Nel centro storico di Parma è possibile ammirare numerosi palazzi storici antichi le cui fondazioni originarie risalgono al XIII XIV secolo.
Tra questi, uno dei più importanti è il Palazzo Comunale, localizzato in Piazza Garibaldi, che divenne sede comunale dal 1221.
L’attuale edificio, il cui progetto è da attribuire al Magnani, risale agli anni compresi tra il 1626 al 1639.
Presenta un piano terra porticato denominato ‘’portici del grano’’ per ricordare l’antico mercato di prodotti cerealicoli che aveva luogo nella antica Piazza Grande, poi denominata Piazza Garibaldi.
Il palazzo nella parte superiore è caratterizzato da una serie di finestre adibite oggi a funzioni di rappresentanza e di amministrazione del potere civico.
All’esterno, prevale l’ordine tuscanico dorico inquadrato da archi al piano terra.
In epoca farnesiana questo edificio venne completamente rinnovato ed ingentilito in occasione di un importante matrimonio avvenuto nel 1628 tra Odoardo Farnese, figlio del quarto Duca di Parma e Piacenza Ranuccio I e Margherita Farnese, figlia di Cosimo II de’ Medici.
All’ interno, meritano un cenno una Crocifissione, opera del pittore Bernardino Gatti, autore degli affreschi della navata centrale della Cattedrale di Parma e un ciclo di tele di Ilario Spolverini, raffiguranti feste farnesiane.
Di fronte al Palazzo Comunale, si erge un altro edificio, Palazzo Fainardi, di epoca medievale.
Fu la prima sede municipale, istituita nel 1150. Nell’antico Palazzo Civico, fino al 1221 si riunirono consoli e funzionari civici.
E’ caratterizzato da torri angolari e da finestre ad arco. Fu per secoli il Palazzo dei Beccai, dove si trovavano le macellerie cittadine.
Successivamente, l’immobile divenne sede del tribunale e prigione, con il nome di Palazzo dell’Inquisitore o del Giudice Criminale.
Nel 1612, avvenne in questo luogo la famosa congiura messa in atto da Ranuccio I Farnese nei confronti di alcune nobili famiglie, come i Sanvitale e i Sanseverino, accusati di aver congiurato nei confronti del Farnese.
Gli esponenti di queste nobili famiglie furono defenestrati da una delle famiglie localizzate al secondo piano.

Spostandoci nei pressi del Duomo e del Battistero di Parma, si può ammirare un altro meraviglioso edificio, Palazzo Sanvitale, di proprietà della famiglia Sanvitale, che vantava anche la proprietà di altri due castelli, la Rocca Sanvitale di Sala Baganza e quella di Fontanellato.
Il conte di Fontanellato Alessandro II arrivò nel Palazzo dal 1639.
La costruzione di questo edificio, intrapresa nel primo 1500 vedeva in questo luogo antecedentemente, la sede del Monte di Pietà.
Era una istituzione finanziaria senza scopo di lucro di origini tardo medievali, sorta nel XV secolo su iniziativa dei frati francescani per erogare prestiti.
Fu poi sfrattato alla fine del Seicento dai Sanvitale.
Il Palazzo, edificato nella prima meta’ del 1500 dai Lalatta, passò poi ai Prati, ai Cesi e ai Sanvitale dal 1639 grazie ad un matrimonio politico che coinvolse un discendente dei Sanvitale e una discendente dei Cesi.
I Sanvitale, attuarono accorpamenti di fabbricati contigui tra i quali il Teatro della Racchetta (antico teatro di corte situato all’interno del Palazzo), costruito nel 1674 da Ranuccio II Farnese, sesto Duca di Parma e di Piacenza, che lo cedette nel 1687 ai Sanvitale, dopo la costruzione del Teatro Ducale della Riserva localizzato nel Palazzo di Riserva.
Il nome del teatro (racchetta), deriva dal gioco della pallacorda che si praticava nell’area.
La sala ad U, ovvero a ferro di cavallo, contava 85 palchi e loggioni che potevano accogliere fino a 600 spettatori.
Fu demolito negli anni trenta dell’Ottocento.
Oggi il Palazzo è in stile neoclassico suddiviso in tre ordini. Nel primo ordine si può ammirare un finto bugnato mentre nei due ordini superiori le finestre sono inframmezzate da lesene con capitello di ordine ionico.
Le finestre presentano un’alternanza tra timpano triangolare a una semplice decorazione.
A coronamento del corpo centrale vi è un’elegante balaustra arricchita da una serie di statue.
Nel palazzo furono ospiti ministri, sovrani come Napoleone Bonaparte e Papi come Pio VIII Chiaramonti.
Gli interni del palazzo, oggi sede di un istituto bancario, presentano porzioni di affreschi di stile baglionesco, risalenti alla fine del XVI secolo, raffiguranti grottesche.
Vi lavorò anche il Bertoja che nel 1564 dipinse una sala con un affresco di Apollo con le muse concertanti.

Affaccia sulla Piazza della Cattedrale il Palazzo dalla Rosa Prati edificato in origine in epoca medievale.
I documenti attestano la sua esistenza già nel 1227 quando in questo luogo si trovava la casa, di proprieta’ degli Adami, dove nel 1221 nacque Fra Salimbene da Adam, un francescano e cronista latino del Medioevo.
Scrisse la Cronica di Fra Salimbene da Adam, nella quale si ricorda che il padre Guidone era amico del vescovo Grazia.
Questa casa passò nel Quattrocento alla famiglia Prati che si trasferì a Parma nel XII secolo.Furono insigniti della carica di Marchesi di Collecchio dai Farnese.
Durante il Ducato dei Farnese, la figlia del Marchese Prati sposò il Marchese Luigi dalla Rosa dando così origine alla casata dei Dalla Rosa Prati.
L’aspetto attuale del Palazzo è in stile neoclassico. La facciata si innalza su un alto zoccolo, in finto bugnato.
L’elemento di grande risalto all’esterno è il portale d’ingresso arricchito con due lesene su cui poggia una trabeazione con triglifi, elementi di derivazione classica.
All’interno dell’edificio, oggi non visitabile, sono presenti decori e dipinti risalenti al periodo tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo.

Nei pressi di San Francesco del Prato, si trova Palazzo Cusani, sede della Casa della Musica dal 2002, costruito nella seconda meta’ del XV secolo da un ramo della famiglia Cusani, di origini milanesi che vanta nelle sue parentele anche l’architetto del periodo Liberty Lamberto Cubani, uno dei più importanti del primo Novecento a Parma.
Nel XVI secolo il Marchese Galeazzo Cusani donò il palazzo all’Università di Parma che lo ristrutturò divenendo quindi sede delle facolta’ di Medicina e di Giurisprudenza fino al 1768.
Il Duca Ranuccio I Farnese, nel 1600, vi fece costruire all’interno uno studio pubblico per i Gesuiti che insegnavano Scienze e Geologia.
Divenne poi con i Borbone, nel 1700, sede della Zecca di Stato.
Successivamente, in epoca napoleonica, quando la chiesa di San Francesco del Prato, venne trasformata in carcere, il palazzo divenne sede del tribunale giudiziario.

Nei pressi di Via Cavour, si può ammirare l’affascinante edificio, sede delle poste centrali, realizzato nel primo Novecento da uno dei massimi architetti del periodo Liberty, Moderanno Chiavelli.
Era un giovane studente di musica, nativo di Fontanellato, che accidentalmente si fratturò la mano destra, rinunciando per questo motivo alla carriera musicale, per dedicarsi al disegno.
Lavorò presso l’Ufficio tecnico del Comune di Parma. Collaborò alla costruzione di diversi edifici come la scuola elementare Cocconi e al Macello Pubblico.
Tra il 1905 e il 1909 progettò il Palazzo delle Poste, su incarico del sindaco Mariotti.
E’ un edificio che affaccia su Via Pisacane e Via Melloni.
La facciata su Via Pisacane, presenta richiami classicheggianti con elementi decorativi fitomorfi.
Si notano un cornicione a dentelli, cornici, paraste con capitello, una trifora centrale e delle bifore ai lati.
All’interno, un ampio salone, con copertura a vetrata, ricorda l’Hotel Corso di Milano.
Parteciparono alla decorazione del palazzo anche altri artisti come Marini per la decorazione pittorica interna, Marzaroli per la decorazione plastica e Baratta per la realizzazione delle figure allegoriche del vestibolo.

Affaccia su Via Melloni, Palazzo Marchesi, realizzato nel primo Novecento da un altro architetto liberty, il cui nome fu Ettore Leoni, uno dei più importanti del panorama del parmense, che lavorò al progetto di numerose ville e abitazioni di nobili famiglie della città.
Palazzo Marchesi, è un edificio importante realizzato a partire dal 1912, considerato uno dei primi prototipi di casa parigina realizzato a Parma.
Si nota che il livello sociale variava in ragione inversa all’altezza; i piani nobili si trovavano tutti ai primi piani mentre nell’ultimo, dove si possono ammirare gli abbaini si trovavano le abitazioni dei ceti più poveri.
In facciata, si ammirano eleganti cornici, balconi in ferro battuto, timpani triangolari e a sesto ribassato dalla linea arcuata.
L’architettura, è ingentilita nella parte terminale, a fianco degli abbaini, da decorazioni pittoriche che rappresentano guerrieri realizzati dal pittore parmense Latino Barilli, figlio di Cecrope Barilli.

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