Una giostra di gusti e profumi
Avete mai pensato di visitare la Valmarecchia in autunno? Scopriamo perché non ve ne pentireste!

Le giornate si fanno pian piano più corte e fresche, le ferie per molti sono già un ricordo e la quotidianità fatta di lavoro, traffico, impegni familiari, è ormai l’unica attività che portiamo avanti.
Quando ci si trova ad affrontare periodi così, per rialzare il vigore delle proprie giornate ci vorrebbe, beh si…ci vorrebbe un bel giro di giostra !
Una scarica di adrenalina che coinvolga tutti i nostri sensi, ci appaghi la vista, incuriosisca il nostro intelletto, e ci avvolga il gusto, e che ci lasci piacevolmente sorpresi.
E allora niente di meglio di una visita in Valmarecchia, percorrendo in lungo e in largo la valle che storicamente unisce l’alta Toscana con la Romagna, lungo appunto le rive del Fiume Marecchia.
Da Settembre in avanti, il territorio che vide le lotte tra Malatesta e Montefeltro, nel Medioevo, nella Provincia di Rimini, e di cui ancora oggi ne ripropone i fasti attraverso Rocche, Forti e Castelli, mette a disposizione dei viaggiatori una serie di Sagre, Fiere, Festival con al centro prodotti del territorio, come Tartufi, Funghi Porcini, Polenta, Castagne, Formaggio di Fossa, in una cornice di attività culturali e ludiche, che li porteranno a godere direttamente questi territori, attraverso trekking e passeggiate.

L’autunno in Valmarecchia, assieme a questo valzer di gusti e profumi, inizia in pompa magna ogni domenica del mese di ottobre, a Sant’Agata Feltria, regno della Famiglia Fregoso, con la XXXIX °Fiera Nazionale del Tartufo Bianco, che da 39 anni appunto, attira buongustai e curiosi attorno a questo pregiato tubero, offrendosi a loro sotto forma di piatti profumatissimi come tagliatelle, risotti, ravioli, che ne esaltano le qualità.
Il tartufo, famoso già dal I° Secolo dopo Cristo (ne parlava a suo tempo Plinio il Vecchio), è un tubero che cresce sotto terra e dal profumo forte e acre, e in gastronomia è usato in maniera davvero ampia e creativa. Storicamente per la ricerca del tartufo venivano usati maiali e cani (oggi solamente quest’ultimi), e sono due principalmente le tipologie, quello Nero Pregiato, lo Scorzone(o tartufo estivo), e il Bianco Pregiato, di cui l’Italia è primo produttore ed esportatore nel Mondo.


Ogni domenica i cercatori si sfidano e portano alla ribalta il lavoro dei loro preziosissimi cani, elemento basilare nella ricerca del tubero, gli stand gastronomici, e i ristoranti della zona, offrono i loro migliori piatti della tradizione, o nuove ricette e abbinamenti intriganti e golosi.
Il borgo è tutto un brulicare di gruppi di turisti curiosi, famiglie in camper, che fanno la spola fra stands gastronomici e le bellezze storico culturali, quali il Teatro Angelo Mariani, vero gioiello completamente in legno, costruito nel ‘700, il più antico in Italia, la Rocca Fregoso, trasformata ne La Rocca delle Fiabe, dove ritrovarsi a sognare tra Dame, Cavalieri e Folletti, all’interno di una Rocca medievale perfettamente mantenuta.

Altri si perdono fra le viuzze del borgo alla ricerca delle Fontane Artistiche. Molti, al fine di arrivare all’ora di pranzo con il giusto appetito, si avventurano in trekking e passeggiate a conoscere il territorio o i piccoli borghi gioiello delle frazioni circostanti, come ad esempio il borgo di Petrella Guidi, Rocca Pratiffi, San Donato o Maiano.

Altri ancora, vanno ad incontrare invece la vita e le opere di San Francesco di Assisi, che qui a Sant’Agata Feltria ha dato vita a monasteri e conventi (il convento dei frati cappuccini e il monastero delle clarisse, ambedue tornati splendenti dopo i lunghi lavori di restauro, assieme alla chiesa di San Francesco alla Rosa che si trova di fianco a Rocca Fregoso), e dove sorgeva la “Cella Fausti” ovvero la piccola celletta nella quale nel 1213 il frate di Assisi aveva riposato, celletta distrutta nell’800, e al cui posto ora sorge un monumento a ricordo.
Tra settembre e ottobre, e precisamente il 10/17/24 settembre – 1° ottobre, nel borgo di Perticara di Novafeltria, turisti e non, si radunano invece attorno agli stand gastronomici che propongono la polenta in ogni sua forma, nell’evento della XXXV° Sagra della Polenta e dei frutti del Sottobosco.

La piazza e le vie di questo borgo alle pendici del Monte Pinciosi riempiono di aromi, soprattutto di quelli dei Funghi Porcini, del Tartufo, e di profumatissimi ragù che andranno a condire quello che per molto tempo è stato un piatto povero, se non poverissimo, della tradizione contadina: la Polenta appunto, piatto povero, oggigiorno rivalutato e divenuto piatto gourmet.
Questo piccolo borgo, è ricordato, soprattutto in valle, ma non solo, per la Miniera di Zolfo (la più grande d’Europa), che fino al 1961 ha dato lavoro a migliaia di persone, là dove ora, a memoria di tanta grandezza e del duro lavoro dei minatori, sorge il Museo Minerario Sulphur, un eccellenza culturale della Valmarecchia.

A poca distanza dal borgo di Perticara, a Talamello, gruppo di case adagiate attorno alla piazzetta centrale e alla sua fontana, dirimpettaie alla Rocca di Maiolo e al Borgo di San Leo, tutto è pronto per due sagre autunnali davvero cariche di eccellenze, la prima, Il 25 Ottobre 2023, sarà la XXIV° Fiera della Castagna della Valmarecchia, la festa dedicata al “marrone” della Valmarecchia, una varietà pregiata tipica della zona inserita nell’Elenco Nazionale dei Prodotti Tradizionali, di cui il vicino Monte Pincio ne è pieno.

Simbolo dell’autunno in Valmarecchia, troverete in vendita alla sagra le “ballotte” (lessate in acqua) e le “caldarroste” (cotte utilizzando la padella bucherellata sulla brace), ma anche dolci e focacce, primi e secondi piatti di cui sono ingredienti basilari.
Inoltre sarà possibile acquistare le castagne di Talamello dai produttori del Consorzio di tutela e valorizzazione delle castagne della Valmarecchia.
Ma Talamello non è solo Castagne (o altro come vedremo fra poco), il borgo è apprezzato anche per i suoi gioielli artistici come il Crocefisso presente nella chiesa di San Lorenzo, dipinto della Scuola Giottesca Riminese del ‘300, o gli affreschi della “Cella” del Cimitero, datati 1437, dipinti da Antonio Alberti da Ferrara, e quello che una volta era il Teatro Amintore Galli, teatro dedicato al padre dell’Inno dei Lavoratori, compositore nato in questo borgo che si affaccia sul fiume Marecchia, nel 1845, oggi divenuto Museo Pinacoteca Gualtieri “Il Mondo del Reale”.
Come dicevamo prima, Talamello non è solo Castagne della Valmarecchia, ma forse, e soprattutto, viene ricordato per l’Ambra di Talamello, ovvero il Formaggio di Fossa, che viene celebrato quest’anno il 12 e 19 Novembre 2023, attraverso la XXXVII° Fiera del Formaggio stagionato in fossa “L’Ambra di Talamello”.

L’Ambra di Talamello è difatti un formaggio pecorino prodotto in Valmarecchia e nelle valli del circondario, e stagionato poi per tre mesi in fosse di tufo, a Talamello appunto.
Questo formaggio, racconta la tradizione, è il frutto dell’ingegno contadino che stanco dei soprusi che arrivavano dalla vicina Toscana, e che vedevano il saccheggiamento dei prodotti della terra, decisero di nascondere questi ultimi, dentro grotte scavate nel tufo, e con loro grande sorpresa, una volta “sfossati” i formaggi, avevano cambiato aspetto e profumazione, divenendo un eccellenza unica, oggi apprezzata in tutto il Mondo.
Fu il poeta Tonino Guerra a denominarlo “Ambra” per il suo colore giallo paglierino e per la pregevolezza. È un formaggio davvero molto buono, fragrante, profumato, e si sposa con tanti altri ingredienti, dai primi piatti fatti in casa, ai secondi di carne, con i profumati mieli locali, ma fate attenzione, è un formaggio molto grasso, molto calorico, quindi il consiglio è quello di gustarlo con moderazione.
Quindi in autunno in Valmarecchia si aspettano i turisti e i viaggiatori con piatti prelibati di Funghi e Tartufi, con Formaggi storici e gustosi, tutti prodotti genuini che nascono direttamente dal territorio, e che si adattano perfettamente alle temperature autunnali o invernali, come la Polenta o le Castagne.
Ma l’offerta turistica passa anche attraverso eccellenze storico-culturali, quali Rocche e Castelli, che impreziosiscono Borghi “Bandiera Arancione” del Touring Club Italiano, come Sant’Agata Feltria, San Leo, Pennabilli, passa attraverso la vita di personaggi storici che hanno arricchito con le loro avventure, la storia di questa valle e non solo, come Dante Alighieri, San Francesco di Assisi, Uguccione della Faggiola nel passato, o come Tonino Guerra in tempi più recenti, e figure forse meno conosciute, ma altrettanto importanti e rilevanti, come Amintore Galli e Angelo Mariani.
Passa anche attraverso l’offerta culturale che scaturisce dai piccoli musei, quelli che parlano del territorio, della sua storia, delle sue genti, e che sono piene di meraviglie che non ti aspetti.

Quelli che raccontano delle fatiche nei campi, quando si lavorava la terra con strumenti di legno, con piccoli utensili per un lavoro manuale e faticoso. Quelli che raccontano di paure, lacrime e dolore, causato dalla barbarie nazifascista, che nella primavera del 1944 lasciò a terra decine e decine di vittime incolpevoli. Quelli che raccontano di come l’uomo è passato dalla difficoltà al piacere di fare i calcoli, oppure di quelli che minuziosamente ricordano quale fosse la vita di un minatore, in tunnel piccoli e bui, a centinaia di metri dentro le viscere della terra, ad estrarre zolfo.
E poi la cornice naturalistica, spettacolare, unica, fatta di boschi dai mille colori, raggianti di tonalità che vanno dall’arancio al giallo, dal rosso al marrone acceso, impreziosita da placidi laghetti, come il Lago di Andreuccio nel Comune di Pennabilli, oppure il Laghetto dell’Ecopark di Casteldelci, che ispirano la pace interiore, da panorami mozzafiato, finestre che si aprono sulla storia o su altre bellezze naturalistiche, in un susseguirsi di emozioni rare e irripetibili.

Insomma l’autunno in Valmarecchia è davvero una festa… Vi aspetto!
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GIANLORIS CRESTI
Nato a Rimini nel 1966, dopo gli studi di Ragioneria, per i quali non nutrivo un grosso interesse, ho iniziato ad occuparmi di Turismo e di Promozione, e negli anni ho iniziato a collaborare a livello amatoriale, con riviste mensili locali e riviste web, scrivendo articoli sulla mia valle, sulle sue tradizioni e la sua storia. Ottenute poi le qualifiche di Tecnico Marketing Turistico e di Promotore Turistico Territoriale, ho dato una svolta alla mia vita, accrescendo il numero di collaborazioni, anche come fotografo naturalista, una mia vecchia passione.