La Chiesa dei Cappuccini a Recanati (MC)

Passeggiando per i Luoghi Leopardiani, una volta raggiunta la Piazzuola del Sabato del Villaggio, non si può tralasciare di visitare la bellissima Chiesa e il vicino Convento dei Frati Cappuccini, che si raggiungono percorrendo Via Riccabella e che sono strettamente legati alla Famiglia Leopardi.

Sul piazzale di fronte alla Chiesa è stata eretta una stele in travertino, decorata con ceramiche di Arturo Politi e Rodolfo Ceccaroni. La Chiesa presenta un porticato eretto nel 1852 e l’interno è a una navata con quattro cappelle laterali, due per parte.

Esibisce forme architettoniche semplici, secondo lo stile dell’Ordine dei Cappuccini, che privilegia materiali ornamentali poveri, prevalentemente lignei, anche se nobili ed eleganti. All’interno della Chiesa, che custodisce opere di inestimabile valore, sulla prima Cappella laterale destra, che appartiene alla famiglia Leopardi, è esposto un quadro, la Madonna Consolatrice degli afflitti, protettrice dei Conti Leopardi e da loro celebrata la seconda domenica di novembre fin dal 1737.

Nell’altare maggiore, costruito in noce, inoltre, si trova un quadro della Madonna di Loreto dipinto da Girolamo Cialdieri (Urbino 1593-1680), ai lati sono presenti due tele settecentesche raffiguranti Santa Chiara e Santa Margherita da Cortona.

La Chiesa conserva anche una tela dal titolo curioso: La Madonna dell’Insalata, esposta nel secondo altare alla destra di chi entra. L’attribuzione dell’opera è tutt’ora controversa. Il dipinto, secondo alcuni critici d’arte, potrebbe essere stato realizzato dal grande Maestro del ‘500 Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio.

Ad avvalorare questa tesi è stato il recanatese Mariano Luigi Patrizi (1866-1935), professore di fisiologia e antropologia all’Università di Bologna. Patrizi iniziò ad occuparsi del Caravaggio per realizzare un ritratto biografico e psicologico dell’artista a partire dallo studio della natura, delle scene, degli scenari, dei paesaggi e dei personaggi raffigurati dal pittore, ricercando soprattutto quegli elementi che potessero mostrare la parte più impetuosa del suo carattere, la quale lo spingeva a impelagarsi continuamente, come testimoniato da eventi e racconti della sua vita, in situazione di conflitto dettate dall’ira e dal sospetto. Patrizi è stato il primo ad utilizzare un metodo scientifico per la lettura delle opere d’arte. Nel quadro il bambino seduto a terra porge alla madre delle foglie di cicoria che lei asciuga con il lino del suo velo per preparare un pasto povero e frugale mentre in primo piano sono raffigurate delle forme tondeggianti e brune simili a pagnotte. San Giuseppe viene raffigurato vicino all’asino e dal cielo scendono degli angeli che vegliano sull’intera scena.

La presenza dell’asino sembrerebbe avere un significato iconografico riconducibile ai fuggitivi verso l’Egitto e all’abbandono della Palestina. Sulla base di questi studi si evince che il titolo dell’opera dovrebbe in realtà essere Riposo durante la fuga in Egitto: sembrerebbe dunque che Caravaggio abbia voluto rappresentare uno spaccato della vita di quei poveri migranti fuggitivi e dei pasti improvvisati e miseri di cui erano costretti a cibarsi. Secondo Patrizi numerosi sono gli elementi che avvalorano l’attribuzione dell’opera al Caravaggio, in particolare la figura di Maria, la posa in cui è rappresentata e il modo in cui sono stati dipinti i suoi capelli.

Dal punto di vista storico, inoltre, sappiamo che Caravaggio nel 1591, in occasione del suo primo soggiorno romano, fu ospitato dal recanatese Pandolfo Pucci, il quale ricopriva una carica religiosa molto importante ma che era particolarmente avaro e attento a non sperperare le sue sostanze al punto da nutrire il giovane Caravaggio solo con insalata, tanto da essere soprannominato dal pittore Monsignor Insalata. Al momento della sua partenza si narra che Caravaggio gli regalò questo bellissimo dipinto, dove inserì anche il famigerato vegetale in tono quasi sarcastico. Pucci portò l’opera a Recanati dove passò per varie mani fino ad arrivare ai suoi ultimi eredi, i Flamini, che lo donarono infine ai Frati Cappuccini.

Non mancano tuttavia voci discordi con l’indagine del Patrizi che contestano l’attribuzione dell’opera a Michelangelo Merisi ma, indipendentemente da chi ha realizzato il dipinto, il quadro vale la pena di essere visto e apprezzato in tutta la sua bellezza quindi se capitate in Piazzuola del Sabato del Villaggio non mancate di visitare la Chiesa dei Cappuccini con la Madonna dell’insalata e gli altri capolavori in essa esposti!

Nell’attiguo convento è aperto anche un ristorante solidale “La Cucina del Convento” per assaporare i piatti tipici marchigiani, lo spazio a disposizione è molto ampio ed è adatto anche per gruppi numerosi e scolaresche. Il ricavato di tutta l’attività del ristorante andrà a sostegno dei progetti delle Missioni Estere.

Vi aspettiamo per scoprire insieme questi suggestivi luoghi!


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