Incastonato nel versante orientale del Parco Nazionale del Pollino, si trova uno dei Borghi più Belli d’Italia e Bandiera Arancione del Touring Club della Calabria, il suo nome è Civita o, come la chiamano gli arbëreshe, minoranza etnica di origine albanese, Çifti.
Facciamo però un passo indietro. Le comunità arbëreshe in Italia iniziano a concretizzarsi nel XV-XVI secolo, a seguito della morte del patriota albanese Giorgio Castriota Scanderbeg e della progressiva avanzata dell’Impero Ottomano nell’area balcanica. Riassumendo di tanto l’affascinante storia di Giorgio e quella degli avvenimenti a seguire la sua morte, molti fuggono e vengono accolti in Italia dove con il benestare dei feudatari locali si insediano nei diversi territori fondando comunità che nel tempo si sarebbero trasformate in villaggi e paesi, molti dei quali giunti fino ad oggi.
Questo è il caso di Civita, che inizia a formarsi proprio in quel periodo in due agglomerati vicini fra loro: uno intorno ad una cappella dedicata al Santissimo Salvatore, e l’altro formando un secondo rione in località Sant’Antonio con l’omonima cappella. Nel 1.495 Civita possiede, dalla regolamentazione focolare, 19 fuochi per i quali viene tassata, quindi circa 100 persone.


Si giunge a Civita da una sola strada che conduce direttamente alla piazzetta principale del paese, qui appare nel suo centro una fontana che venne realizzata a metà ottocento e che fa parte di una serie di altri fontanili e antichi lavatoio distribuiti dalla parte alta a quella bassa del paese, fulcro di incontri dei ritmi della quotidianità degli abitanti. La loro presenza oltre che abbellire e raccontare dei quartieri del centro abitato, regala fresca acqua, utile anche nelle giornate più calde.
Da non farsi sfuggire durante la camminata tra i vicoli e le piazzette sono i tanti comignoli, che abbelliscono le costruzioni e che erano tema di sfida tra i mastri muratori del paese, oltre che di forte potere scaramantico e apotropaico con i contenitori posizionati esattamente sulla cima di questi. Piccole e suggestive opere architettoniche.


La visita prosegue con una tappa nella Chiesa di rito greco-bizantino dedicata a Santa Maria Assunta con la sua iconostasi in legno di olivo e noce, e le icone delle scuole greche e balcaniche. Sui dettagli della chiesa e del particolare rito, vi invito a seguire i prossimi articoli in cui mi adopererò a realizzare un focus su questa interessantissima realtà del popolo arbëreshe.
Lasciando alla sinistra la cosiddetta “chiesa nuova” si procede su Corso Umberto. Qui appare evidente un’altra particolarità urbanistica del paese: la fattezza delle facciate di alcune case richiamano in modo quasi immediato le forme dei volti umani, antropomorfi. Il passaggio del pittore albanese neo-cubista Ibrahim Kodra a Civita diede l’idea di identificare con il suo nome queste abitazioni, in quanto in esse l’artista ritrovò parte dello stile della sua pittura. Come per i comignoli ci si può “perdere” per Civita per una “caccia al tesoro” e trovarne quante più possibile.



Altra tappa da non perdere assolutamente è il Belvedere sul Raganello. Punto panoramico eccezionale, che permette di trovarsi su un affaccio quasi frontale all’ingresso delle gole dell’omonimo corso d’acqua; uno dei siti del Pollino UNESCO Global Geopark, che rende il territorio del Parco Nazionale del Pollino parte del Patrimonio UNESCO, e scenario che lascia sempre senza fiato. Tra gli strati della roccia si possono osservare i milioni di anni passati per la formazioni di queste rocce, dove ora riescono a crescere le piante di leccio ed euforbia, e trovano riparo e nidificano rapaci rarissimi come l’aquila reale, il falco pellegrino, il capovaccaio ed il grifone. Al di sotto scorre a livelli variabili durante le stagioni, il fiume Raganello, che superato il passaggio sotto il “Ponte del Diavolo”, fuoriesce dalle Gole che ha contribuito a creare, per divenire una fiumara che spesso a stento raggiunge la foce nel Mar Ionio, altro panorama che si può vedere osservando dalla parte opposta.


A fine passeggiata, per pranzo o per cena, tappa ristoratrice consigliata è presso il “Ristorante Tipico Kamastra” (https://www.kamastra.net/), situato nella piazzetta di Civita, e realizzato nei vecchi locali della Filanda Filardi, famiglia che ora gestisce dal 1995 il locale.
Così riporta la scelta dei proprietari “La proposta gastronomica, strettamente legata al territorio e rigorosamente fedele alle risorse naturali locali, diventa filo conduttore per la riscoperta delle tradizioni culinarie arbëreshë, secondo un percorso ben definito che, in un tempo, tende a coniugare gli antichi sapori della terra calabrese e del mondo contadino, con le influenze balcaniche tramandate attraverso la conservazione delle origini etniche del Paese delle Aquile”.
Qui potrete assaggiare piatti della tradizione che si sono conservati nel tempo e che possiedono delle interessantissime specifiche culinarie legate proprio alle ricette tipiche e agli usi di erbe spontanee, oltre che modi e tempi di cottura delle ricette antiche, consigliati e accompagnati dagli accoglienti padroni di casa.





Tante sono le altre informazioni che sarebbero da raccontare su Civita, dalla storia del loro patriota, al nome del Ponte del Diavolo, al forte legame che questo popolo ha mantenuto con la sua patria tanto da parlare ancora una lingua non più albanese ma che da esso deriva e possedere un rito religioso appartenente alla Chiesa Cattolica, ma con i propri rappresentati riconosciuti tra i vescovi. Per poterle conoscere ti aspetto tra le meraviglie di questi luoghi e accompagnarti durante questa e tante altre escursioni nel Parco Nazionale più grande d’Italia.
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Ciao, sono Andrea Vacchiano. Vivo nell’area protetta più grande d’Italia: il Parco Nazionale del Pollino, tra Calabria e Basilicata. E proprio qui, amante della mia stupenda e controversa terra, sono diventato prima Guida ufficiale del Parco (2013), e poi Guida Turistica abilitata (2019). Ho intrapreso questa strada con passione e voglia di fare perché credo nel valore di questo territorio che ha conservato luoghi ricchi di arte, storia e natura davvero unici. Ti aspetto per visitarli insieme!