Il Parco Archeologico Di Scolacium (CZ)

Viaggio nella storia antica della costa ionica calabrese

In località Roccelletta di Borgia, sulla costa ionica calabrese, sorge il Parco Archeologico di Scolacium, uno dei siti più importanti del meridione.

Immerso in un rigoglioso uliveto, questo luogo sa regalare sensazioni di pace e stupore ai suoi visitatori, che possono ammirare le vestigia delle antiche civiltà che lo abitarono e al contempo godere di panorami mozzafiato in un contesto di contatto con la natura.

Il Parco Archeologico di Scolacium

Il Parco accoglie i resti dell’antica colonia della Magna Grecia Skylletion, alla quale si sovrappose la romana Scolacium. La presenza dell’uliveto secolare che ricopre l’area è dovuta al fatto che, prima dell’istituzione del Parco Archeologico nel 1982, essa faceva parte dei possedimenti dei baroni Mazzae, prima ancora, dei Massara di Borgia, proprietari di un’azienda per la produzione di olio.

I risultati degli scavi archeologici testimoniano una frequentazione in quest’area fin dal paleolitico inferiore e superiore. Purtroppo le notizie sull’insediamento greco sono esigue e non si riesce ancora a definire i tratti e i limiti di Skylletion a causa della sovrapposizione della colonia romana. La città greca fu fondata nel VI – V secolo a.C. da coloni greci provenienti da Atene o da Crotone, in posizione strategica lungo un importante snodo di comunicazione: l’istmo catanzarese, che favoriva il controllo dei percorsi terrestri e fluviali e per i commerci con tutto il bacino del Mediterraneo.

Il percorso all’interno del Parco è incentrato soprattutto sulla colonia romana Minervia Scolacium, dedotta nel 123 – 122 a.C. da Caio Sempronio Gracco (fondatore di Taranto, Capua e Cartagine) e poi rifondata dall’imperatore Nerva nel 96 – 98 col nome di Colonia Minervia Nervia Augusta Scolacium. In questa occasione, la cittadina venne ulteriormente monumentalizzata e visse una vita prospera fino al VII – VIII secolo, quando a causa del progressivo impaludamento dell’area e delle incursioni dei saraceni, l’abitato si spostò prima sulle alture del teatro ed inseguito sulle alture circostanti ed essa venne gradualmente abbandonata.

I resti architettonici custoditi all’interno del Parco testimoniano, tuttavia, la frequentazione del sito fino al XII secolo. Infatti ad accogliere i visitatori son i resti dell’imponente basilica normanna, dedicata a Santa Maria della Roccella ed edificata tra il 1130 e il 1150 sui resti di un monastero basiliano.

La chiesa, di notevole lunghezza (73 mt), è stata costruita quasi interamente con mattoni provenienti dallo spoglio delle preesistenti strutture di età romana e anche medievali. Essa possedeva una pianta a croce latina, con vasta aula rettangolare (53 x 25 mt), illuminata da dieci grandi finestroni e un presbiterio con ampio transetto e un triplice corpo absidale. 

Da questo momento in poi, le imponenti vestigia di Scolacium sono protagoniste del percorso di visita con i resti del Foro, caratterizzato da una singolare pavimentazione in laterizio che non ha eguali in tutto il mondo romano ed arricchito dalla presenza dei resti di alcuni importanti edifici come la Curia e il Cesareum.

Il Parco Archeologico di Scolacium

All’interno del museo è custodita inoltre un’importante iscrizione rinvenuta sui gradini che conducevano da foro al decumanus maximus, una delle due principali strade della città, che delimitava la piazza sul lato nord.

Il Parco Archeologico di Scolacium

Risalente alla fine del I secolo a.C. – inizio I secolo d.C., essa ricorda l’opera evergetica di Lucio Decimio Secundione, probabilmente un magistrato locale che a proprie spese aveva realizzato i gradini di cui sopra, secondo un’usanza molto diffusa nel periodo considerato: la realizzazione di opere pavimentali sui fori da parte di magistrati locali, poi ricordata con l’inserimento di iscrizioni.

Non lontano dal foro sorgono i resti dell’imponente edificio teatrale che, adagiato, alla maniera greca, su una collina naturale, ha avuto tre diverse fasi costruttive: quella del I secolo a.C., relativa alla realizzazione di un edificio di modeste dimensioni; quella del I secolo, che ha comportato una monumentale ristrutturazione ed un notevole ampliamento della struttura ed infine al II secolo risalgono ulteriori rifacimenti che però non modificarono di molto l’assetto definito in precedenza. Il teatro di Scolacium poteva ospitare 3500 spettatori.

Il Parco Archeologico di Scolacium e il mare

Salendo su per la collina, oltre ad un panorama mozzafiato che si apre sul golfo di Squillace, si possono ammirare i resti dell’unico anfiteatro romano portato alla luce in Calabria. Sulla collina del teatro la presenza di un sito che ha conosciuto una lunga fase di utilizzo a scopi differenti in un arco temporale che va dal I-II al VII secolo d.C.. L’area, infatti, è stata utilizzata prima per l’impianto di un sistema di cisterne (I-II secolo), poi per l’edificazione di una residenza aristocratica fortificata (III – IV secolo) ed infine una necropoli utilizzata fino al VII secolo.

Il Parco Archeologico di Scolacium

La città di Scolacium era anche dotata di terme, due acquedotti e fontane.

Visitando il Museo, sempre all’interno del Parco, si può ripercorrere la storia della città attraverso reperti che documentano la vita antica sotto ogni aspetto.

Di grande suggestione è il ciclo statuario e di ritrattistica romana. È da segnalare inoltre un reperto straordinario: il braccio di una colossale statua in bronzo.

Il percorso all’interno del Museo termina con i reperti di epoca tardo antica alla quale appartiene una figura di enorme importanza quella di Flavio Magno Aurelio Cassiodoro, uomo politico, storico e letterato che nacque proprio a Scolacium intorno al 490 da famiglia di origine siriana e, dopo aver avuto una veloce carriera amministrativa alla corte di Teodorico, si ritirò a Scolacium, dove fondò il Vivarium, una fondazione religiosa passata alla storia per la presenza di una vera e propria biblioteca intesa non solo come luogo di conservazione dei libri, ma anche come centro di cultura dove i testi venivano studiati, copiati e confezionati. Il periodo vivariense è quello di maggiore produttività letteraria di Cassiodoro che morì nel 583 nel monastero e lì fu seppellito.

La visita si conclude con un interessante percorso di archeologia industriale: ancora intatto, difatti, il Frantoio, costruito nel 1934 dalla famiglia Mazza.

Vi aspetto per scoprire insieme la Calabria e le sue bellezze!


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Angela Rubino
Sono nata a Catanzaro il 15 ottobre del 1976. Grazie ai miei studi sulla storia, la cultura e le tradizioni locali ho compreso quanto di sommerso ci sia nella storia e cultura della terra di Calabria, eccellenze poco conosciute dagli stessi abitanti del luogo, ma che meritano di essere conosciute, studiate e raccontate a tutti e in più lingue possibili! Ho raccontato la Calabria come giornalista e blogger per poi passare a farlo come guida. In seguito al progetto didattico “Trame di Seta”, nel 2016 ho fondato insieme ad altri appassionati l’associazione CulturAttiva e nel 2018 ho conseguito l’abilitazione ad esercitare la professione di guida turistica. Il mio sogno è quello di incrementare sempre di più questa mia professione e di pari passo la mia associazione.

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