Alla scoperta del borgo di Novafeltria (RN)

Il cuore della Valmarecchia

Ogni valle italiana ha un cuore amministrativo e commerciale: la Valmarecchia questo cuore c’è l’ha a Novafeltria.

Nonostante sia il Comune più recente, in quanto nato solamente nei primi del Novecento, dall’unione di più frazioni, “sottratte” ai Comuni confinanti di Talamello e Sant’Agata Feltria, con l’agglomerato di Mercatino Marecchia.

Novafeltria è una cittadina tranquilla, posizionata esattamente al centro della valle, che appunto per questa sua posizione strategica, è divenuta la cittadina riferimento.

Proprio qui si sono costruiti e insediati, l’Ospedale “Sacra Famiglia”, nosocomio che serve tutta l’alta valle del Fiume Marecchia, e la zona appenninica adiacente, nonché tutti gli uffici amministrativi territoriali, da quella che una volta era la Comunità Montana, all’Unione dei Comuni.

A Novafeltria si svolge anche, il lunedì mattina, un mercato settimanale che attira gente da tutta la valle.

Dal punto di vista storico abbiamo già detto che come Comune nasce solamente agli inizi del 1900, e più precisamente nel 1910, dopo anni di incorporamento e successiva restituzione di autonomia, dal Comune di Talamello.

Le testimonianze storiche all’interno del capoluogo si rifanno soprattutto alla Pieve di San Pietro in Culto, del X° Secolo.

Il termine “in culto” ci fa capire come fosse una “Pieve costruita in terreno coltivato”, cioè in mezzo agli orti, non in mezzo agli alberi di un bosco, che ci fa pensare a come ci fosse attorno ad essa anche un agglomerato urbano, e all’Oratorio di Santa Marina, un chiaro esempio di struttura romanica, la cui costruzione risale al 1191.

Posta in bilico su uno sperone di roccia e accessibile tramite una ripida gradinata, sembra quasi costruita in un sol blocco di pietra, due testimonianze di spicco di quello che era lo spirito religioso e sociale di questo territorio, e a qualche raffinato palazzo signorile, come Palazzo Segni, sede della omonima famiglia bolognese, che qui si insediò nel Seicento, ora sede del Municipio, o Palazzo Mattei, una splendida residenza ottocentesca, entrambi affacciati sulla piazza del paese.

Nelle frazioni invece, in un territorio compreso tra i comuni di Maiolo, Sant’Agata Feltra San Leo e Talamello, troviamo testimonianze importanti che vanno da Are Sacrificali, come quella nei pressi della frazione di Torricella, un monumento rupestre, costituito da una grande roccia su cui sono state scavate due vasche con canalicoli e coppelle

Vi sono poi anche la zona archeologica di Perticara, dove scavi recenti hanno riscoperto una struttura romanica absidata al centro di resti di un più vasto complesso, e le Pievi secolari.

Tra queste, spicca quella di Santa Maria in Vico, nella frazione di Secchiano, del X° Secolo, un monumento degno di attenzione, sia per l’area archeologica adiacente, che per le sue strutture architettoniche, al cui interno si trovano due belle ancone lignee, di cui una datata 1601, discreti dipinti che vanno dal ‘500 all’800, e soprattutto il frammento di un bell’affresco absidale databile fra il ‘400 e il ‘500 rappresentante la Madonna della Misericordia.

Scorci di Novafeltria

Diversi sono anche gli incastellamenti che ancora si possono scorgere, come quello nella frazione di Uffugliano, del 1300, dove sono ancora visibili i resti di una torre rotonda impostata su un basamento quadrato, quello di Secchiano, risalente alla fine del ‘400, a quello della frazione di Torricella.

Qui ancora si può ammirare, sulle mura d’ingresso, uno stemma in pietra risalente al 1474, anno in cui Federico Malatesta, Conte di Urbino venne proclamato Duca, o al castello di Sartiano di cui non rimane altro che l’impianto urbanistico di ciò che fu.

Anche nella frazione di Perticara esisteva un castello, probabilmente uno dei primi a sorgere, che però fu anche il primo a decadere e a scomparire.

Novafeltria

Ovviamente, vista la vicinanza del Fiume Marecchia, erano numerosi anche i Mulici e si possono trovare ancora strutture, atte alla macina della farina, come quello in località Molino Baffoni o quelli nella frazione di Secchiano o da polvere da sparo, come quello di Novafeltria.

Fanno ancora bella mostra di se, anche antiche Ville e Palazzi come Palazzo Carboni, in località Secchiano, risalente al XIII° Secolo, che era probabilmente un fortilizio con la funzione di avamposto del Castello locale.

L’edificio venne ampliato nel 1635 e assunse la forma attuale nel 1712.

Grazie al fatto che venne adibito dalla Croce Rossa tedesca come ospedale, si salvò dai bombardamenti del 1944.

Nella frazione di Perticara, invece, troviamo la storia e alcuni impianti estrattivi, di quella che è stata per molto tempo, la miniera di zolfo più grande d’Europa, dove ora, in alcune strutture è nato il Museo Minerario Sulphur, una testimonianza storico-culturale di primaria grandezza, che attira visitatori anche da oltre confine.

All’interno di questo Museo, le sale, costruite su una sapiente scenografia degli spazi, di grande suggestione, hanno una potente forza comunicativa, che risulta particolarmente efficace per l’apprendimento e la didattica.

La loro sequenza è organizzata in un percorso strutturato per temi che riproduce tutte le fasi dall’estrazione alla fusione dello zolfo e culmina nella sala detta de “La Miniera”, fedele ricostruzione di un itinerario sotterraneo inaugurata nell’ottobre 2005, in cui la visita diviene esperienza di una delle più straordinarie avventure dell’uomo, quella che spinse migliaia di uomini a rinchiudersi nelle profondità della terra alla ricerca dello zolfo, rendendosi parte attiva dell’evoluzione economica e sociale del nostro paese.

Novafeltria

Nel capoluogo poi, si può ammirare, il bel Teatro Sociale, che pare risalire alla fine del Settecento, teatro gestito da un circolo di nobili locali. La documentazione d’archivio testimonia lavori di ristrutturazione nel primo decennio del Novecento.

L’attuale teatro però venne inaugurato nel 1925 con “La Bohème” di Puccini, originariamente un’opera di gusto palesemente liberty con un esterno scandito da lesene e finestre, con cornici arcuate e fastigio a pinnacoli con lira al centro. Nell’interno dominava, e domina tutt’ora, soprattutto il gusto decò, reso evidente da grossi pilastri con sovrastanti colonne che reggono tre ordini di balconate suddivise un tempo da tramezzi in palchi aperti.

Purtroppo la nuova ristrutturazione realizzata nel 1983 prevedette l’eliminazione dei tramezzi per ricavare tre ordini di gallerie.

Negli ultimi decenni questo teatro ha presentato cartelloni sempre molto interessanti, passando da opere per ragazzi, a commedie con compagnie a carattere nazionale.

Il teatro di Novafeltria

Vorrei fare una nota particolare, e termine non è più indicato, in campo musicale: a Novafeltria si trovano sia la sede dell’Accademia Musicale “Voci del Montefeltro”, un accademia lirica di fonetica e dizione italiana, dedicata a studenti del Belcanto, italiani o stranieri, che durante le estati valligiane riempiono piazze e teatri con spettacoli e prime con il “Montefeltro Festival”, una kermesse molto seguita, sia il Parco dedicato al cantante Ivan Graziani, abruzzese di nascita, ma che qui aveva trovato l’amore e messo su famiglia.

Sfruttando la sua posizione centrale, Novafeltria poi, negli anni ha sempre cercato di essere punto di riferimento anche per le Sagre e le Feste.

Gli abitanti organizzano infatti un bellissimo Carnevale, nel periodo invernale, o una suggestiva festa che vuole omaggiare il Solstizio d’Estate come la “Notte dei Cento Catini”, con atmosfere incantate, streghe e folletti.

Vi sono poi anche le feste dedicate alle erbe spontanee, alla vendemmia, tutti momenti conviviali che attirano gente che arriva anche da oltre il confine valligiano.

Se capitate quindi in Valmarecchia, vi consiglio di visitare il borgo di Novafeltria: vi aspetto!


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GIANLORIS CRESTI
Nato a Rimini nel 1966, dopo gli studi di Ragioneria, per i quali non nutrivo un grosso interesse, ho iniziato ad occuparmi di Turismo e di Promozione, e negli anni ho iniziato a collaborare a livello amatoriale, con riviste mensili locali e riviste web, scrivendo articoli sulla mia valle, sulle sue tradizioni e la sua storia. Ottenute poi le qualifiche di Tecnico Marketing Turistico e di Promotore Turistico Territoriale, ho dato una svolta alla mia vita, accrescendo il numero di collaborazioni, anche come fotografo naturalista, una mia vecchia passione.

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