Il monumento alle cadute partigiane di Bologna

Alla scoperta di Villa Spada

Nel mese della Festa della Liberazione vi voglio raccontare un luogo speciale di Bologna legato proprio a questa importante festività e a un suo particolare risvolto, ancora poco considerato.

Spogliato da ogni retorica politica vi presento il piccolo, ma suggestivo, Monumento alle Cadute Partigiane di Bologna.

 Nell’elegante quartiere Saragozza a sud della città, proprio alle pendici dei colli si trova un angolo di verde molto amato dai cittadini: il Parco di Villa Spada.

La villa settecentesca della famiglia Spada comprende i giardini originali della villa – in stile italiano – e un vasto prato più in alto dal quale ammirare un bellissimo panorama sulla città, per un totale di 6 ettari. 

Proprio in una porzione del parco è ospitato il Monumento alle Cadute Partigiane, in totale rispetto dell’ambiente naturale e in armonia con la funzione pubblica del parco.

Seguendo il normale pendio della collina e la sua salita il monumento si compone di un muro in mattoni – elemento tradizionale dell’architettura bolognese – lungo circa 50 metri; nella parte finale il muro si trasforma nello schienale di una gradita, parte dell’ordine superiore di un piccolo anfiteatro.

128 mattoni sporgono leggermente dal muro e presentano una incisione con una grafia timidamente incerta: quella dei bambini delle scuole elementari e medie del quartiere Saragozza che, nel 1975, hanno scritto di loro pugno i nomi delle 128 Partigiane bolognesi riconosciute e cadute nella lotta di Liberazione. Gli altri spazi delle pareti sono stati decorati dagli alunni del liceo artistico “F. Arcangeli” con disegni ad affresco e decorazioni varie.

Gli stessi ragazzi liceali sono stati protagonisti attivi, anzi parte viva del Monumento avendo realizzato dei calchi dei loro corpi dai quali sono state plasmate delle sculture di cartapesta; queste sagome erano appoggiate su una griglia metallica innalzata nell’area del piccolo Anfiteatro, rivolto verso la città, rivolto quindi verso la società intera.

La scelta di un materiale deteriorabile come la cartapesta e la sua costante esposizione  alle intemperie faceva parte di un’idea più profonda, di una memoria collettiva da dover sempre accudire: come nella realtà la collettività doveva prendersi cura materialmente del Monumento, curandosi delle sue parti più fragili, anche la società tutta doveva prendersi cura della Memoria della Resistenza.

Tale pensiero, rivolto a tutti i cittadini,  era proprio  alla base degli architetti coinvolti nel sacrario femminile e trovava espressione  in un altro, importante intervento architettonico dedicato alla Memoria: il Sacrario di Sabbiuno, nella località omonima, teatro di uno spaventoso eccidio nazista nel 1944. Gli architetti appartenenti al gruppo “Città nuova” intervennero nel 1974 sui fragili calanchi di Sabbiuno, realizzando un angosciante muro di cemento armato sul luogo esatto della fucilazione degli antifascisti bolognesi. Scegliendo di intervenire direttamente sul calanco, tenuto conto della sua natura delicata, gli architetti hanno obbligato i posteri a una perenne cura del Sacrario e una perenne riattivazione della Memoria storica e sociale.

Anche a Villa Spada il Monumento alle Cadute Partigiane nasce con uno spirito di totale condivisione e partecipazione pubblica all’interno di una lettura più ampia dei vari personaggi della lunga fase della Resistenza; essendo presenti in città altri memoriali collettivi e conoscendo, però, le numerose azioni femminili avvenute negli anni si è deciso di accendere i riflettori su queste protagoniste.

Donne diverse, da estrazioni e contesti sociali diversissimi accomunate dal senso di libertà e dalla tragica fine ottenuta in cambio.

Ma ancora poco si è raccontato di loro, delle loro storie passate spesso in secondo piano rispetto ad altre vicende al maschile. La storia dei vincitori, infatti, parlava solo dei Partigiani, relegando il ruolo delle donne a mera assistenza medica o famigliare. Ignorando, in tal modo, il coraggio e la forza dimostrati da queste persone, vere e proprie protagoniste attive: la maestra Lea che lascia una professione colta per seguire la sua militanza politica, la Jole che stampa materiale clandestino con tutta la sua famiglia e con essa finisce nei lager tedeschi in tenera età, la giovane Tosca che faceva la spola con Parigi e morì da sola pur di non rivelare la vera identità e compromettere i compagni.. e così molte altre, sconosciute o forse più note come la splendida Mimma – Irma Bandiera – torturata per giorni e fucilata davanti la porta di casa, nel cuore di Bologna, simbolo di una precisa e radicata tenacia e volontà di Resistenza.

Proprio il viso sorridente di Irma, una delle poche Medaglie d’oro alla Resistenza, risplende sulle parenti di una scuola elementare poco distante dal Monumento alle Cadute Partigiane.

Leggere ad alta voce tutti quei nomi e quei cognomi incisi nel cotto è struggente, se poi ci si sofferma sull’età della morte è ancora più doloroso.  Al netto del giudizio politico rimangono 128 Donne che hanno creduto in un futuro migliore e libero, per il quale hanno sofferto e hanno perso le loro vite. Una passeggiata nel parco di Villa Spada fino al Monumento a loro dedicato è un gesto piccolo e semplice che diventa immenso e importante se fatto da tutti noi.

Vi aspetto per scoprire insieme Villa Spada a Bologna!



Vorresti organizzare un viaggio in queste zone?

Clicca qui e compila il form: selezioneremo per te la giusta Guida turistica, escursionistica o esperienziale che possa accompagnarti alla scoperta del territorio secondo le tue preferenze e il tuo budget!

Seguici sui canali social per non perdere novità, eventi, consigli e idee per il tuo tempo libero:


LINDA VERONESE
Veneta di nascita, ma da oltre dieci anni emiliana per scelta, prima a Ferrara e ora stabilmente a Bologna.
Ho iniziato a viaggiare e visitare Musei fin dall’infanzia, imparando a camminare negli scavi archeologici di Aquileia e correndo tra i lunghi corridoi degli Uffizi!  L’amore per la cultura mi ha portata al conseguimento della Laurea Triennale in “Scienze del Turismo Culturale” presso l’Università di Ferrara e in seguito ho ottenuto la specializzazione in “Storia dell’Arte” all’Università di Bologna. Dal 2013 sono guida e accompagnatrice turistica abilitata per le lingue italiano e tedesco, ma lavoro nel campo turistico da oltre un decennio come agente di viaggi.  Attraverso l’attività di guida mi impegno per valorizzare il nostro straordinario patrimonio culturale, con particolare attenzione al mondo della creatività contemporanea, per esempio organizzando cinetrekking con utilizzo di materiale multimediale, percorsi di architettura e urbanistica, visita di mostre d’arte e passeggiate letterarie.
Come accompagnatrice collaboro con un importante Tour Operator nazionale con focus Italia ed  Europa – in primis Germania, Austria e Europa centrale. Trovo ogni viaggio un’occasione di confronto con persone e culture diverse perché, proprio come sostiene Voltaire,  “È ben difficile, in geografia come in morale, capire il mondo senza uscire di casa propria”.

Un commento

  1. Vivo a Bologna da vent’anni ormai e Villa Spada mi ha sempre affascinato. Complimenti per aver raccontato qualcosa di più su questo monumento alle cadute perché non è molto menzionato né tanto conosciuto.

Rispondi