Siviglia arte e passione – L’Archivio Generale delle Indie

L’Archivio Generale delle Indie, in spagnolo Archivo General de Indias, è uno dei cinque archivi di stato spagnoli. Il nome si riferisce alle Indie Occidentali. I documenti che vi sono conservati, sono legati, infatti, all’età delle scoperte e della colonizzazione delle Americhe e delle Filippine.

Archivio Generale delle Indie

L’edificio fu costruito, in origine, per accogliere l’antico mercato di Siviglia, la Casa Lonja de Mercaderes. Il progetto fu eseguito da Juan de Herrera, principale architetto del monastero dell’Escorial a Madrid.

In seguito, gli architetti Juan de Minjares, Alonso de Vandelvira e Miguel de Zumárraga modificarono il progetto originale di Juan de Herrera introducendo alcuni elementi innovatori come la volta del piano superiore che alleggerì l’abituale soluzione herreriana del tetto a due falde.

Archivio Generale delle Indie

L’Archivio Generale delle Indie è un grande edificio di pianta quadrata, sviluppato su due livelli, con un ampio patio centrale di aspetto monumentale. È sormontato da una balaustra con obelischi in ogni angolo.

Archivio Generale delle Indie

All’esterno, sul lato destro, sono presenti delle iscrizioni di colore rossiccio che possiamo considerare come dei graffiti ante litteram. Sono i cosiddetti “vitores” degli studenti che celebravano la conclusione del dottorato. Erano considerati, allora, come atti di vandalismo degli universitari.

Archivio Generale delle Indie - Interno

L’edificio dell’Archivio Generale delle Indie si costruì a seguito dell’accordo firmato dall’arcivescovo di Siviglia, Cristobal de Rojas y Sandoval e dal re Filippo II. Come riportato in un’iscrizione sulla facciata nord, la Lonja fu inaugurata nel 1598; i mercanti della città vi si trasferirono e abbandonarono le gradinate esterne della cattedrale, dove avevano svolto le loro attività commerciali fino a quel momento.

Quando, a metà del XVII secolo, iniziò il declino della città che era stata “porto e porta delle Indie” e Siviglia perse il monopolio negli scambi commerciali con le Americhe, l’antica Lonja fu in parte abbandonata e alcuni dei suoi spazi furono trasformati in abitazioni private.

Archivio Generale delle Indie

Nel 1785, per decreto di Carlo III, il complesso fu trasformato in Archivio Generale delle Indie, con l’intervento dell’architetto Luca Cintora, che riadattò l’edificio creando le imponenti gallerie e l’impressionante scalinata monumentale.

In questa sede furono ospitati gli archivi del Consiglio delle Indie (Consejo de Indias) al fine di unificare sotto un unico tetto tutti i documenti legati all’impero spagnolo tra il XV e il XIX secolo.

Le scaffalature dell’Archivio Generale delle Indie furono realizzati in legno di mogano cubano e cedro. Poggiano su uno zoccolo di diaspro, posato su un pavimento di marmo.

Una delle ragioni per cui si scelse l’antica Lonja per trasformarla in archivio fu la presenza della pietra come principale materiale di costruzione, che riduceva il rischio d’incendi.

Tra le mura di quest’archivio si custodiscono più di 43000 volumi con 80 milioni di pagine e 8000 mappe e disegni.

Da segnalare la bolla pontificia di demarcazione Inter Caetera, emessa da papa Alessandro VI nel 1493, che divise il mondo tra Spagna e Portogallo; i manoscritti di Ferdinando Magellano e di alcuni conquistadores come Hernán Cortés e Francisco Pizarro; la lettera inviata da Miguel de Cervantes che richiese un indirizzo di posta ufficiale nel Nuovo Mondo; le mappe delle città coloniali delle Americhe.

Di grande rilevanza è anche la copia dell’Almanacco Perpetuo di Abraham Zacuto, che consentiva il calcolo delle latitudini e che fu di grande utilità per i naviganti del XV secolo. Cristoforo Colombo lo consultò e vi appose delle note di suo pugno.

L’Archivio conserva anche i libri contabili del “converso” Luis de Santángel, considerato uno dei principali fautori della spedizione di Cristoforo Colombo nel 1492. Era ministro delle finanze durante il regno di Isabella di Castiglia e Ferdinando di Aragona e persuase la regina a finanziare la spedizione, nella quale investì anche buona parte del suo patrimonio.
Altro importante documento è il Trattato di Tordesillas del 1494 che comprende una serie di accordi sottoscritti da Spagna e Portogallo. La linea di demarcazione delle terre, che era stata stabilita in precedenza dalla bolla pontificia Inter Caetera, fu modificata e lasciò la parte orientale del Brasile in territorio portoghese.

Le Capitolazioni di Santa Fe sono un documento redatto da Ferdinando II d’Aragona e Isabella di Castiglia nel 1492 nella città di Santa Fe, alla periferia di Granada. Con questi accordi si autorizzò e finanziò la spedizione di Cristoforo Colombo a cui vennero concessi i titoli di ammiraglio del Mare Oceano, viceré e governatore generale di tutti i territori eventualmente scoperti nel viaggio.

Il patrimonio documentale dell’Archivio è arricchito, inoltre, dalla presenza di numerosi dizionari, risalenti al XVIII secolo, che permisero la comprensione di oltre 35 lingue indigene dell’America e dell’Asia, tradotte allo spagnolo.

La maggior parte dei documenti qui custoditi testimonia il lavoro quotidiano di tutta l’amministrazione coloniale.

Migliaia di studiosi, specializzati nei più diversi campi di ricerca, consultano i documenti di quest’archivio i cui temi spaziano dalle scoperte, esplorazioni e conquista del Nuovo Mondo, fino all’indipendenza delle ex colonie; dalle istituzioni politiche indiane alla storia dei popoli precolombiani; dagli scambi commerciali ai problemi del traffico marittimo o dall’espansione delle missioni agli aspetti legati all’inquisizione.

Nel 2007 la società Odyssey, dopo aver consultato i volumi dell’Archivio delle Indie, riuscì a intercettare il relitto della fregata Nuestra Señora de las Mercedes, affondata nel 1804 e si appropriò illegalmente delle 600.000 monete di oro e argento trasportate dal vascello al momento del naufragio. Dopo un lungo processo giudiziario, la Spagna riuscì a recuperare il tesoro che gli apparteneva.

Dopo il “caso Odyssey” l’Archivio delle Indie ha sviluppato un ferreo sistema di sicurezza per evitare che i cacciatori di tesori possano consultare i documenti per ottenere informazioni sui vascelli affondati con carichi preziosi.

Il valore del patrimonio documentale dell’Archivio è incalcolabile. Se mettessimo in fila tutti i documenti custoditi nei suoi scaffali, raggiungeremmo una lunghezza di 9 km.
Quest’edificio ci racconta l’appassionante storia della Siviglia del Siglo de Oro, il periodo di massimo splendore artistico, politico-militare e letterario della Spagna. È anche una pietra miliare nell’evoluzione della città, dal punto di vista storico, architettonico ma anche archeologico. Infatti, agli inizi del nostro secolo, quando iniziarono i lavori per costruire la galleria sotterranea che collega l’Archivio con un edificio vicino che funge da luogo di consultazione dei preziosi documenti, sono stati rinvenuti i resti di una torre almohade del XII secolo appartenente alle mura della città, oltre a numerose vestigia di costruzioni islamiche.
L’edificio fu restaurato tra il 2002 e il 2004 e dal 2005 è stato avviato un programma di digitalizzazione dei documenti.

L’antica Lonja è, tra i numerosi monumenti di Siviglia, uno dei più sconosciuti, non solo per i turisti ma anche per gli stessi sivigliani.

Meno mediatico dei due monumenti vicini, la cattedrale e il Real Alcázar, questo centro documentale e biblioteca di ricerca conserva al suo interno molti secoli di storia e numerosi segreti da svelare, che ne accrescono il fascino.

L’interesse per l’Archivio delle Indie non si deve solamente ai documenti dal valore incalcolabile che vi si conservano, al gran numero di esposizioni temporali organizzate nei suoi spazi o all’esposizione permanente, ma anche alla bellezza del manierismo classicista introdotto da Juan Herrera che distingue l’Archivio dagli altri edifici d’interesse storico-architettonico di Siviglia.

Per maggiori informazioni o se decidi di visitare Siviglia facendoti accompagnare da una guida ufficiale non esitare a contattarmi! Sarò felice di aiutarti!


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Sono Giusy Serraino, guida accreditata dalla Junta de Andalucía. Nel 1994 ho iniziato la mia carriera professionale lavorando come accompagnatrice turistica in giro per la Sicilia. Nel 2008 mi sono trasferita a Siviglia. Qui, grazie alla mia professione, continuo a coltivare le mie più grandi passioni, l’arte e la storia. Accompagno gruppi e clienti individuali alla scoperta di questa splendida città, di cui mi sono innamorata fin dal primo istante. Per me sarà un piacere farti conoscere la Siviglia più autentica!

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