Calabria: Terra da Vivere – Trekking sul Monte Cerviero (CS)

Il territorio del Parco Nazionale del Pollino, tra Calabria e Basilicata, possiede una grande disponibilità di variegati itinerari. I vari percorsi, di diversa difficoltà in base alla propria preparazione, consentono infatti di poter soddisfare tutte le categorie di escursionisti: da chi inizia ad approcciarsi alla disciplina, a quelli più esperti. Anche tra i trekking che conducono sulle vette, possiamo avere una netta e distinta separazione, infatti quello proposto è un itinerario di media difficoltà che però permette di raggiungere la cima di Monte Cerviero (1.443 m) e godere degli ampi panorami che esso può concedere.

Il punto di partenza del trekking sul Monte Cerviero si trova dove è localizzata la Cappella della Madonna del Carmine, di fronte la quale è presente il rudere di un Fortino Borbonico, testimone di altri racconti pubblicati proprio sul blog di Posti e Pasti che potete tranquillamente leggere e vedere ricercando nel sito.

Tutto il percorso, tra andata e ritorno è di circa 8,80 Km. Si parte da una quota di 1.082 m s.l.m. e si arriva sulla cima di Monte Cerviero, a 1.443 m. Inoltre, per chi volesse integrare altre mete al percorso, all’ultimo incrocio, facendo una semplice e veloce deviazione seguendo il tracciato verso destra, si può raggiungere l’anticima del rilievo, dal nome Monte San Josemaria (1.429 m) e avere un altro punto di vista panoramico sul territorio circostante.

Si parte dunque dalla Cappella della Madonna del Carmine, punto di devozione locale, che venne realizzata da chi, secoli addietro, venne fatto prigioniero da una banda di briganti e ne uscì sano e salvo a seguito del pagamento del riscatto richiesto.

Come segno di devozione, interpretando la sua salvezza come miracolo avvenuto a seguito delle tante preghiere fatte alla Vergine durante i giorni di prigionia, donò la somma che servì a realizzare la struttura che divenne nel tempo punto di riferimento dei tanti viaggiatori che discendevano dal Passo di San Martino, località che dall’Altopiano di Campotenese si doveva necessariamente attraversare in direzione nord alla volta della Basilicata.

Questo punto divenne noto anche con un nome dialettale, in quanto si trova quasi al confine tra le due Regioni, Calabria e Basilicata, e venne indicato con l’appellativo di “ pichetto”. Proprio qui inoltre, si svolse un avvenimento cruciale della battaglia di Campotenese, sempre raccontato nell’episodio già citato della Posti e Pasti TV.

Trekking sul Monte Cerviero

Si seguono così le indicazioni della segnaletica verticale del CAI, e si inizia il trekking sul Monte Cerviero su una evidente strada sterrata che in leggera salita conduce subito nel primo tratto di sentiero per buona parte in faggeta: l’essenza arborea principale che contraddistingue questa prima parte di bosco. In questo tratto tra aprile e maggio non è difficile scorgere anche interessanti fioriture, quali ad esempio alcune specie di orchidee spontanee, che appassionano tanti botanici e amanti della fotografia, e il bellissimo giglio rosso.

Qui il tracciato è netto ed evidente, e prosegue superando la faggeta fino ad arrivare in località “La Castagnara”, nome di per sé evocativo: proprio qui il bosco è contraddistinto da castagneti, un tempo utilizzati per la produzione da frutto mentre oggi gestiti per lo più per ottenere legname. L’uso di queste aree è mutato nel tempo.

Particolari sono i vecchi ruderi ora in buona parte avvolti dalla vegetazione che fungevano da riparo per il pastore e per il gregge che in primavera ed estate veniva trasferito nei pascoli di altura. Nei dintorni, curiosando proprio tra queste strutture, non è difficile incappare in antiche testimonianze della civiltà contadina come aie, muretti a secco, canali di irrigazione, stazzi.

Flora che si incontra in un Trekking sul Monte Cerviero
Orchis Simia

Superati i castagneti si aprono aree un tempo coltivate prevalentemente a patate o a foraggio e non si può non notare il cambiamento netto del colore della roccia che compone i versanti e i rilievi che si iniziano ad incontrare. Dal classico grigio, grigio scuro delle rocce calcaree tipiche del Pollino, si passa ad un netto viraggio sul rossastro, fino ad avere anche rocce quasi nere.

Questo perché Monte Cerviero è uno dei pochissimi siti, indicati tra i 69 geositi del Pollino Global UNESCO Geopark (area riconosciuta come patrimonio dell’umanità per le sue particolari caratteristiche geologiche e morfologiche), caratterizzato dall’eccezionale presenza di rocce di origine vulcanica: gli strati affioranti si sono formati a seguito del rapido raffreddamento di lava proveniente da eruzioni subacquee avvenute milioni di anni fa che hanno formato dei caratteristici cuscini di roccia, chiamati comunemente proprio pillow lava. E’ quasi un gioco aguzzare la vista e scorgerne la presenza tra la vegetazione e lungo il percorso.

Continuando sul sentiero, si incontra solo un incrocio netto e marcato che è quello subito prima delle antenne e dei ripetitori posti quasi sulla cima della montagna. Qui come detto poco su, si potrebbe seguire a destra andando verso la cima di Monte San Josèmaria, e poi tornare indietro per continuare a seguire la sterrata, che conduce presso il Rifugio di Cerviero, ad oggi purtroppo abbandonato, e continuare fino alla cima poco più avanti, potendo ammirare l’ampio panorama che continua ad aprirsi sempre di più fino alla piattaforma posta poco distante alla cima e raggiungere la meta.

Da qui si vede verso est Coppola di Paola e Cozzo Ferriero con la loro faggeta vetusta, la valle del Mercure/Lao con i vari paesi calabri e lucani a contornarla, fino a vedere a ovest il Mar Tirreno, e a sud-ovest tutto l’Altopiano di Campotenese con i rilievi dell’Orsomarso. Uno spettacolo unico, da osservare anche alle luci del tramonto.

Trekking sul Monte Cerviero
Trekking sul Monte Cerviero
Cima di San Josèmaria

Il trekking sul Monte Cerviero è adatto ad un pubblico che è mediamente allenato o vuole iniziare a percorrere itinerari mediamente impegnativi e provare con un percorso non troppo tecnico. Il periodo ideale è probabilmente proprio la primavera o l’autunno, mentre è sconsigliato l’inverno in quanto potrebbe essere necessaria la progressione su apposita attrezzatura, come ad esempio le racchette da neve, altra opzione ovviamente per chi si è avvicinato al loro utilizzo e vuole mettersi alla prova con qualcosa di più impegnativo.

Naturalmente io sono a disposizione per raccontarti le meraviglie di questi luoghi e accompagnarti durante questa e tante altre escursioni nel Parco Nazionale più grande d’Italia.

Ti aspetto per camminare insieme!


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Ciao, sono Andrea Vacchiano. Vivo nell’area protetta più grande d’Italia: il Parco Nazionale del Pollino, tra Calabria e Basilicata. E proprio qui, amante della mia stupenda e controversa terra, sono diventato prima Guida ufficiale del Parco (2013), e poi Guida Turistica abilitata (2019). Ho intrapreso questa strada con passione e voglia di fare perché credo nel valore di questo territorio che ha conservato luoghi ricchi di arte, storia e natura davvero unici. Ti aspetto per visitarli insieme!

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