Fior di tenacia e nobiltà
Originaria dell’Asia centrale, la stella alpina (Leontopodium alpinum) è la regina indiscussa della Alpi, simbolo di resilienza, rarità ed eterna giovinezza: si tratta di una pianta schiva e solitaria, molto resistente e robusta poiché costantemente sottoposta a sbalzi termici, condizioni climatiche ostili, lunghi geli invernali e alla forte esposizione al sole e ai raggi ultravioletti. Conosciuta come Edelweiss, fiorisce nei mesi di giugno/luglio e cresce anche sull’Appennino, sui Pirenei e sull’Himalaya ad un’altezza compresa tra i 1.800 e i 3.000 metri di quota: la sua forma a piede leonino ha dato origine al nome Leontopodium.

La pianta, di tipo perenne, raggiunge i 15-20 cm di altezza e appartiene alla famiglia delle Asteraceae: tecnicamente la stella alpina non è un unico fiore, ma un’infiorescenza formata da un numero variabile di fiori raggruppati in più teste (da 2 a 12) di colore giallo/verdastro, dette capolini, e quelli che vengono scambiati per petali sono in realtà le brattee, le foglie carnose disposte a stella, lanceolate, bianche e coperte da una sottile peluria argentata dall’aspetto vellutato e felpato che le protegge dal freddo. Per questo motivo fino alla seconda metà del XIX secolo, a Zurigo, veniva chiamata dai botanisti Wollblume (il fiore di lana) per poi diventare il fiore culto della Svizzera (e dell’Austria).

«Nessun fiore brilla più di una stella alpina, è quello il gioiello che desidero. Il gioiello che mi farà felice»: tra gli ammiratori della piantina, considerata un sigillo d’amore, vi era l’imperatrice Sissi (Elisabetta di Baviera), moglie del Kaiser austriaco Francesco Giuseppe che regnò tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo.

Guardare, ma non strappare!
La stella alpina ha rischiato l’estinzione, ma fortunatamente pian piano ha ricominciato a diffondersi sulle nostre montagne: la rara bellezza l’ha resa molto suscettibile alla curiosità e alla raccolta indiscriminata degli escursionisti che, pur di averla come souvenir, si inerpicavano strappando le povere piantine. Non va assolutamente sradicata dal suo habitat naturale poiché, oltre a commettere un illecito (in diverse zone sono previste sanzioni!), non si riuscirebbe comunque a garantirne la sopravvivenza, in quanto la coltura richiede specifiche caratteristiche ambientali.
Il Cantone svizzero di Obvaldo vietò già nel 1878 lo sradicamento delle stelle alpine mediante una legge considerata tra le prime in Europa nell’ambito della tutela ambientale. La Regione Autonoma della Valle d’Aosta, da sempre stata attenta alla protezione della biodiversità, nel 1977 si è dotata di specifiche leggi di salvaguardia a protezione della flora alpina poiché, data la sua particolare conformazione, conta circa 2.000 specie diverse. La coscienza dell’importanza di questa particolare ricchezza ha dato origine ad una legge regionale più mirata (l.r. 45/2009) che vieta la raccolta delle specie di flora alpina particolarmente protetta regolamentandola per le specie più comuni e quelle officinali: la stella alpina rientra nelle “Specie di flora spontanea autoctona a raccolta regolamentata”.
Esistono in commercio, per gli interessati e gli appassionati, delle specie ibride molto simili che riescono ad adattarsi a vivere in zone dalle temperature decisamente più miti: i fattori importanti per la sua crescita sono un terreno ben drenato, privo di ristagni d’acqua, e un po’ di ombra per proteggerla dal sole più caldo nei periodi estivi.

Se volete ammirare le stelle alpine da vicino e in tutta comodità, senza dover raggiungere quote elevate a piedi, potete visitare il Giardino botanico alpino Saussurea al Pavillon du Mont Fréty di Courmayeur (a 2.175 metri d’altezza, raggiungibile con la funivia Skyway Monte Bianco), aperto tutta l’estate, dove si possono acquistare anche le sopracitate piantine coltivate. Considerato un punto di sosta tra la valle e il cielo, in questo giardino botanico convivono più di 900 esemplari di piccole meraviglie delle Alpi e di altre catene montuose: il nome deriva da una pianta molto rara che cresce nei pascoli pietrosi, la Saussurea alpina, così denominata in onore dell’alpinista e scienziato ginevrino Horace-Bénédict de Saussure, promotore della prima ascesa al Monte Bianco del 1786. (Info: https://www.saussurea.it/)

Accanto al giardino botanico è possibile pranzare ai piedi del Monte Bianco, in uno scenario meraviglioso che vi lascerà senza fiato! Il Ristorante Alpino propone piatti dai sapori genuini di montagna, come la polenta di mais integrale macinata a pietra, la crespella alla valdostana con prosciutto cotto e Fontina DOP, la Valpellinentze alla vecchia maniera… da gustare, assieme ad un ottimo calice di vino, nella sala panoramica dalle grandi vetrate oppure sulla terrazza al sole, per ammirare da vicino la bellezza e l’immensità della natura circostante.
Leggende e significati legati alla stella alpina
La prima testimonianza scritta del nome Edelweiss, che in tedesco significa «nobile bianco», compare in uno studio del 1785 del naturalista austriaco Karl Von Moll nel quale affermava che, se usato come incenso, il fiore produceva un fumo in grado di scacciare gli spiriti che attaccavano il bestiame e provocavano infezioni della mammella. Si credeva, inoltre, che la stella alpina favorisse la digestione e avesse il potere di curare alcune malattie respiratorie come la tubercolosi. Dalla metà del XIX secolo, con il boom dell’alpinismo e i connessi valori di coraggio e vigore legati a questo sport, si diffusero ancor di più le leggende e le credenze legate alla preziosa piantina: il tedesco Berthold Auerbach, nel suo romanzo “Edelweiss” del 1861, ribadì la difficoltà del raccoglierla affermando che possederla «è una prova di eroismo fuori dal comune». Nel linguaggio dei fiori indica infatti coraggio, tenacia e amore sincero collegato alla purezza dell’alta montagna.
Secondo la leggenda, in un piccolo villaggio delle Alpi viveva una bellissima fanciulla desiderata da molti pretendenti ma assai difficile da amare, tanto da rimanere sola per sempre: alla sua morte venne trasformata in una splendida stella alpina, preziosa e inavvicinabile, lasciata vivere tra i ghiacci e le rocce impervie, così che solo i nobili d’animo avrebbero potuto ammirarla e coglierla.
La stella alpina è stata anche protagonista del fumetto “Asterix e gli Elvezi” del 1970 dove Asterix e Obelix, incaricati da Panoramix di trovare una stella argentata per preparare un antidoto ad un veleno, dopo varie peripezie per le strade elvetiche, una scorpacciata di fonduta e una scalata sui picchi alpini, riuscirono a compiere la missione, salvando così la vita al questore romano avvelenato.

Benefici della stella alpina
La stella alpina è un fiore molto resistente che ha sviluppato determinate caratteristiche e proprietà per difendersi e adattarsi alla natura. Le sono riconosciute capacità curative: in passato, ad esempio, veniva utilizzata come rimedio contro i dolori reumatici, per calmare la tosse e ridurre le infiammazioni e ancora oggi è presente nei prodotti cosmetici anti età e nelle creme solari in quanto ricca di polifenoli che le conferiscono una grande capacità di antiossidante naturale per proteggere la pelle dalle radiazioni solari e prevenirne l’invecchiamento e come antinfiammatorio naturale e antibatterico.
In Valle d’Aosta l’azienda Alpiflora di Hône produce cosmetici naturali per la cura del corpo dalla coltivazione delle erbe officinali di montagna, come stelle alpine, arnica, iperico, calendula, lavanda, timo, menta, salvia, rosmarino, achillea, piantaggine e malva, nel rispetto della natura e delle tradizioni tramandate da generazioni. Una volta raccolti, i capolini fioriti della stella alpina vengono portati nel laboratorio dove avviene il processo di essiccazione, rigorosamente al riparo dalla luce del sole per una migliore conservazione, per poi essere riposti in contenitori di acciaio per la macerazione.

In questa fase viene utilizzato un veicolo estrattore, solitamente l’olio di girasole o la glicerina vegetale, al fine di ottenere un macerato vegetale ricco di proprietà benefiche: l’estratto vegetale di stella alpina viene poi utilizzato nella formulazione di creme viso, creme mani o saponi.
Per saperne di più: https://www.alpiflora.it/
Amore irripetibile – Alda Merini
Sull’ultima corda del tuo violino
avevo già appeso il mio amore
pieno di robe vecchie.
Però in cima aveva una stella alpina
ti giuro, ho valicato mille montagne
le stelle alpine Dio le pianta così in alto,
ma è così bello il rischio
è come suonare su una corda sola
senza neanche una cassa armonica
esce il trillo del diavolo
che sarà anche triste
però è un sogno d’amore irripetibile
un virtuosismo che non muore mai mai
che non muore mai.

Vi aspettiamo per scoprire questa e altre bellezze naturalistiche della Valle d’Aosta!
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Ciao a tutti, mi chiamo Caterina e sono giornalista, accompagnatrice turistica e guida museale. Nel tempo libero mi dedico alle altre mie passioni: l’arte, i viaggi e la promozione della mia amata regione, la Valle d’Aosta, un piccolo scrigno tutto da scoprire! Seguite i miei consigli per conoscere le curiosità e le meraviglie custodite tra le montagne più alte d’Europa. Siete pronti a partire?