Macchie del tempo che fu
La primavera monzese inizia con una mostra dal sapore nostrano. Dopo il celebre artista americano Keith Haring, il Serrone della Reggia di Monza si riempie di opere italiane, nello specifico quasi tutte toscane. Sto parlando delle tele dei Macchiaioli, che vi attendono con l’esposizione: “i Macchiaioli e l’invenzione del Plein air tra Francia e Italia”.

Chi sono costoro?
E’ necessario seguire le sale della mostra promossa da Vidi Cultural e curata da Simona Bartolena per comprendere al meglio questa compagine di pittori antiaccademici, muniti di cavalletto sotto il braccio e pennello tra i denti, che si inerpicavano tra gli scogli di Castiglioncello per catturare la luce e riportarne i contrasti su tela attraverso la macchia.
L’esposizione di oltre 90 tele si apre con una sezione dedicata alla Scuola di Barbizon, ovvero un gruppo di pittori francesi che scappa dalla frenetica Parigi per rifugiarsi nella foresta di Fontainbleau, con lo scopo di dipingere dal vero alberi, ruscelli, cieli colmi di nuvole. Tutto questo avviene grazie ad alcune innovazioni che definiremmo “avanguardistiche”, come i colori in tubetto e i cavalletti portatili ma, soprattutto, grazie alla curiosità di questi artisti spinti a dare nuova attenzione ad un soggetto – quello del paesaggio – che fino alla metà del 1800 era sempre stato definito come secondario, mero sfondo scenografico.
L’italiano Serafino de Tivoli, dopo un viaggio a Parigi dove vede le tele francesi, torna a casa pieno di idee innovative, travolgendo di entusiasmo i suoi amici colleghi fiorentini che lo attendono al Caffè Michelangelo, un locale ben conosciuto a Firenze, soprattutto per i tanto affezionati quanto irriverenti clienti.
Lega, Cabianca, Fattori, Signorini, sono solo i nomi di alcuni di questi pittori che decidono di lanciare un guanto di sfida agli ingessati colleghi che escono dall’Accademia fiorentina, pronti a sfidarsi a colpi di pennello coi piedi tra le onde, i capelli arruffati dalla sabbia e i calzoni tirati su fino al ginocchio.
Dipingono en-plein-air, su tele minuscole, a volte sfruttano supporti lignei di scarto come il coperchio di una scatola di sigari e le stesse venature del legno permettono di creare effetti che una normale tela bianca non potrebbe mai riportare.



Non ci sono donne nè uomini nei loro dipinti, i protagonisti sono i cipressi, le cui punte tagliate di netto sono un chiaro omaggio alla cugina fotografia che riescono a sfruttare per il loro scopo ultimo, ovvero dipingere il vero e suggerire un nuovo punto di vista.
Ogni tanto sputa qualche soldato, uno dei soggetti più amati da Fattori – assieme ai buoi ed agli aratri – ma anche questi non sono scattanti, guerriglieri, aggressivi; sono stancamente sdraiati sul prato a leggere una lettera, osservano il paesaggio annoiati durante una ronda, sono seduti accanto alle bianche tende dove riposano i commilitoni.
E’ sempre estate nelle tele macchiaiole, c’è sempre questo sole cocente che acceca, un mezzogiorno che abbaglia e il tempo sembra essersi fermato, davanti alle opere di questi pittori che hanno permesso alla luce di bucare le chiome degli alberi e rendere tutto più vivo possibile.



Ingenuamente – ed erroneamente – si racconta che i Macchiaioli siano i cugini dei italiani degli Impressionisti, perchè come questi dipingevano direttamente sulla tela, per pennellate ben stese, campiture piatte, senza disegno preparatorio. Oserei dire che la cricca del Caffè Michelangelo possono essere definiti “gli zii” degli Impressionisti, sia dal punto di vista cronologico (Monet aveva 15 anni quando Fattori dipinge le sue tele) sia da quello tematico e formale. La macchia al posto della virgola, la calma al posto della velocità, l’immobilità della calda estate italiana al posto della frescura della primavera parigina.
Avete tempo fino al 21 maggio 2023 per fare un tuffo nell’Italia appena unificata, tra chiostri biancastri, foreste vive e cipressi secolari.
Importante: è attiva la promozione tra la Mostra e il percorso di visita della Villa Reale; presentando il biglietto della Mostra sarà possibile accedere al percorso del Primo e Secondo Piano Nobile della Villa Reale con biglietto ridotto (€8,00).
Orari: dal mercoledì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19, il sabato e la domenica dalle 10 alle 20, chiuso il lunedì e il martedì.
Biglietti: intero 12 euro, ridotto 10 euro (ragazzi dai 13 ai 18 anni, over 65, gruppi di almeno 15 persone), ridotto bambini 5 euro (7-12 anni), ridotto scolaresche 5 euro, gratis per visitatori disabili (a invalidità superiore al 74%) e 1 accompagnatore solo in caso di non autosufficienza, bambini fino ai 6 anni, accompagnatore scolaresche (2 per gruppo), accompagnatore gruppi adulti (1 per gruppo), possessori abbonamenti Musei Lombardia Milano.
Vi aspetto a Monza per scoprire il territorio e le più belle mostre d’arte!
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CHIARA ANNA DELMIGLIO
Sono Chiara Anna Delmiglio, guida turistica abilitata per la Provincia di Monza e della Brianza. Svolgo la mia professione di guida turistica con passione, accompagnando turisti e curiosi alla scoperta di luoghi poco conosciuti, musei cittadini, parchi di arte contemporanea e aree archeologiche sperdute tra le montagne.
La mia passione per l’arte mi ha portato a progettare attività didattiche e laboratori artistici per bambini, sviluppando progetti e percorsi per scolaresche di ogni ordine e grado.
Se volete stare al passo con le mostre del momento, visitare chiesette sperdute ricche di storia o avvicinare i vostri bimbi all’arte, vi aspetto in Lombardia!