Mantica fecero costruire l’omonima cappella e nel 1555, la tomba con i nomi di Sebastiano e della moglie Caterina.

Non sorprende quindi che tra due finestre del loro palazzo (Palazzo Ellero) compaia l’unico affresco accertato di Giovanni Antonio de’ Sacchis, detto il Pordenone, tra tutti quelli delle facciate dipinte nel principale corso cittadino.

Proseguendo con le vicende familiari che avranno indubbie ripercussioni anche a livello artistico, nel 1611 Giovanni Daniele Mantica di Princivalle, privo di figli maschi, nominò erede dei suoi beni il nipote Princivalle Montereale, figlio di Beatrice Mantica e di Orazio Montereale, con il legato di assumere il cognome di Montereale Mantica. Occorre sottolineare come insieme al patrimonio, Princivalle ereditò anche il palazzo del nonno.

Andando indietro cronologicamente nella storia di Palazzo Montereale Mantica, è certo che nel XVI secolo il ramo disceso da Giovanni Daniele di Pietro (morto nel 1512 a Venezia) occupasse l’edificio di nostro interesse.

Tornando a Princivalle, nel 1725 morì il figlio Giovanni Daniele e nel 1737 il nipote Gaetano.

Quest’ultimo aveva ereditato il palazzo Montereale Mantica e dopo la sua dipartita i discendenti si misero d’accordo con suo fratello Giovanni Antonio affinché l’edificio stesso venisse diviso in due, ovvero che l’attuale Palazzo Montereale Mantica rimanesse al ramo familiare di Gaetano mentre l’attuale Palazzo Ellero al ramo familiare di Giovanni Antonio, come ben documentato nella “Redecima” del 1740.

Intorno a quest’ultima data, Palazzo Montereale Mantica venne interessato da complesse operazioni di ristrutturazione, che gli restituirono una nuova facciata, aristocratica ed elegante, e un grande salone a doppia altezza con ballatoio.

I lavori di sistemazione del palazzo dovevano essere sicuramente ultimati nel 1763, quando – in occasione delle nozze di Ottavio con Maria Elisabetta di Sbrojavacca – fu rifinita a stucco la camera nuziale, con gli stemmi delle due famiglie. Inoltre Giovan Battista Pomo nei suoi Comentari urbani cita la dimora in occasione della visita del nuovo Vescovo di Concordia, invitato, il 13 maggio 1762, “a sentire un’Accademia di belle lettere e suoni in casa del nobile signor conte Ottaviano di Montereale- Mantica nella sua superba e nuova sala di stucchi”.

Questi ultimi vennero realizzati nel 1758 e 1762 dal veneziano di adozione Antonio Francesco Re, il quale si occupò anche della Sacrestia in S. Giovanni Evangelista a Venezia. Temi centrali delle decorazioni del Salone centrale sono nei sovrapporta il ciclo delle stagioni e nel soffitto, Pace e Amore. Queste ultime rappresentate attraverso quattro medaglioni con figure di un antenato con trofei, un poeta laureato, un giovane con cimiero e una giovane fanciulla.

Nella prima saletta di destra, lo studiolo, sono rappresentati un gufo e un falco mentre nella seconda sempre a destra sul caminetto Abbondanza e Povertà mentre nel soffitto Giunone. Venere e Diana invece si trovano nella sala a sinistra, ovvero l’alcova.

Per problemi finanziari, il palazzo al centro di questo articolo fu venduto nel 1892 dai Montereale Mantica ai Benedetti, con la contessa Elena di Montereale Mantica che fu l’ultima della sua famiglia a risiedere nel palazzo di famiglia

Con la Prima Guerra Mondiale l’edificio fu sede di un commando militare austriaco e nel 1944, dopo il bombardamento dell’Istituto Vendramini, vi si trasferirono le suore dell’Istituto che, dalla fine della guerra ospitarono al suo interno ragazze orfane. Alla famiglia era rimasto il corpo retrostante, sul cortile.

Dal 1955 al 1964 il palazzo fu sede del Ginnasio-Liceo di Pordenone, ma nel 1964 venne dichiarato inagibile.

Con lungimiranza la Camera di Commercio decise di acquistare il palazzo, restaurarlo, valorizzarlo ed usarlo come propria sede per incontri e conferenze.

Si può affermare che il restauro del Palazzo Montereale Mantica conclusosi nel 1986, sia iniziato nel Settembre del 1981, ovvero con il sopralluogo di Giorgio Bellavitis al quale venne affidato l’incarico del restauro, insieme al dottor Paolo Musolla, Presidente della Camera di Commercio.

Sin da subito ci si rese conto del pessimo stato conservativo nel quale versavano la facciata, l’androne, il salone (del quale tuttavia era evidente la fluidità spaziale e luministica) degrado che aumentava salendo al secondo e terzo piano attraverso la scala secondaria.

Degrado che sicuramente rese ancor più problematica la fase di restauro, che già doveva tener conto dell’importanza dell’immagine settecentesca dell’edificio, dall’altro dei “testi alternativi” derivati dalla storia del palazzo stesso, del riuso (sicurezza civile, accessibilità, resistenza al fuoco e al sisma) e dell’utilizzo come luogo pubblico.

Si decise di partire da questi due ultimi punti, arretrando dell’attico aggiunto al cortile per poter in questo modo inserire l’ascensore, rifacendo la scala secondaria, eseguendo impianti di riscaldamento al piano terra (nel salone invece furono usati pannelli radianti posti fra i terrazzi di nuova esecuzione, quest’ultima necessaria anche per motivi statici) e la soletta.

Si crearono inoltre degli elementi verticali e orizzontali di irrigidimento per ridurre le sollecitazioni sulle murature alla sola compressione e per settori d’altezza limitata.

I pilastri e le fondazioni vennero rifatti, fu sostituito il solaio in legno dell’androne. Sostituzione che riguardò anche alcune parti delle strutture lignee e di muratura di copertura del palazzo stesso.

Molto interessante è la vicenda del ripristino, avvenuto grazie a pazienti lavaggi e rimozioni meccaniche, dei colori originali della decorazione a stucco all’interno del palazzo. Lo stupore fu infatti nello scoprire la gamma cromatica che andava dal verde turchese, all’azzurro cobalto fino allo speciale verde-azzurro.

Interno di Palazzo Montereale Mantica con gli stucchi del salone restaurati – Foto di Paolo Del Torre

Per quanto riguarda la facciata (circa 20 metri nei quali viene sviluppato il tema del palazzo veneto a tre campate, con salone al centro e due stanze laterali e che dispiega in un piano nobile più alto rispetto al piano secondo e terreno, qui porticato, attraverso dei giochi di simmetrie e sottili fasce orizzontali) nonostante esigue tracce di tempi più antichi si scelse di restaurala accuratamente com’era nel Settecento.

Facciata Palazzo Montereale Mantica

Palazzo Montereale Mantica è stato “perso” per poter essere “ritrovato” e oggi risplende, come lo stupendo lampadario al centro del salone, in tutta la sua raffinata e potente Bellezza.

Lampadario al centro del salone – Foto di Paolo Del Torre

Vi aspetto per scoprire insieme questa e altre bellezze a Udine e dintorni!


CLAUDIA MUSCARÀ
Mi chiamo Claudia, e sono laureata in Conservazioni dei Beni Culturali. Amo l’arte e sua la capacità di abbracciare l’animo degli osservatori. Amo la luce, i colori, l’abbinamento che crea una sinfonia. Lavoro come addetta in ambito museale ed inoltre accompagno i visitatori nelle sale della mostra di Illegio, un piccolo paese della Carnia dove ogni anno vengono allestite importanti esposizioni. È bello poter essere di supporto in un momento di contatto artistico e rivivere ogni volta le emozioni che suscitano le opere, attraverso  gli occhi dei visitatori. Vi aspetto per visitare insieme!

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