Cosa pensano i docenti in merito alle visite didattiche?
L’attività didattica di ogni insegnante è una croce e una delizia. Ogni anno, pur con le stesse finalità formative, l’insegnante ha la possibilità e il dovere di scegliere, cercare, inventarsi le modalità migliori e più adatte ai propri alunni e alunne per accompagnarli nel loro percorso formativo d’istruzione.
È compito del consiglio di classe nella sua completa formazione a tre componenti (docenti, rappresentati genitori e rappresentati alunni/e) programmare ogni anno le eventuali visite didattiche proposte dalla componente docenti.

Ma la scelta non è sempre così semplice… Ci sono diverse (e qui non esaustive) motivazioni riguardo a questa opportunità formativa. Perché di questo si tratta: uscire dall’aula e dalla scuola per imparare in modo diverso, con tutti i sensi corporali, con una tempistica diversa, con degli strumenti diversi.
Per il medesimo obiettivo: far apprendere, imparare, non perdere tempo.
Ma di fronte all’opportunità delle visite didattiche, che non è obbligatoria, ci sono posizioni diverse e a volte divergenti nello stesso consiglio di classe:
– Chi la vede come un “premio” per la classe. Della serie: se la devono meritare, per il comportamento e il profitto, altrimenti niente uscita.
– Chi la vede in ottica utilitaristica personale, per cui l’uscita è un’occasione per visitare luoghi nuovi e fare esperienza diverse.

– Chi vuole dare agli alunni e alunne un’alternativa alla quotidianità in aula, e così giocano sulla fiducia per poter far crescere anche umanamente il gruppo classe.

– Chi non accetterà mai di accompagnare per paura dei rischi e delle conseguenze amministrative e penali in caso di incidenti, di problemi disciplinari e comportamentali.
– Chi la vede come un’opportunità quasi di stare “in famiglia” con gli alunni e alunne, cioè poter vivere con loro delle dinamiche relazionali più alla pari, più semplici e meno formali rispetto al momento a scuola.
– Chi, e per fortuna sono la maggioranza, la vive come una vera occasione didattica per se stessi e per i discenti. Scelta con coerenza alle tematiche svolte in classe, preparata attivamente con loro, adeguata alle capacità e alle necessità didattiche e metodologiche degli alunni e alunne, valutata nei tempi e nei costi in modo ragionevole. Insomma una vera perla di umanità e apprendimento oltre il quotidiano.
Quest’ultima situazione, a parer mio, porta gioia, soddisfazione, crescita, maturità. Non solo un ricordo nella storia personale, ma un tassello fondamentale per lo sviluppo del sapere, delle competenze e delle abilità!
Sei un isegnante o un genitore e vorresti organizzare una visita didattica?
Michele Trabucco insegna nelle scuole superiori. Laureato in Scienze storiche, Scienze delle Religioni presso Roma tre e in Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale presso La Sapienza. È autore del blog http://www.scuolanews.org e del podcast Insegnanti almicrofono. Inoltre ha scritto “Comunicare la storia con successo. Il caso di Alessandro Barbero”, Albatros il filo edizioni, 2022; “Storia di Bhen. Un incontro tra i banchi di scuola”, Intrecci edizioni 2020; “Il concetto di Disturbi Specifici dell’Apprendimento in prospettiva europea, alcune best practices”, Intrecci edizioni 2018. È giornalista pubblicista e Direttore Responsabile di un mensile di cultura.