Verucchio (RN): la culla dei Malatesta

Lasciandosi alle spalle le onde dell’adriatico, da Rimini, lo sguardo si appoggia sulle prime colline ad ovest, dove alla sommità di uno sperone di roccia, svetta una Rocca, di fronte al Monte Titano e alla Repubblica di San Marino, e tutto attorno ai suoi piedi un borgo silente.

Questo borgo è Verucchio, Bandiera Arancione Touring dal 2005, e la Rocca è la “Rocca del Sasso” o meglio conosciuta come la Rocca Malatestiana di Verucchio, antica dimora della famiglia Malatesta, dalla quale partì il ghibellino Malatesta da Verucchio (figlio di Malatesta da Pennabilli), conosciuto meglio come il dantesco Mastin Vecchio (canto XXVII° dell’Inferno), che nel 1295 dopo esserne stato Podestà, si proclamò Signore di Rimini.

All’interno della Rocca, una delle meglio conservate tra le Rocche Malatestiane, oggi si può ammirare, icona incontrastata, l’imponente Albero Genealogico della famiglia Malatesta, mentre all’esterno troviamo La Guardiola, con annesso orologio che scandisce il tempo su Piazza Malatesta, gli eleganti cortili e la panoramica Torre Mastio, dalla quale ammirare tutto il territorio, dal mare all’Appennino, che circonda il borgo. A tutto ciò si aggiungono le Bombardiere che fanno da sentinella alla base dei torrioni e le Prigioni, rendono la Rocca un Museo Storico Medievale tra i più visitati.

La storia del borgo però ha origini più antiche, come testimoniano i reperti presenti nel Museo Civico Archeologico, reperti che arrivano soprattutto da insediamenti dalla Civiltà Villanoviana, una civiltà Etrusca dell’età del ferro, con una serie di oggetti di grande rilievo, soprattutto per il perfetto stato nei quali sono stati ritrovati e quindi esposti. Tessuti, abiti, arredi di legno, cibi, elmi e contenitori di vimini, di 3000 anni fa, fanno bella mostra di se all’interno del Monastero di S. Agostino (Sec. XII), testimoniando una quotidianità che comprendeva anche la crematura dei defunti, come testimoniano le numerose tombe, e gli arredi funebri, ritrovati ed esposti, in ottimo stato. Il percorso di visita museale al suo interno  prevede la visita di una prima Sala degli Antenati, arrivando poi a quelle che sono la Sala del Mantello e la Sala degli Armieri, per arrivare alla Sala della Tessitrice, alla Sala dell’Ambra e alla Sala del Trono che come suggeriscono i loro nomi, custodiscono una chiara fotografia di quella che era la vita all’epoca, per le famiglie aristocratiche Etrusco-Villanoviane insediate nel territorio.

Storicamente, molte sono le testimonianza che ancora oggi rivelano la vita passata di questo borgo e dell’importanza ricoperta nel periodo Medievale. Insieme alla Rocca (Sec. XII) e al Monastero, oggi Museo, ci sono anche la Pieve romanica di S. Antonio (Sec. X), a metà strada tra il borgo e la parte più moderna dello stesso, quella adagiata nella pianura sottostante, ovvero Villa Verucchio, la Pieve di S. Martino in Rafaneto (Sec. XI), la Rocca del Passerello e parte delle mura di cinta ai piedi della Rocca. Oggi, le sue grandi sale e i suoi giardini, sono spesso sede di Convegni, Concerti, Mostre o Eleganti Matrimoni, che fanno rivivere i fasti di quella che era la sede principale del potere Malatestiano.

Un’altra testimonianza storico religiosa è il Convento di S. Croce, dell’Ordine dei Frati Minori (Sec. XII), che si trova a Villa Verucchio, Convento al cui interno svetta dal 1213 il Cipresso di S. Francesco, pianta secolare che si narra nacque da un bastone piantato a terra dal Santo di Assisi, durante uno dei viaggi che da Rimini lo riportava in Umbria. Questo luogo di silenziosa preghiera, è uno dei più visitati, durante i tanti trekking che, partendo dalla riviera, raggiungono poi il Sacro Monte de La Verna, in quello che è il Cammino di S. Francesco. Altra testimonianza religiosa, è la Chiesa Collegiata dei SS. Martino e Francesco, sorta sulla precedente Pieve di S. Giovanni in Bulgaria Nova (Sec. X) e su quello che era il Monastero di S. Francesco d’Assisi (Sec. IV) nel 1863, per poi esser di nuovo ricostruita e ristrutturata, nel 1946 dopo i danni subiti durante la Seconda Guerra Mondiale.

Sempre nell’ambito storico, nella piazza centrale del borgo Piazza Malatesta, troviamo Palazzo Giungi (Sec. XVII), oggi sede del Municipio, e il neoclassico Palazzo Bedetti li accanto, a testimonianza delle numerose vite che ebbe questo borgo circondato da panorami mozzafiato. Dopo i Malatesta infatti, il borgo entrò a far parte della famiglia dei Borgia prima e dei Medici poi, sempre sotto l’attenzione della Chiesa Romana che in Romagna aveva molteplici interessi, tanto che fu proprio Papa Leone X che nel 1518 le regalò lo status di Città.

Arrivando dal mare, l’occhio è rapito dai numerosi filari di vite, di uve Sangiovese per lo più, e dalle file perfette di olivi secolari, tant’è che vino e olio, sono due testimoni delle ottime produzioni agricole del territorio, due elementi che portano su tutte le tavole della Valmarecchia, genuinità e amore per le tradizioni contadine, un vino superiore e un olio extravergine, dal vero sapore di Romagna. Di tutto ciò ne godono soprattutto, i molteplici Ristoranti, conosciutissimi anche oltre il confine romagnolo, perché fanno da cornice ad un cucina con prelibati primi fatti a mano, con carni allevate localmente, e che soprattutto offrono il piatto “tipico romagnolo” ovvero la Piadina, offerta ai commensali in ogni sua forma, da quella tipica con formaggi e salumi, a quella con le verdure gratinate, per finire con quella dolce, cosparsa di cioccolata spalmabile, per quella che è una “crèpe contadina” molto alla moda.

Se Verucchio rappresenta la parte storica del borgo, la sua appendice in pianura, ovvero Villa Verucchio, è invece la parte più industrializzata, sviluppatasi attorno alla SP 258 Marecchiese, è un puzzle di ditte metalmeccaniche, meccaniche, laboratori di falegnameria, aziende edili, che hanno avuto la loro “età d’oro” nel dopo guerra, con quelle che erano le migrazioni di massa dell’appenninico entroterra contadino, verso mete più redditizie, e che oggi rappresenta la parte più giovanile del Comune Verucchiese, con i suoi bar e ristoranti di tendenza.

Negli ultimi decenni Verucchio, è diventata la sede del rinomato Verucchio Music Festival, arrivato alla sua 38° edizione, manifestazione con la direzione artistica del Maestro Ludovico Einaudi, che negli anni ha visto calcare il palcoscenico da artisti del calibro di Baustelle, Le Negresses Vertes, i King of Convenience, The Zen Circus, Paolo Fresu, Stefano Bollani, James Senese, Vinicio Caposela, Brunori Sas, lo stesso Einaudi, e il suo pupillo, verucchiese D.o.c., il violinista Federico Mecozzi, e attori come Marco Paolini e Elio Germano.

Verucchio offre diversi spunti anche per trekking emozionanti, naturalistici gestiti soprattutto dall’Oasi di Cà Brigida, sede del WWF locale, e storico-naturalistici.   Nei primi si potranno visitare, all’interno dei 12 ettari dell’Oasi, flora e fauna tipicamente appenninica, da boschi di latifoglie, roverelle e conifere, ai rapaci diurni e notturni, come la Poiana, il Gheppio, il Gufo Comune o l’Allocco, e anfibi come il Biacco o il Colubro di Escluapio. Nei secondi si potrà visitare il Parco dei IX Martiri e di quello che non fù, fortunosamente il decimo, durante il secondo conflitto Mondiale.

Per coloro che invece vogliono vivere la natura e altresì fare il loro sport preferito, ovvero il Golf, lungo le Rive del Fiume Marecchia, il Rimini-Verucchio Golf Club, campo da 18 buche, in un contesto territoriale fantastico, circondato da borghi medievali, rocche, e antiche repubbliche.

Visitare dunque Verucchio, significa addentrarsi nella storia antichissima di 3000 anni, fa per poi risalire a quella gloriosa medievale della Famiglia Malatesta, significa godere i panorami mozzafiato che passano dalla linea costiera, alle rocche e castelli che circondano il borgo, fino agli Appennini, dal quale prende origine la Valle. Significa anche gustare prelibati piatti della tradizione contadina e poter camminare in una natura ricca di oliveti, vigneti e percorsi in aree protette ed emozionanti. Verucchio dunque è la meta ideale per un ricco weekend, da passare con amici o con la famiglia, per vivere il territorio a 360° oppure rilassarsi e godere la pace dell’antico Borgo.

Vi aspetto per scoprire insieme le bellezze di Verucchio!


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GIANLORIS CRESTI
Nato a Rimini nel 1966, dopo gli studi di Ragioneria, per i quali non nutrivo un grosso interesse, ho iniziato ad occuparmi di Turismo e di Promozione, e negli anni ho iniziato a collaborare a livello amatoriale, con riviste mensili locali e riviste web, scrivendo articoli sulla mia valle, sulle sue tradizioni e la sua storia. Ottenute poi le qualifiche di Tecnico Marketing Turistico e di Promotore Turistico Territoriale, ho dato una svolta alla mia vita, accrescendo il numero di collaborazioni, anche come fotografo naturalista, una mia vecchia passione.

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