Nel salotto di Madame
Il viaggiatore da Roma è diretto verso le coste del “lido Adriatico”, ma prima di raggiungere la meta ultima del suo viaggio ha accettato di soggiornare nella città di Macerata, di cui ha sentito parlare nei circoli culturali da lui frequentati che ne hanno sempre elogiato la sua famosa università, l’accademia dei Catenati e le nobilissime famiglie che qui vi abitano. Lui, appassionato di viaggi e nuove scoperte, ha deciso di accettare l’invito del Conte Spada, curioso di scoprire la piccola capitale dello stato pontificio.
Una volta arrivato in città, si rende immediatamente conto che Macerata è impreziosita da molti palazzi nobiliari dall’architettura imponente, fastosa ed elegante e se le loro stanze non hanno accolto re e regine, è facile comprendere che essi sono stati la nobile cornice e la raffinata dimora di eventi e personaggi di fama nazionale ed internazionale, donne comprese.

“Il Palazzo di città deve corrispondere al livello economico della famiglia e deve essere un edificio idoneo ad ospitare qualunque personaggio illustre, persino il Sovrano…”, questo lui lo sa bene!


Oltre all’aspetto e al decoro della città, è il fermento culturale del luogo ad affascinarlo, soprattutto quello promosso da donne di estrema nobiltà e cultura e i cui nomi sono tenuti in gran considerazione negli ambienti culturali e aristocratici dell’Italia del tempo e fra questi c’è quello della contessa Maria Giulia Marefoschi. E’ lei che, con fermezza e determinazione, ha deciso di restaurare ed abbellire il magnifico palazzo di famiglia per renderlo completamente abitabile chiedendo al cardinale Mario Marefoschi sculture e reperti archeologi per impreziosire cornici e stipiti in pietra dello scalone d’onore.

Eccolo, dunque, il palazzo della contessa Marefoschi, la cui imponente massa muraria viene ingentilita da tocchi vanvitelliani in facciata che ne sottolineano la funzione estetica e simbolica di una famiglia che si è sempre distinta per originalità e grande respiro culturale. Raffinati salotti culturali ed eventi importanti di risonanza nazionale ed europea animano le sale del Palazzo Marefoschi come quello avvenuto il 15 aprile 1772 quando Charles Eduard III, pretendente al trono inglese, sposa Luisa Stolberg, contessa d’Albany, una delle donne più in vista dell’Italia tardo settecentesca.

Regina di famosi salotti letterari frequentati da moltissimi esponenti della cultura del tempo, Luisa Stolberg è anche prottettrice e amica intima della contessa Giulia Spada con cui spesso ricorda il breve soggiorno maceratese.
Giulia De Medici -Spada è un’altra di quelle donne che lasciano un profonda ammirazione in tutti coloro che hanno il privilegio di conoscerla e di frequentare i suoi salotti. Il nostro viaggiatore ne ha sentito parlare a lungo e alla fine è riuscito ad essere introdotto nella sua cerchia di ospiti e amici proprio la stessa sera del suo arrivo a Macerata.
Non sapendo se il destino gli riserverà una seconda occasione per tornare a Macerata, nonostante il lungo viaggio, lui, scrittore per diletto, curioso e appassionato del mondo, prolunga il suo girovagare nelle strade e nei vicoli della città di cui percepisce un certo fermento culturale e un’inaspettata energia vitale che squarcia l’apparente coltre d’indolenza e di torpore. Scende la ripida via che fiancheggia la torre comunale e imbocca la strada dove domina il palazzo Aurispa. Il nome non gli è nuovo, ha già sentito parlare di questa famiglia di patrioti maceratesi e ancora una volta si trova di fronte ad un’altra elgante dimora.
Meno appariscente del precedente palazzo Marefoschi ma certamente più antico, l’architettura del palazzo Aurispa conserva tutta l’armonia e la sobria eleganza tipiche dell’arte rinascimentale dove nella pietra delle cornici delle finestre è inciso con il nome degli Aurispa. Chiedendo informazioni ad alcuni passanti, viene a sapere che anche questo casato è legato ad un’altra straordinaria donna: Lavinia Aurispa. Colta, politicamente impegnata, carbonara e aperta alle idee liberali, Lavinia è la degna figlia di Pirro Aurispa e altrettanto degnissima moglie del conte Perozzi che, affascinato da tanta personalità coraggiosamente e liberamente espressa, corteggia e sposa la giovanissima Lavinia in aperto contrasto con la sua famiglia, subendo, così, l’esclusione dall’eredità paterna. Lavinia, i maceratesi la conoscono per le sue idee liberali e per il suo impegno politico che condivide con il marito con il quale costruisce un rapporto matrimoniale dai più ritenuto bizzarro, dove i due coniugi sono alla pari.

E gli viene in mente un antico proverbio:“Educa un uomo e avrai educato una persona. Educa una donna avrai educato un’intera comunità”, l‘orologio della torre batte il rintocco che gli ricorda che è ormai giunta l’ora di raggiungere la locanda dove prepararsi per la serata teatrale organizzata nel palazzo dei Conti Spada. Giungendo di fronte alla chiesa dei gesuiti, l’ospite viene informato che il salotto letterario si apre sopra il deposito dei libri della locale biblioteca, e con espressione divertita, pensa che non ci sia luogo più azzeccato per un salotto letterario!!!!
L’accoglienza che i padroni di casa riservano ai loro ospiti è tra le più amabili e cordiali e la padrona di casa, Giulia De Medici – Spada, è di notevole bellezza e fascino e animata da grande vivacità di spirito. Il viaggiatore si rende conto che il salotto dei conti Spada gode di un’atmosfera cosmopolita, folto di amici e di illustri esponenti dell’aristocrazia e della cultura locale e non, al suo interno si conversa di argomenti che spaziano dalla letteratura, all’arte, dalla musica alla scienza, dalla politica all’economia e, con grande stupore, la contessa Spada è in grado di sostenere tali conversazioni con una naturalezza che incanta.

Ad un certo punto della serata, un gradito annuncio viene riservato agli habitué del salotto: la società del Casino è ufficialmente formata e i soci potranno dilettarsi nell’arte drammatica, grande passione della contessa Giulia. Tra i più assidui frequentatori della famiglia, e sostenitore dei suoi progetti, c’è anche un bergamasco, ex soldato della repubblica cisalpina, esploratore e grande amico e ammiratore della contessa il cui nome è quello di Giacomo Costantino Beltrami.
Il viaggiatore, omaggiato di una sorta di “cittadinanza onoraria” per la serata, scopre che i maceratesi tutti, coltivano da sempre la passione per la musica e per il bel canto e proprio per questo, la serata si arricchisce di intrattenimenti musicali e gli ospiti vengono allietati dalla melodia dell’ arpa della contessa Rita Cini.
Altro talento tutto al femminile, la contessa Rita Cini si dedica allo studio della musica e dell’arpa sotto la guida della grande maestra Marianna Creti De Rocchis e la sua grande sensibilità per l’arte e per la musica muove moltissimi compositori di grande fama a comporre per lei e tra gli invitati si vocifera che l’ “Allegretto” appena eseguito sia stato composto, con dedica, dal famoso maestro Rossini.
Appagato dalla serata, ebbro di tante novità, stordito dalla bellezza inaspettata della città e dei suoi palazzi e stupito dalla vivacità culturale ed intellettuale di donne straordinarie, il viaggiatore si avvia verso la locanda stanco ma con il proposito di fissare tutto ciò nel suo taccuino di viaggio che forse un giorno pubblicherà con la dedica al volto femminile della città di Macerata.
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Mi chiamo Daniela, abito nelle Marche e precisamente a Macerata e lavoro come guida e accompagnatrice turistica da 25 anni. Svolgo la professione di guida turistica principalmente da Ancona fino ad Ascoli Piceno passando per piccoli ed incantevoli borghi dell’entroterra e adoro condurre i visitatori nel cuore autentico delle Marche svelando loro suggestivi ed infiniti angoli sconosciuti delle Marche “….ove per poco il cor non si spaura”.
Amo narrare la bellezza della mia terra in modo insolito con letture e piccole teatralizzazioni affinché i visitatori conservino il ricordo di un viaggio che è vera esperienza. Se desiderate, dunque, conoscere meglio questo piccolo angolo di mondo, non esitate a contattarmi!