Adagiata sulla Riviera di Chiaia, oggi quasi nascosta agli occhi dei tanti che percorrono il lungomare di Napoli, si erge maestosa Villa Pignatelli oggi anche sede del Museo intitolato a Diego Aragona Pignatelli Corte, uno dei rari esempi di “casa-museo” esistente a Napoli, per l’intrinseco rapporto che c’è tra edificio con il suo ricco arredamento e le collezioni.

La Villa in cui predomina lo stile neoclassico, coniuga elementi e stili diversi adottati da quelli neorinascimentali come delle torrette d’ingresso in pietra lavica, neopalladiani e neopompeiani, fino alla originale soluzione del monumentale colonnato neodorico che si scorge in lontananza oltre l’immenso parco antistante secondo il gusto inglese dell’allora committente: Ferdinando Acton, figlio di sir John, primo ministro di Ferdinando IV. L’edificio fu commissionato nel 1826 all’architetto Pietro Valente.
Il giardino presenta viali sinuosi ed irregolari e le aiuole del parterre sono arricchite con piante rare ed esotiche disposte a boschetto.
La villa viene trasformata ed ampliata nel 1841 quando la acquistano i banchieri Rothschild, i lavori inizialmente affidati ad un architetto parigino, saranno portati a compimento da Gaetano Genovese. Con l’Unità d’Italia, i Rothschild vendono la Villa al principe Diego Aragona Pignatelli Cortes, con quest’ultimo proprietario, molti saranno i cambiamenti nell’arredo, di ricercato gusto eclettico, tipico della fine dell’Ottocento in cui si mescolano da stili diversi dal neobarocco al neorinascimentale utilizzato nel fastoso mobilio della Biblioteca.


Fu centro di vita mondana ed intellettuale nel XIX sec per poi essere donata allo stato dalla principessa Rosina nel 1952 e nel 1960 vi fu inaugurato il museo. La villa inoltre ospita mostre e concerti.
La villa internamente si articola intorno a tre salottini centrali: quello Azzurro, che introduce alla grande Sala da ballo, con alle pareti fotografie e dediche dei frequentatori della Villa e il ritratto fotografico della principessa Rosina da giovane; quello Rosso, che mantiene ancora l’aspetto del periodo Rothschild, messo in comunicazione, attraverso il vestibolo circolare dell’ingresso, con la monumentale veranda neoclassica; quello Verde costituisce l’ambiente di raccordo tra la sfarzosa Biblioteca con il suo caratteristico parato in cuoio impresso in oro della fine dell’Ottocento, e la Sala da pranzo con la tavola arricchita dai piatti e le posaterie di casa Pignatelli.


La ricca suppellettile che arreda la Villa, testimonia l’interesse per le arti applicate: pregevoli argenti; mobili ottocenteschi; candelabri e orologi in bronzo dorato; statuine in bronzo come il Narciso dello scultore Vincenzo Gemito.

Ad arricchire notevolmente questa lussuosa dimora, contribuisce la cospicua raccolta di ceramiche di diverse manifatture: dai vasi e dalle coppe cinesi e giapponesi del Sette-Ottocento, alle porcellane di Limoges (pregevole è il Servizio da tavola di manifattura Bonneval), Sèvres, Zurigo, Chelsea, Meissen, Vienna. Tra le produzioni napoletane si ricordano alcune porcellane della Real Fabbrica di Capodimonte, maioliche delle fabbriche Giustiniani e Del Vecchio. Tramite lo scalone nobile si accede al piano superiore che, nel corso di lavori condotti dopo la donazione della Villa allo Stato, ha perso del tutto il preesistente arredo e il rivestimento in stoffa delle pareti.
Il piano superiore un tempo utilizzato come appartamento privato dei Pignatelli, ha subito diverse modifiche comportando anche la perdita delle decorazioni originarie. Il boudoir era il luogo dove la principessa ascoltava i dischi da lei collezionati, ed era arredato con mobili in stile impero, accanto vi era lo studiolo di piccole dimensioni dove è custodito parte del patrimonio librario. Infine la toilette personale del principe Diego, con i due grandi lavabi in marmo e una enorme vasca in marmo di Carrara scolpita con putti e stemmi della casa. Dal lato opposto si trovavano tre camere da letto e un corridoio di disimpegno che conduceva al salotto-sala da pranzo e alla toilette della principessa e degli ospiti; ambienti, questi, oggi sede della Casa della Fotografia.
Sul lato frontale della villa si trova la veranda neoclassica, caratterizzata da una doppia linea di colonne neo-doriche sulla facciata e da sculture ottocentesche che decorano l’ambiente interno. Inizialmente doveva essere aperta verso il giardino antistante ma poi chiusa da finestre e porte poste tra le colonne più esterne intorno alla fine dell’Ottocento. Attualmente la Veranda Neoclassica è sede di mostre temporanee o viene utilizzata per manifestazioni culturali di vario tipo.
Di fronte alla facciata posteriore è ospitato, nel prolungamento della fabbrica delle antiche scuderie situate al piano terra della palazzina Rothschild, il museo delle carrozze intitolato al fondatore Marchese Mario d’Alessandro di Civitanova. Il Museo, inaugurato nel 1975, oltre alla sezione destinata alle carrozze, presenta una ricca e raffinata collezione di finimenti, bordature e altri accessori connessi all’arte della carrozzeria.


Informazioni utili per la visita di Villa Pignatelli
Giorni di apertura: Aperto dal mercoledì al lunedì
Orario: 9.30-17.00
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Ciao, sono Roberta Paparo, guida turistica della Regione Campania dal 2011 e laureata in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali. Amo il mio lavoro perché adoro la mia terra e tutto ciò che di bello ha da offrire.
Lavorare come Guida mi dà al possibilità di studiare e scoprire aspetti sempre nuovi ed interessanti del territorio campano, dalle bellezze storico-artistiche a quelle del paesaggio, dalle tradizioni popolari e folkloriche alle leggende e ai miti, rinnovando le mie conoscenze e visitando luoghi diversi ogni giorno.
Inoltre, amo anche l’arte a 360°, dalle arti figurative al teatro, dalla danza alla musica. Proprio per questo, recito nella compagnia teatrale amatoriale “Gli ardisti” da oltre 20 anni ed ho partecipato a diversi laboratori teatrali che mi hanno aiutata anche nell’approcciarmi in modo diverso rispetto ad una semplice visita guidata, cercando di coinvolgere i turisti in una esperienza che gli permetta di essere protagonisti e non passivi ascoltatori, con la speranza che tornando a casa possano portare con sé un po’ di Napoli nel cuore.