
Ad Albairate, in provincia di Milano, si trova una delle opere più curiose e nel contempo forse meno conosciute del celebre architetto del Seicento milanese Francesco Maria Richini (1584-1658), ovvero l’Oratorio di San Bernardino.
La cappella, posta nei pressi dell’attuale camposanto cittadino, al limitare sud dell’abitato ma comunque a breve distanza dal centro storico, venne progettata attorno al 1641 dl Richini in sostituzione di una precedente struttura ormai vetusta e non più adatta a contenere un sempre maggior numero di fedeli che era stata voluta dall’arcivescovo milanese Federico Borromeo per proteggere un’immagine della Vergine che era molto venerata dal popolo locale.
Anche in un progetto “ordinario”, ad ogni modo, il Richini fa sentire forte la sua presenza di architetto “scenico” ed innovativo nel panorama milanese della sua epoca: la facciata, infatti, appare smussata a seguire la pianta ottagonale della chiesa, intuizione che le conferisce non a caso quell’aspetto barocco che subito salta all’occhio. La scelta dell’ottagono è segno ancora una volta della profonda conoscenza che il Richini presenta non solo in ambito architettonico, ma anche teologico: il rimando al tema dell’ottavo giorno che simboleggia Cristo risorto da morte dopo il settimo giorno (il sabato ebraico) e per esteso il giorno senza tramonto, ovvero l’eternità. In questo si può legare anche la vicinanza dell’oratorio al cimitero locale, come luogo della certezza della risurrezione dei corpi nel giorno del giudizio, secondo la credenza cristiana.

Il Richini non era certo nuovo a queste prodezze: nella chiesa di San Giuseppe a Milano aveva già sperimentato una pianta poligonale che movimentasse per così dire la struttura della chiesa, ma l’aveva conclusa con una facciata piatta che invece nell’esempio di Albairate decide di non riproporre per non appesantire la struttura, la quale non a caso si slancia in maniera uniforme ma leggera verso il cielo azzurro della campagna di provincia.
Sempre la facciata, è ingentilita dalla presenza di un protiro, un piccolo portico a colonne che precede il portale d’ingresso ed offre riparo in caso di pioggia o del solleone, una soluzione che il Richini adotterà praticamente in maniera identica anche nell’Oratorio dell’Addolorata presso sant’Ambrogio della vicinissima Corbetta appena qualche decennio dopo, sfruttando la medesima pianta e la medesima disposizione della chiesa per sottolineare ancora una volta la volontà di legare insieme campagna e religione.

Le analogie tra i due oratori, del resto, si ritrovano anche all’interno: l’aula unica, la divisione delle pareti in aree regolari riporta chiaramente alla cultura dell’architettura cinquecentesca, sebbene finestre e portale presentino decorazioni squisitamente barocche, segno che si è già svolto il passaggio di un’epoca. Persino le lesene, come nell’esempio corbettese, presentano dei mezzi capitelli corinzi a stucco di pregevole fattura e conservazione.
L’unico altare, sopraelevato e affiancato da colonne tortili e stucchi, è affiancato da due nicchie con statue di santi che rappresentano le uniche decorazioni dell’interno che si presenta sommariamente sobrio e disadorno.
Per chi non lo avesse ancora visto, l’oratorio di San Bernardo di Albairate rappresenta uno splendido gioiello che merita sicuramente una tappa nell’esplorazione delle bellezze storiche e artistiche dell’ovest milanese, magari in abbinamento ad una biciclettata nelle campagne del magentino, o alla visita del bellissimo Museo Agricolo che sorge proprio dalla parte opposta del piazzale dove sorge la chiesa.
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Ciao, sono Andrea Balzarotti. Ho frequentato la facoltà di Scienze Storiche presso l’Università degli Studi di Milano e mi sono specializzato quindi nella storia del territorio del magentino, nel milanese, nel quale vivo da sempre, con le sue curiosità, i suoi aneddoti e le sue tradizioni. Dal 2008 collaboro come volontario presso la Proloco di Robecco sul Naviglio e diverse altre realtà turistiche territoriali e dal 2010 svolgo l’attività di curatore e guida del Museo del Santuario di Corbetta (MI). Nel 2008 mi è stato assegnato il Premio Territorio dalla città di Corbetta. Da sempre appassionato di storia, genealogia, numismatica, araldica e archivistica, sono redattore di alcuni periodici locali, ho all’attivo diverse pubblicazioni sulla storia del milanese e la partecipazione a conferenze a tema, nonché l’organizzazione di mostre ed esposizioni.