Il Pozzo di Mosè e la certosa di Champmol a Digione

In questo nuovo articolo vi accompagnerò in una gita fuori porta alla Certosa di Champmol, a pochi passi da Digione.

Seguendo il cammino lungo il fiume l’Ouche, che scorre a sud del centro storico, si arriva infatti in un luogo molto particolare: l’ospedale psichiatrico di Digione. In questo contesto un po’ curioso, si nasconde un gioiello della scultura gotica borgognona: il cosiddetto “Pozzo di Mosè”, o “Puits de Moïse” in francese.

Il Pozzo di Mosè e la certosa di Champmol a Digione
Il “Pozzo di Mosè”

Quest’opera medievale non è stata realizzata per decorare l’ospedale psichiatrico, che fu costruito soltanto a metà Ottocento; il Pozzo di Mosè faceva all’origine parte del complesso architettonico della Certosa di Champmol, creata nel 1384 dal duca di Borgogna Filippo l’Ardito e distrutta dopo la Rivoluzione francese.

Il complesso della Certosa di Champmol doveva mostrare la fede del duca ma anche il potere della nuova dinastia ducale a Digione: Filippo voleva infatti che questa certosa fosse anche la necropoli della famiglia ducale, e chiamò perciò molti artisti a lavorare in questo importante cantiere. Molti di questi artisti provenivano dalle Fiandre, che facevano allora parte del ducato di Borgogna, tra cui lo scultore Claus Sluter. Nato a Haarlem (Paesi-Bassi), lavorò a Bruxelles e forse a Parigi prima di arrivare a Digione nel 1385, dove rimase fino alla sua morte nel 1406. Fu lui a realizzare vari elementi nella certosa, tra cui il Pozzo di Mosè, il portale della chiesa della certosa e la tomba del duca Filippo l’Ardito. 

Il Pozzo di Mosè e la certosa di Champmol a Digione
Il portale scolpito della chiesa della certosa, unico elemento rimasto della chiesa medievale voluta da Filippo l’Ardito
Il Pozzo di Mosè e la certosa di Champmol a Digione
La tomba del duca di Borgogna Filippo l’Ardito, scolpita da Claus Sluter e ultimata dall’allievo Claus de Werve, 1385-1410, oggi collocata nel museo delle Belle Arti di Digione (foto da Wikimedia Commons, Patrick)

Il Pozzo di Mosè si trovava nel grande chiostro della Certosa di Champmol, il centro della vita comunitaria dei monaci. Questo monumento in realtà non era chiamato Pozzo di Mosè nel Medioevo, perché lo vediamo oggi incompleto: faceva infatti da base ad un grande calvario col Cristo sulla Croce (distrutto ulteriormente), ragione per cui il suo vero nome medievale sarebbe la “Grande Croce”. Il nome attuale invece proviene da una delle figure scultoree ancora esistenti sul monumento, e anche dal fatto che è costruito sopra un vero pozzo alimentato da una falda freatica, che assumeva un ruolo pratico ma anche simbolico (dimostrare che il sacrificio di Cristo è fonte di vita).

Il Pozzo di Mosè e la certosa di Champmol a Digione
Disegno raffigurante la “Grande Croce” (cioè il Pozzo di Mosè) con la parte superiore ora mancante, circa 1760, archivi di Digione

Sopra il pozzo d’acqua vediamo quindi oggi il piedistallo di questo calvario sparito, composto da sei monumentali statue di profeti, in piedi su mensola con decori vegetali e separati da sottili colonne. Su queste colonne, angeli di pietra piangono la morte di Cristo, collegando questa base col Calvario sopra, distrutto nel Settecento probabilmente dalla caduta del tetto.

La parte più impressionante di quest’opera sono queste monumentali figure di profeti: Mosè, Davide, Geremia, Zaccaria, Isaia e Daniele. Misurano circa due metri di altezza, e ognuno dei profeti è raffigurato con tratti molto individualizzati, realistici ed espressivi. Sembrano veri ritratti, e i loro corpi si sviluppano in tre dimensioni senza essere costretti dal supporto architettonico, dando un sentimento di monumentalità.

Il Pozzo di Mosè e la certosa di Champmol a Digione

I sei profeti hanno una caratteristica comune: tengono in mano grandi rotoli su cui sono iscritte le loro profezie, che annunciano tutte la morte del Cristo, creando quindi un collegamento con la parte superiore sparita del Calvario. Ognuno di loro è poi individualizzato con alcuni dettagli nella sua apparenza fisica.

Vediamo quindi Mosè, riconoscibile dalle tavole della legge che tiene in mano, ma anche da una caratteristica fisica un po’ curiosa. Mosè viene infatti raffigurato con delle corna, una rappresentazione artistica in realtà abbastanza frequente fino al Settecento, come succede per esempio con la statua scolpita da Michelangelo nel 1513-1515 per la tomba di Giulio II.

Abbiamo accanto a lui Davide, riconoscibile dalla sua corona regale ma anche da un particolare del vestito: vediamo cucite sul mantello piccole lire, che rimandano alla sua attività musicale. Questo particolare poteva anche essere connesso alla vita dei monaci della certosa, che recitavano ogni giorno i salmi biblici scritti da Davide.

Il Pozzo di Mosè e la certosa di Champmol a Digione
Davide, particolare – Foto da Wikimedia Commons, GO69

Questo stesso collegamento con la vita dei monaci della certosa si osserva col profeta Zaccaria. Tiene in mano una piuma e una piccolissima bottiglietta d’inchiostro, rimandando così a una delle attività principali dei monaci: la copia di libri.

Il Pozzo di Mosè e la certosa di Champmol a Digione
Zaccaria

Vediamo infine che l’atteggiamento stesso dei profeti viene molto individualizzato: nessuno di loro ha esattamente la stessa postura, ed alcuni di loro sembrano proprio girarsi l’uno verso l’altro e chiacchierare col proprio vicino!

L’insieme doveva poi sembrare ancora più vivace nel Medioevo grazie alla policromia che copriva allora tutto il gruppo scultoreo, e di cui rimangono ancora oggi alcune tracce.

Il Pozzo di Mosè e la certosa di Champmol a Digione

Vi aspetto per scoprire insieme la Borgogna e le sue bellezze!


Vorresti organizzare una visita guidata qui?

Clicca qui e compila il form: selezioneremo per te la giusta Guida turistica, escursionistica o esperienziale che possa accompagnarti alla scoperta del territorio secondo le tue preferenze e il tuo budget!

Seguici sui canali social per non perdere novità, eventi, consigli e idee per il tuo tempo libero:


Ciao! Sono Chloé, vengo da Nantes, in Francia, e ho studiato storia dell’arte all’Ecole du Louvre di Parigi e poi nella magistrale di arti visive a Bologna, specializzandomi in storia dell’architettura. Mi sono trovata così bene a Bologna che ci sono rimasta ancora per un po’ per fare un master in Valorizzazione turistica e gestione del patrimonio culturale. Adesso faccio la guida turistica all’Hôtel-Dieu di Beaune, un ex-ospedale medievale trasformato oggi in un museo e ubicato a 40 chilometri a sud di Digione. Un giorno forse mi piacerebbe tornare in Italia per lavorarci ma nel frattempo vi faccio scoprire la mia regione di origine e la mia nuova regione di adozione!