Roma, un’eterna sorpresa – Castel Sant’Angelo

La leggenda dell’Angelo del Castello di Roma

Castel Sant’Angelo è un’icona della Città Eterna, un monumento impressionante che attira milioni di visitatori l’anno. A ben vedere l’edificio è qualcosa di unico nel panorama cittadino, poiché inizialmente era il mausoleo voluto dall’imperatore Adriano nel II secolo d.C. ma poi, nel corso dei secoli, fu riconvertito in prigione e fortezza, utilizzata anche da pontefici.

Castel Sant'Angelo

Questa, però, non è la ragione ufficiale per cui l’antica tomba monumentale di un imperatore romano viene chiamata oggi Castel Sant’Angelo. Dopotutto basta guardare sulla sommità di Castel Sant’Angelo, in cui con facilità potrete scorgere la statua bronzea raffigurante un angelo, nello specifico l’Arcangelo Michele. Perché?

L’origine di questa nomea, e non solo, affonda le sue radici in una tradizione e in un miracolo. Scopriamo quali!

Castel Sant'Angelo

La storia comincia alla fine del VI secolo d.C., un periodo in cui nella città di Roma si stava stagliando, sempre più netta e nitida, la figura del papa come leader politico, oltre che spirituale. Non dimentichiamoci, però, che la Roma dell’epoca era un centro urbano con mille problemi, e non era minimamente paragonabile a ciò che avrebbe potuto vedere, ad esempio, l’imperatore Adriano.

Tra le problematiche e le minacce che Roma doveva affrontare vi era anche il serio pericolo che epidemie potessero colpire la popolazione, epidemie dovute alle scarse condizioni igienico sanitarie in cui vivevano i cittadini dell’epoca, o anche a possibili inondazioni che, di tanto in tanto, il Tevere provocava.

Nel 590 d.C. accadde proprio qualcosa del genere. Roma era vittima di un’epidemia importante che stava provocando numerosissimi morti. Per fortuna sua, all’epoca il pontefice era Gregorio Magno, conosciuto anche con il nome di Gregorio I. Un papa importante per la storia della Chiesa Cattolica, uno dei primissimi pontefici a promuoversi come guida non solo spirituale, ma anche politica e amministrativa. Un uomo a cui i romani dell’epoca guardavano con favore e con rispetto, e a cui si aggrapparono anche in un momento di grave emergenza che stava attraversando Roma.

Fu dunque con enorme partecipazione che la popolazione accorse alla processione che papa Gregorio Magno organizzò, con partenza da San Giovanni in Laterano (allora i pontefici abitavano lì), per chiedere una grazia al Signore. Siamo al 3 di Settembre, una data storica per quello che accadde dopo. Si immagini, tanto per avere un’idea di quanto i cittadini romani volessero davvero che l’epidemia arrivasse al termine, che secondo le cronache più di 80 fedeli morirono durante la lunga marcia che il pontefice aveva in mente.

Gregorio Magno, infatti, voleva terminare la processione alla Basilica di San Pietro, già all’epoca il fulcro sacro di tutta la città di Roma, che attirava migliaia di pellegrini l’anno. E dobbiamo immaginare come il papa, seguito da centinaia (se non migliaia) di fedeli, percorse proprio la classica via utilizzata dai pellegrini all’epoca. Passò per Via dei Coronari per giungere dinanzi a quello che oggi è chiamato Ponte dell’Angelo, proprio davanti l’attuale Castel Sant’Angelo. All’epoca, però, l’edificio era conosciuto con il nome di Mole Adriana, proprio in memoria dell’antica e primigenia funzione del castello, il quale appunto ospitò le spoglie dell’imperatore Adriano (e non solo). Il ponte, di conseguenza, alla fine del VI secolo d.C. era chiamato Ponte Elio, in ricordo di Adriano che di nome faceva Publio Elio. Ed ecco che lì, proprio in prossimità del ponte (originale, del II secolo d.C.), papa Gregorio Magno e l’intera folla di fedeli assistette a un vero e proprio miracolo.

Pare, infatti, che improvvisamente, sulla sommità della Mole Adriana, apparve una figura splendente e lucente, con in mano una spada fiammeggiante. Tutti riconobbero immediatamente l’Arcangelo Michele, che dopo pochi istanti ripose la poderosa arma nel fodero, sparendo alla vista di molti. Improvvisamente tutti si sentirono meglio, sembrava che il peggio fosse passato, cosa che effettivamente accadde. Da quel momento l’epidemia cessò, e Roma fu liberata dalla piaga. Grande fu la meraviglia e la gioia, tanto che subito l’antico mausoleo di Adriano venne ribattezzato con il nome attuale, Castel Sant’Angelo appunto.

Fu sempre in memoria di questo miracolo che già dal Quattrocento un pontefice, Niccolò V, commissionò una statua raffigurante l’arcangelo, da porsi proprio sulla sommità dell’edificio. E questa tradizione dura ancora oggi, nonostante la scultura in bronzo che vedete voi non sia quella originaria, ma solo la sesta versione (le precedenti furono distrutte per varie ragioni o si deteriorarono).

L'Angelo di Castel Sant'Angelo

Capite, ora, perché Castel Sant’Angelo si chiama così? Vi aspetto per scoprire insieme altre chicche di Roma!


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Mi chiamo Gianluca Pica e sono una guida turistica ufficiale di Roma. Il motivo di questa scelta? La mia passione per una città incredibile come Roma! Per questo il mio percorso di studi e le materie che più amo, come storia dell’arte o archeologia, hanno come unico scopo quello di approfondire la conoscenza di questa città. Volete farlo anche voi? Vi aspetto!

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