Avete mai visitato le Case da Gioco di Venezia?
Se la risposta รจ negativa, ho una buona notizia per voi: presso l’Hotel Monaco e Grand Canal รจ visitabile (su prenotazione) la cosiddetta “Sala del Ridotto”.

L’antico palazzo, che oggi ospita un albergo di lusso, apparteneva originariamente alla famiglia Dandolo, poi nel XVI secolo ospitรฒ l’ambasciata francese, e nel 1638 divenne il “Casin di San Moisรจ”.
Il Casin, nel senso di โpiccola casaโ, era chiamato anche Ridotto, dal latino โredursiโ che significa โrecarsiโ, ed รจ lโantenato delle moderne case da gioco di Venezia.
Inizialmente era semplicemente un locale o una stanza adatti per intrattenersi con gli amici dopo il teatro o per un caffรจ; in questi luoghi di ritrovo si chiacchierava, si ballava, si discuteva di letteratura, di filosofia e di politica, ma soprattutto si giocava dโazzardo; azzardo che fin dalle origini era sempre piaciuto ai veneziani (d’altra parte la fondazione stessa della cittร in un luogo cosรฌ insolito come una laguna era giร di per sรฉ un azzardo!).
Allโinizio si giocava ai dadi, poi a scacchi, a backgammon, e infine a carte: panfil, il faraone e la bassetta, da cui il detto: โDe matina una messetta, de giorno una bassetta e de note una donnettaโ. Tra l’altro il gioco del faraone รจ in voga ancora oggi negli Stati Uniti col nome di โfaroโ.

Ogni categoria sociale poteva avere il suo casin o ridotto, non solo i nobili quindi, ma anche i borghesi, i mercanti, gli artigiani, le donne e persino i domestici (dico โdomesticiโ perchรฉ a Venezia non cโerano schiavi, qui anche la servitรน era stipendiata, vi ricordo che la prima nazione al mondo a proibire la tratta degli schiavi fu la Repubblica di Venezia nel 960 d.C., con la promissione del Doge Pietro IV Candiano – la seconda nazione a proclamare l’abolizione della tratta degli schiavi e a impegnarsi attivamente per contrastarla fu l’Inghilterra, nel 1807).

Il successo dei Casini fu tale che la Repubblica decise di aprire quella che รจ a tutti gli effetti la prima casa da gioco pubblica dโEuropa gestita dallo Stato: il Ridotto di S.Moisรจ (siamo nel 1638).
Il ridotto pubblico aveva regole ben precise: non si potevano riservare i tavoli, nรฉ consumare cibi cotti, ma solo dolciumi, salumi, frutta, caffรจ e vino, i giocatori potevano mascherarsi mentre chi gestiva il gioco no, e ai tavoli non si poteva parlare (!). Per cui piccole o immense fortune passavano da una mano allโaltra nellโassoluto silenzio.
Grazie al fatto che ci si potesse mascherare, il Ridotto Pubblico divenne ben presto luogo dโincontro di tutte le categorie sociali; ma non solo, giacchรฉ, come racconta il Goldoni: โVenivano a giocare persone dalle quattro parti del mondo, compresi re e principi stranieri a volte in incognito e a volte noโ.

Vi aspetto per scoprire insieme le case da gioco di Venezia!
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Walter Fano, nato da padre piemontese e madre veneta, ha vissuto per lo piรน tra Torino, Milano e Venezia, ma รจ in questโultima che si sente a โcasaโ. Appassionato di storia dellโarte decide di diventare guida turistica, ma con unโimpronta meno accademica e piรน narrativa (le date e i nomi si dimenticano facilmente, le storie no). Crea lโassociazione โLโaltra Veneziaโ con lโintento di mostrare ai viaggiatori piรน sensibili e curiosi una Venezia meno turistica e piรน autentica.