Casa Cavazzini, lโedificio che al giorno dโoggi ospita il museo dโarte moderna e contemporanea della cittร di Udine non รจ sempre stato dedicato a pittura e scultura: invero, nemmeno รจ sempre stato un unico edificio, essendo esso frutto dellโaccorpamento di piรน strutture edilizie, che hanno avuto ognuna diversi proprietari e funzioni differenziate nel loro passato, prima di essere unite nel Museo.
Tra le sezioni di Casa Cavazzini, parte del complesso attuale era ad esempio negli anni โ30 del โ900 lโabitazione e il negozio di stoffe del mercante Dante Cavazzini, che, al piano terra, sulla strada, teneva lโattivitร di vendita, vivendo poi, comโera consueto, subito sopra agli ambienti commerciali.
Quello che oggi รจ il primo piano del Museo รจ infatti tuttโora suddiviso fra le sale della collezione Marangoni, quelle del lascito di molteplici opere dei Basaldella, famiglia di artisti (tre fratelli) fra cui spicca il nome di Afro, protagonista del nostro excursus odierno, ed inoltre ed infine quello che era lโappartamento dei Cavazzini, che fa tappa a sรฉ nel percorso museale.
Qui infatti si possono ammirare, lasciate nel loro aspetto originale, le stanze che lโarchitetto Ermes Midena allestรฌ e dispose per lโimprenditore friulano secondo le suggestioni del nuovo stile razionalista: il visitatore puรฒ quindi entrare nello spaccato domestico di unโepoca dalla quale deriva direttamente il nostro gusto in materia di design di interni e uso degli spazi e dei materiali.

Fu allora che si sviluppรฒ la radice estetica delle soluzioni semplici, minimali e, soprattutto, funzionali nelle loro forme che ancora oggi รจ apprezzata in campo di disposizione e arredamento delle abitazioni. Oltre a questa breccia nella storia dellโarchitettura e del design, la permanenza dellโappartamento nel suo aspetto originario offre pure la possibilitร di gustarsi un esempio di pittura murale del periodo: che รจ presente non a caso, visto che gli anni Trenta erano stati teatro non solo della fioritura dei risultati razionalisti, ma anche della richiesta da parte di Corrado Cagli in un articolo di dare i mui ai pittori, categoria di cui lo scrivente era un esponente di spicco, per far risorgere questa tipologia artistica.



Dante Cavazzini quindi si dimostrรฒ sia al passo con i tempi che lungimirante nellโaffidare ad un giovane Afro Basaldella la decorazione a tempera delle pareti della sua sala da pranzo: lโartista sarebbe infatti da lรฌ a poco diventato famoso ed apprezzato non solo nella natia Udine, ma anche nelle capitali italiane ed internazionali.

Grazie alla scelta del commerciante, in piรน, si sono venuti a creare due rimandi gustosi nel percorso di visita tra lโappartamento e le sale precedenti, che, rammentiamo, non erano in origine ad esso accorpate: il primo รจ fra il dipinto murale nella stanza per i pasti e le opere di Afro nella giร citata sezione in cui รจ presente con i fratelli. In questa, di mano di Afro, accanto al Si fondano le cittร di chiara ispirazione tematica fascista, sono presenti le astrazioni informali che resero al pittore la stima del mondo dellโarte di tutto il globo.
Il secondo rimando รจ invece non di tipo autoriale ma tecnico, dato che, nelle sale precedenti a quelle dei Basaldella, lavori archeologici hanno fatto venire alla luce sulle pareti opere pittoriche che risalgono al XIV secolo. Il loro ritrovamento, unito alla volontร di Cavazzini di avere gli ambienti della propria casa decorati, crea allora la possibilitร per il museo di offrire al visitatore due esempi distanti secoli di applicazione pittorica su muro.
La stanza dipinta da Afro sino al soffitto si presenta con una volta ribassata ed arcuata con sesti acuti che le dร lโaccogliente aspetto di una custodia protettiva per lโattivitร intima del pasto familiare: i colori scelti dal pittore sono luminosi, tendenti ai toni del giallo e dellโocra (comโera di moda nel periodo e risultato naturale dellโuso della tempera), e sono rallegranti soprattutto quando si espandono nella vegetazione che pende dal soffitto. Gli influssi piรน presenti sono quelli del โ500 veneto, annunciati giร da un Davide al piano terra sempre del Basaldella, una tela in cui il nostro recuperรฒ tinte plumbee velatamente bassanesche.
Tornando al primo piano di Casa Cavazzini, in particolare, lo sfondato verso lโalto e la costruzione delle scene su piรน piani articolati con diligenza riporta a schemi veronesiani: questi sono pure chiamati in causa dal modo in cui le figure si muovono con vivacitร ed agilitร fra tali piani, mentre tra le suggestioni del passato possono essere richiamati echi quattrocenteschi e quasi giotteschi nel rigore con cui certe architetture squadrate accolgono i personaggi che vi si agitano.
Afro infatti dipinse scene di vita quotidiana, cittadina e campestre: Cavazzini poteva cosรฌ cenare in mezzo ad episodi di gioiosa industria, convivialitร ed in generale ai risultati degli umani incontri e dello stare insieme.

Il valore di questโopera, in cui tra lโaltro sono stati trovati accenni stilistici anche al โbaroccoโ dechirichianoโ, e della testimonianza del lavoro del Midena, fanno comprendere con facilitร dunque come mai il museo sia stato intitolato, per la presenza del lascito del mercante di stoffe, Casa Cavazzini.
Buona visita!
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Simone Costantini
Ho studiato Storia dellโarte a Udine e a Milano, lavorando poi per diverse realtร museali sia in Friuli, casa mia, che nella cittร meneghina: sono specializzato in arte contemporanea, ma non limitato ad essa. Gironzolare per chiese e musei รจ quanto faccio nelle mie giornate libere: spero che quanto avete letto o leggerete di mio ve ne possa trasmettere le motivazioni e che inizierete a farlo anche voi!