Gli Infernot del Monferrato

Scopriamo oggi una particolarità forse non molto nota, ma sicuramente affascinante, del Monferrato: gli infernot.

Nel 2014 l’Unesco ha dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità alcune zone di Langhe Roero e Monferrato in Piemonte, e di esse fanno anche parte gli infernot del Monferrato, e in specifico del Monferrato Casalese, concentrato intorno alla cittadina di Casale Monferrato.

Ma prima di parlare degli infernot, bisogna fare un passo indietro nel tempo e parlare brevemente della composizione geologica del Monferrato Casalese, che ha portato alla formazione della cosiddetta Pietra da Cantone, in cui sono stati scavati gli infernot.

Infatti, milioni di anni fa l’attuale Pianura Padana era occupata dal mare e da isole; una di queste isole occupava buona parte del Monferrato Casalese circa 20 milioni di anni. A causa di cambiamenti climatici, il mare si ritirava o si approfondiva, unitamente alla sedimentazione di strati marnosi, calcarei e argillosi che, tra i 20 e i 14 milioni di anni fa, hanno dato vita a quella che oggi è chiamata appunto Pietra da Cantone. Si tratta dunque di una pietra di origine miocenica, marnosa e calcarea, utilizzata per la costruzione già dal Medioevo.

In quel periodo, essa veniva utilizzata per la realizzazione di blocchi squadrati che venivano alternati a mattoni d’argilla ad esempio nella costruzione delle chiese e pievi campestri; successivamente verrà utilizzata anche per la costruzione di case e palazzi privati e pubblici. Nel Monferrato Casalese sono molteplici gli esempi dell’uso di questa pietra dalla tipica sfumatura ocra.

Infine, attorno alla metà del 1800, nel sottosuolo marnoso e calcareo verranno scavati direttamente gli infernot. Oggi non esistono più cave attive da cui questa pietra venga estratta, ma camminando nel Monferrato ci si può imbattere in quelle che erano le cave di estrazione. Una delle ultime ad essere state dismesse è quella che taglia la collina di Rosignano Monferrato in modo spettacolare e sui cui si erge il paese.

Ma cosa sono gli infernot?

Si tratta di camere ipogee, scavate nella caratteristica Pietra da Cantone, seguendo alcuni principi: gli infernot erano costruiti al di sotto delle cantine in cui veniva pigiato e fermentato il vino e in cui erano disposte le grandi botti per l’affinamento del vino stesso.

A differenza di quanto quindi si potrebbe pensare, gli infernot non erano utilizzati come cantine per la vinificazione. Erano costituti da una o più sale, raggiungibili con scale piuttosto ripide, le eventuali sale potevano essere collegate tra loro tramite corridoi. Altre due caratteristiche essenziali erano  (e sono)  temperatura e umidità costante al loro interno per tutto l’anno, e la mancanza di punti luce e di areazione.

Gli infernot venivano sostanzialmente usati per la conservazione del vino imbottigliato, garantendone infatti la perfetta conservazione grazie alle caratteristiche con cui venivano costruiti. Essi rappresentano oggi un unicum nel territorio piemontese e per questo sono stati valorizzati grazie al riconoscimento UNESCO.

Alcuni infernot del Monferrato

Dove si trovano gli infernot del Monferrato?

Negli ultimi anni gli infernot sono stati censiti (molti sono ancora quelli che devono essere inseriti nella lista), attualmente quelli identificati sono situati in 14 comuni del Monferrato, per lo più Casalese, e appartengono in buona parte a privati. Aderiscono a un circuito che li rende parzialmente visitabili, alcuni più facilmente altri in particolari occasioni.

Rosignano Monferrato

Tra di essi, meritano quelli di Rosignano Monferrato, visitabili rivolgendosi all’Infopoint, e quello dell’Ecomuseo della Pietra da Cantone situato a Cella Monte. Tra l’altro, i due paesi sono molto caratteristici a loro volta, tanto da meritare comunque una visita che, unita alla visita degli infernot, può tranquillamente occupare un intero pomeriggio o anche una giornata, se abbinata ancora a una passeggiata sulle belle colline circostanti o alla visita di eventuali altri infernot aperti in paesini limitrofi.

Proprio a Rosignano, paese insignito tra l’altro della bandiera arancione del Touring Club, è possibile vistare alcuni infernot anche privati, dislocati in diversi punti del paese. Tra essi l’Infernot del palazzo del Comunale e quello della Battaglia, così chiamato perché la tradizione vuole che la zona in cui esso si trova sia stata protagonista dell’assedio spagnolo del 1640, a cui i cittadini resistettero stoicamente. Il percorso inizia dalla piazza antistante la chiesa di San  Martino di fronte all’Infopoint, dove si può anche gustare un piatto tipico come agnolotti accompagnati da Barbera del Monferrato o dal tipico Grignolino. Sul muro a fianco della chiesa spiccano due belle tavole realizzate dai ragazzi della scuola primaria e del doposcuola di Rosignano, composte da formelle in ceramica. E’ interessante soffermarsi a leggere quello che esse contengono: i proverbi e i piatti tipici del luogo da una parte; dall’altra rappresentazioni delle colline, dei monumenti di Rosignano.

Passeggiando per le vie del paese per raggiungere i vari infernot, si possono ammirare le belle e caratteristiche abitazioni in pietra da cantone, gli scorci sulle morbide colline intercalate da vigneti, coltivi e boschi, per arrivare alla Rocca, da cui si gode di un panorama spettacolare. Qui inoltre è esposta un’opera che illustra quella che è stata l’evoluzione geologica del Monferrato, da mare abitato da specie tropicali fino alla formazione delle colline, ancora oggi ricche di fossili.

Cosa visitare nel Monferrato oltre agli infernot

Alcuni infernot del Monferrato

Rosignano offre diversi percorsi tematici, anche uno legato al pittore divisionista Angelo Morbelli, che proprio in una frazione del paese trascorse alcuni anni della sua vita, immortalando le colline e i paesaggi circostanti. Ricordo inoltre, che fuori paese nei pressi della Chiesa della Madonna delle Grazie, si trova la panchina gigante n 41 i cui colori ricordano il rosso del Grignolino e il grigio-ocra della pietra da cantone.

Spostandoci di qualche chilometro si raggiunge Cella Monte, che fa parte del circuito dei  Borghi più belli d’Italia non a torto. Il suo nome deriva forse dalle celle sotterranee che venivano scavate un tempo per conservare liquidi e cibi, oppure dalla presenza di piccoli monasteri. Il piccolo paese mostra scorci affascinanti con le sue viuzze strette fiancheggiate da imponenti palazzi nobiliari, i costruiti in blocchi di pietra arenaria poggiata direttamente sulla roccia della collina, blocchi su cui a volte si scorgono effettivamente le impronte di fossili se non addirittura la presenza di conchiglie inglobate all’interno.

Merita una visita l’Ecomuseo della Pietra da Cantoni, ospitato nel bellissimo Palazzo Volta di origine quattrocentesca e donato al paese dalla Curia di Casale Monferrato nel 2000. Dalla metà del 1600 circa il palazzo fu utilizzato come casa parrocchiale con conseguenti rimaneggiamenti. Il bellissimo loggiato quattrocentesco è stato infatti riportato alla luce recentemente e con grande sorpresa in quanto esso era stato, nel corso del tempo, totalmente tamponato e intonacato tanto da non farne supporre l’esistenza.

Monumenti da visitare assieme agli infernot del Monferrato

Nell’Ecomuseo i volontari, nel fine settimana, vi accompagneranno alla scoperta della Pietra da Cantone, degli infernot, dello sviluppo e origine geologica del Monferrato e alla visita dell’infernot.

Quest’ultimo presenta la particolarità di un tavolo centrale, forse usato per assaggiare il vino conservato nelle bottiglie, forse per trascorrere il tempo giocando a carte durante le calde giornate estive. La particolarità di questo e di altre simili strutture presenti negli infernot è che questi tavoli, dalle forme più differenti ed arricchiti da diverse tipologie decorative, sono scavati direttamente nella pietra dell’infernot, con cui formano un tutt’uno, non sono stati trasportati. Così come anche le mensole e le celle su cui ancora oggi si conservano le bottiglie, tutto è stato creato tramite escavazione. La terra rimossa veniva ulteriormente utilizzata: quella escavata a blocchi per la costruzione di edifici, quella frammentata poteva  essere ad esempio utilizzata come mantello stradale pressato.

Dopo l’immersione nella cultura e nella storia degli infernot, potete ancora concedervi una passeggiata sulle colline intorno a Cella Monte, solcate da vigneti, tartufaie e sui paesaggi rilassanti di questo angolo di Monferrato sempre pronto a stupire il visitatore con al sua quieta bellezza.

Vi aspetto per scoprire insieme questo magnifico territorio!


Mi chiamo Raffaella Bonetto, sono una Guida abilitata per il Basso Piemonte e lavoro principalmente con ospiti stranieri, per lo più di lingua tedesca. I miei tour toccano diversi aspetti: storico-culturale ed enogastronomico, per unire le eccellenze che il Piemonte sa offrire ai suoi visitatori. Amo la mia regione ricca di cittadine piene di arte e di storia; amo la tranquilla bellezza dei paesaggi delle colline del Monferrato e delle Langhe che invitano a rilassanti passeggiate immersi nella natura, nella cultura e nelle tradizioni.
Cerco di trasmettere ai miei ospiti questo amore con passione e professionalità, mostrando attenzione e sensibilità verso le esigenze di ognuno. Insieme scopriremo le sfaccettature più o meno note di un territorio variegato: dai bellissimi scorci panoramici alle prelibatezze gastronomiche, dai prodotti vitivinicoli conosciuti nel mondo ai paesi adagiati sulle colline con le loro curiosità Spero che ne sarete affascinati e che potrete  innamorarvi e appassionarvi al  Piemonte, portando con voi e trasmettendo a chi incontrerete le emozioni e le esperienze provate!