Il MAuto di Torino, un museo imperdibile in città

Avete mai sentito parlare del MAUto di Torino?

L’offerta museale della città è molto varia, ma non si può prescindere dall’approfondire il suo lato industriale, che la caratterizza sin dal momento in cui è divenuta capitale di Ducato e poi del Regno di Sicilia nel 1713.

In origine c’erano i mulini e poi le concerie, fino ad arrivare all’industria meccanica e dalla fine nel 1800, a quella automobilistica. Contrariamente a quanto si possa credere, la FIAT non è stata la prima fabbrica di automobili in città e tutto il “fervore meccanico”, per dirla alla François Confino, incaricato dell’allestimento del MAuto di Torino, lo si può scoprire visitando questo splendido museo.

A partire dal 1933 fino alla sua morte nel 1959, Carlo Biscaretti di Ruffia, figlio di uno dei fondatori della FIAT e grande appassionato di auto ed eccellente disegnatore, lavorò incessantemente per trovare sia una sede per esporre 80 modelli di automobile, che i capitali per realizzare un’esposizione permanente sulla storia dell’automobile.

Il primo museo aprì alla vigilia di Italia ’61 e dopo un immediato successo, con il tempo cominciò a non destare grandi interessi da parte del pubblico.

L’idea di una ristrutturazione del museo nasce nel nuovo millennio e a partire dal 2007 si iniziano i lavori per il raddoppio dell’edificio ed un progetto di allestimento più moderno.

Con le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia ecco che il Museo Nazionale dell’Automobile riapre le sue porte, non solo agli amanti dei motori, ma alle famiglie e a tutti coloro che hanno piacere di ripercorrere la storia politica e sociale europea attraverso questo incredibile mezzo di trasporto.

Il MAuto si sviluppa su tre piani e la visita comincia dal secondo, dove è allestito l’ufficio di Biscaretti, insieme ad una vera e propria biblioteca con prototipi di auto-mobili, ovvero di macchine che si muovono in autonomia, senza l’uso di cavalli od altri animali. Già Leonardo da Vinci, nel suo Codice Atlantico del 1478 progetta una vettura a molla, che il museo ha realizzato ed ha esposto proprio qui, dove si narra la Genesi dell’auto.

La collezione parte da una carrozza realizzata dall’Ingegnere Bordino nel 1854 che sostituisce i cavalli con un motore a vapore. Erano necessari 30 kg di carbon coke all’ora per alimentare la caldaia e la velocità massima di questa vettura era di 8 km/orari. Lo scopo di Bordino era quello di far svagare la propria figlia, gravemente ammalata e non certo quello di rivoluzionare il mondo dei trasporti.

Tra le auto più incredibili c’è la prima auto che abbia mai circolato in Italia. Si tratta di una Peugeot Tipo 3 del 1892, acquistata a Parigi dall’industriale Gaetano Rossi, capo della manifattura Lanerossi, che si innamorò del modello e che lo importò in Italia.

Dello stesso periodo la Benz modello Vittoria. Si narra che la moglie di Karl Benz, Bertha, per dimostrare al mondo intero l’importanza dell’invenzione del marito, abbia percorso, nel 1888, oltre 190 km con una macchina a tre ruote e motore posteriore. Fu un vero successo che attirò la stampa nazionale. Fu la prima donna a compiere un’impresa del genere e soprattutto, senza il permesso del marito!

Tra le curiosità esposte un modello della “Jamais Contente” di Camille Jenatzy. Un vero e proprio siluro con motore elettrico che raggiungeva i 105 km/orari.

Tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900 le auto potevano montare sia motori elettrici che a scoppio. Sarà quest’ultimo ad essere sviluppato, mentre quello elettrico verrà abbandonato fino ai giorni nostri.

Proseguendo nelle sale del MAuto si entra un vero e proprio garage, in cui fanno mostra di sé auto eleganti e sportive, realizzate in piccole fabbriche quasi a livello artigianale. È la nuova moda dell’inizio del Ventesimo secolo! Tra vari marchi la Florentia, la Darraq, la Dijon Bouton.

FIAT fa la sua comparsa nel 1899, con un modello privo di retromarcia, la FIAT 4 HP, disegnata da Aristide Faccioli, già dipendente dei fratelli Ceirano, tra i pionieri dell’auto a Torino. E’ loro la fabbrica “ITALA”. Il modello 35/45 HP partecipò nel 1907 ad una competizione lanciata dal quotidiano francese “Le Monde”: percorrere in auto 16.000 km, da Pechino a Parigi.

Le squadre che parteciparono furono 5. La Itala, del nobile Scipione Borghese, vincerà la gara, arrivando a destinazione in soli 60 giorni, distaccando di 20 giorni il secondo arrivato.

Lo stesso modello di auto, ma con una carrozzeria firmata Cesare Sala, è la Palombella, una delle auto della Regina Margherita di Savoia, che si dice guidasse lei stessa!

Gli anni Venti vedono l’innovazione dell’accensione. Non più la manovella, ma un avviamento elettrico che meglio si addiceva alle donne che cominciavano anche loro a guidare l’automobile.

Tra le auto più spettacolari del MAuto, abbiamo la Lancia Aprilia, con la sua forma aerodinamica o la Cisitalia 202, datata 1947, considerata tra le più belle automobili del XX secolo ed esposta anche al MoMa di New York.

L’auto che rivoluzionerà il mercato data del 1955 ed è la francese Citroen DS: 13 brevetti e un successo internazionale. Presentata al Salone di Parigi, nei pochi giorni di fiera, verranno presi ordini per 80.000 unità, nonostante il prezzo piuttosto elevato.

Nelle sale successive del MAuto vi sono grosse Cadillac a confronto con la piccolissima Iso Isetta, lunga poco più di 2 metri e larga 1 metro e 300 centimetri.

La storia degli anni Sessanta passa attraverso la mitica 2CV della Citroen e il furgone della Volkswagen: sono i simboli dei “Figli dei Fiori”, per i quali il viaggio era un momento comunitario e di condivisione.

La guerra del Kippur del 1973 e la crisi petrolifera porta a progettare auto a basso consumo, ma le auto di lusso continuano ad essere vendute sul mercato, nonostante i costi del carburante. Ed ecco far mostra di sé splendide Jaguar e Ferrari.

La sala dedicata all’abbattimento del muro di Berlino ha come simbolo la Trabant, una piccola utilitaria prodotta nella Repubblica Democratica Tedesca.

Scendendo al primo piano si arriva su una grossa pianta della città di Torino, dove sono indicate le aziende automobilistiche del Novecento: ce n’erano circa 70, oltre ad un elevato numero di carrozzieri!

Il MAuto è giocoso, si passa attraverso una sinfonia di motori, pneumatici, scocche per diventare protagonisti su un piccolo trenino che ci porta lungo una catena di montaggio.

La parte più bella del piano è la carrellata di auto da Formula 1: dalle origini a quelle attuali. Tra queste una piccola auto giocattolo Bugatti blu, elettrica. Sembra che Ettore Bugatti ne avesse prodotte pochi esemplari: una per il proprio bambino Ronald e l’atra acquistata dalla famiglia Agnelli per i piccoli Gianni e Umberto. Poteva raggiungere la velocità di 20 km orari!

Il piano terra è spazio per le mostre temporanee, sempre di un certo appeal.

Non lontano dal museo, si può raggiungere il distretto del Lingotto. Lì, si sale sulla pista dell’ex stabilimento FIAT, dove le auto venivano collaudate. Di fronte, la vecchia fabbrica di vermouth Carpano, che dal 2007 è diventato Eataly, primo punto vendita d’Italia. Da Eataly è possibile gustare diversi piatti, sia della tradizione piemontese, che italiana. È un’ottima tappa per un pranzo di qualità.

Vi aspetto per scoprire insieme Torino e i suoi tesori!


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Ciao, sono Donatella Ferraris. Avete sentito dire che Torino è una città industriale, grigia? O che in Piemonte non c’è molto da vedere, salvo le montagne? Allora il mio obiettivo sarà quello di farvi innamorare del mio territorio, non solo con gli articoli che scrivo, ma anche con delle visite pensate ad hoc per ogni esigenza. Mi piacciono la storia, l’arte, l’enogastronomia, le curiosità legate alla mia Regione e le lingue. È per me fantastico lavorare con turisti di altre Regioni d’Italia e con stranieri. Soprattutto quando tornano a casa con un po’ di Piemonte nel cuore.

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