Veneto delle meraviglie – Il crocefisso di Giotto (1303-1305)

Quando si viene in visita a Padova, una delle mete nella lista di ogni turista è senza dubbio la Cappella degli Scrovegni, capolavoro indiscusso di Giotto. Il bellissimo ciclo di affreschi con le storie della vita di Maria e di Gesù era completato, una volta, dal magnifico crocefisso ligneo del maestro toscano.

Oggi quel crocefisso si trova all’interno dei Musei civici degli Eremitani, trasportato qui, nella nuova sede, per preservarlo da possibili deterioramenti. Si tratta di un’opera della maturità dell’artista, diversa e più elaborata rispetto alla versione di Santa Maria Novella (1290-1295) e di quella a Rimini, nel Tempio Malatestiano, di poco precedente a quella padovana (1301-1302).

Se si paragona il crocefisso dipinto per Enrico Scrovegni alle due opere precedenti, ci si rende subito conto che una delle maggiori differenze risiede nella cornice elaborata che corre lungo tutto il perimetro della croce e che mette in particolare rilievo il basamento che, per la sua conformazione fa pensare a una collocazione speciale. Si suppone infatti che nel passato il crocefisso non fosse affisso alla parete e non fosse sopra l’altare. Gli studiosi sono quasi concordi nel sostenere che la sua posizione fosse sull’architrave posto tra i due finti coretti dipinti ai lati dell’arco dell’Annunciazione. In questo modo infatti sarebbe stato visibile frontalmente dai fedeli e posteriormente da chi occupava l’area dell’altare e i fedeli avrebbero potuto contemplare e riflettere sul sacrificio del Cristo che porta a compimento il progetto di salvezza di Dio Padre.

La tavola riccamente decorata ritrae Gesù nel momento della morte, l’ora nona, ossia secondo la tradizione del racconto evangelico le tre del pomeriggio. Giotto umanizza il figlio di Dio e ce lo descrive proprio come un uomo che muore per le sofferenze patite: le braccia tese, il corpo che scivola verso il basso, la testa reclinata, il costato che sanguina… tutte intense espressioni del dramma vissuto come uomo.

Ancora una volta, se messa a confronto con i due crocefissi a Firenze e a Rimini, in questo di Padova pare che Giotto abbia elaborato e riflettuto in modo più compiuto sul sacrificio del Cristo e abbia voluto accrescere il pathos del dolore, sia di chi dona la propria vita per gli altri sia di chi assiste a quel martirio.

La croce, situata sul Golgota, si staglia elegante su un fondo nero decorato da una sorta di tessuto damascato che allude al legame del pittore con l’arte della tessitura delle stoffe, a lui ben nota. Non dimentichiamo che tessitori di origine toscana frequentavano l’area padovana e veneziana e che i commerci dei tessuti erano piuttosto fiorenti.

Ai lati di Gesù si trovano Giovanni e Maria, in posizione antitetica. Giovanni, che pare emergere dalla cornice con il gomito rivestito di panno rosso, piange per la perdita del maestro. Dalla parte opposta la madre arretra sconvolta e sofferente di fronte a quel martirio. Nella cimasa Giotto dipinge il Redentore e sul retro l’agnello sacrificale accerchiato dai simboli dei quattro evangelisti. È questa la parte più danneggiata, si narra infatti che, intorno alla metà del 1800, il crocefisso sia stato addossato alla parete sopra il sarcofago di Enrico Scrovegni e che il diretto contatto con il muro abbia compromesso le campiture di colore.

Il crocefisso è stato di certo realizzato in contemporanea con gli affreschi e quindi andrebbe letto in consonanza con gli episodi tratti dalle vite di Gesù e Maria. Non potendolo fare per i motivi su citati, vi invitiamo comunque a non perdere l’opportunità di entrare nei Musei e ammirarlo nella splendida rinnovata collocazione. Oltre al capolavoro di Giotto, l’enorme patrimonio artistico, che annovera tra le altre opere di Giorgione, Tiziano, Veronese, Romanino, Tiepolo ecc., racconta della centralità di Padova nella storia veneta come una delle più significative capitali culturali del nostro territorio.

Una volta visitato il Museo e ammirato la Croce di Giotto, una nuova elegante caffetteria vi attende nel retro. Un ambiente suggestivo perché dai tavolini disposti all’aperto (tempo meteorologico permettendo) è possibile gustare l’armonia delle architetture del vasto complesso agostiniano rinnovato nel tempo. Buona visita!

Per approfondire, clicca qui per vedere il video completo sul canale Youtube di Posti e Pasti.

Vi aspetto a Padova per condividere questa emozione!


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