Siviglia arte e passione – Il quartiere di Santa Cruz…eredità sefardita

Oggi vorrei accompagnarti alla scoperta di Santa Cruz, l’antico quartiere ebraico di Siviglia, con i suoi vicoli sinuosi, le piazzette all’ombra degli aranci amari e i bellissimi patios fioriti.

Santa Cruz è il quartiere più pittoresco di Siviglia e non si può visitare la città senza perdersi nell’affascinante labirinto di viuzze acciottolate che ci riservano tante gradevoli sorprese.

Il nome Santa Cruz (Santa Croce) fa riferimento alla chiesa costruita, alla fine del XIV secolo, sui resti di una delle quattro sinagoghe erette all’interno delle mura che delimitavano l’antica judería sivigliana.

Vicolo di Santa Cruz

La chiesa di Santa Cruz fu demolita nel 1814, in una fase di riorganizzazione urbanistica della città. Lo spazio rimasto fu occupato da una bella piazza, Plaza Santa Cruz, rimodellata nel 1921 e abbellita con un’elegante croce in ferro battuto, collocata al centro di un piccolo giardino rialzato. La croce, realizzata alla fine del 1600 e considerata un capolavoro dell’arte della forgiatura, aveva un carattere devozionale e si trovava, in origine, su calle Sierpes, l’odierna strada dello shopping di Siviglia. 

La comunità ebraica s’installò nel quartiere di Santa Cruz dopo la Reconquista cristiana, avvenuta nel secolo XIII per opera del re Santo Fernando III di Castiglia. 

La judería di Siviglia è una delle più antiche in Spagna e fu la seconda più importante della penisola, dopo Toledo. Qui, nel periodo di massimo sviluppo, vissero circa 2000 persone: commercianti, artigiani, medici, farmacisti e influenti personalità, tra le quali Samuel ha-Leví Abulafia, tesoriere del re Pietro I di Castiglia.

Fu, probabilmente, durante l’espansione romana nel Mediterraneo che gli ebrei raggiunsero la penisola iberica e vi rimasero fino alla loro espulsione.

Il 31 marzo del 1492 la regina Isabella di Castiglia e il re Fernando d’Aragona firmarono il decreto dell’Alhambra, che rese obbligatoria l’espulsione dai regni spagnoli di tutti gli ebrei che non si fossero convertiti al cristianesimo; migliaia di loro dovettero abbandonare la penisola iberica e si trasferirono nel Maghreb, nell’Impero ottomano e nelle regioni meridionali dell’Europa, raggiungendo anche l’Italia. 

Antica porta delle mura del quartiere ebraico di Siviglia

Nella calle Ximénez de Enciso, nel cuore di Santa Cruz, è possibile visitare il Centro di Interpretazione del quartiere ebraico di Siviglia. Il principale obiettivo del Centro è quello di recuperare e rivalutare la cultura degli ebrei sefarditi, gli ebrei che abitarono la penisola iberica, chiamata ancora oggi Sefarad, in ebraico moderno.

I luoghi più emblematici, legati alla comunità ebraica, sono riconoscibili grazie alla presenza di una targa in bronzo con un logo, che possiamo trovare in tutte le città appartenenti alla rete delle juderías spagnole. Sulla targa risalta il profilo della penisola iberica formato dalla parola Sefarad, scritta in ebraico.

Targa Sefarad

Una tappa fondamentale nella visita al quartiere di Santa Cruz è Calle Susona. Questo luogo ci ricorda un evento storico, accaduto alla fine del XV secolo, il cui epilogo è avvolto nella leggenda. 

Al numero 10 di questo vicolo, conosciuto fino al 1845 come Calle de la Muerte, visse la famiglia di Diego Ben Suson, un ricco commerciante ebreo che si era convertito al cristianesimo. 

Dopo l’istituzione del tribunale dell’inquisizione e a causa delle continue persecuzioni e vessazioni cui erano sottoposti i conversos, gli ebrei convertiti, Diego Ben Suson stava ordendo un complotto contro le autorità cristiane della città. Susana, sua figlia, nota come la hermosa Susona, la bella Susona, venne a conoscenza del piano e, per salvare la vita del suo amante cristiano, decise di rivelargli le intenzioni del padre. Il giovane informò, immediatamente, le autorità cittadine che condannarono a morte Diego Ben Suson e gli altri cospiratori. La giovane Susona, assalita dal rimorso per aver tradito il padre, decise di rimanere rinchiusa nella sua casa, fino alla fine dei suoi giorni. Nel testamento, trovato dopo la sua morte, Susona chiedeva che la sua testa fosse esposta, in segno di pentimento, sulla porta della casa, dove la giovane aveva condiviso tanti momenti felici con il padre. La sua richiesta fu esaudita e la testa di Susana rimase esposta fino agli inizi del 1600. 

Nei primi anni del XX secolo, una famiglia sivigliana comprò l’edificio e fece rimuovere il gancio, al quale era stata appesa la testa della sfortunata giovane, sostituendolo con una piastrella raffigurante un teschio, visibile tutt’oggi sulla facciata.

A pochi passi da Calle Susona, t’imbatterai in Plaza doña Elvira. Una graziosa fontana, le tipiche panchine in muratura rivestite di azulejos e gli aranci amari, che abbelliscono e profumano la piazza, ne fanno uno dei luoghi più belli di Santa Cruz.

La piazza fu intitolata a Doña Elvira de Ayala, una nobildonna, figlia del Cancelliere Maggiore di Castiglia Pedro López de Ayala, cui il re Enrico III di Trastámara aveva concesso numerose proprietà appartenute agli ebrei. 

Lo spazio, oggi occupato dalla piazza, ospitò nel XVI secolo un Corral de Comedias, un teatro con uno spazio centrale scoperto, dove si rappresentarono, tra le altre, anche le opere di Miguel de Cervantes.

Durante la tua passeggiata a Santa Cruz, rimarrai affascinato dalle belle facciate, adornate da balconi decorati con colorati azulejos e balaustre di ferro battuto, riccamente lavorate. 

Le inferriate alle finestre, caratteristica comune a molte città dell’Andalusia, desteranno sicuramente la tua curiosità. Nella cultura andalusa è sempre presente un riflesso del suo passato musulmano, rintracciabile, anche, in alcuni elementi architettonici quali, per esempio, il patio, un cortile interno, spesso ravvivato da fontane e giochi d’acqua; a questa componente architettonica islamica si affianca, tuttavia, un’apertura dell’edificio verso le strade e le piazze, testimoniata proprio dalle inferriate.

Il Patio fiorito del quartiere Santa Cruz

Gli aranci amari, importati dagli arabi nella penisola iberica, decorano in migliaia le strade e le piazze di Siviglia e riservano una sorpresa per ogni stagione. In estate, potrai sedere all’ombra di questi frondosi alberi sempreverdi, per fare una pausa in un’assolata giornata afosa. In inverno, sarai conquistato dalla bellezza delle grosse arance profumate. In primavera, sarai inebriato dall’intensa fragranza della zagara.

Come recita un famoso canto popolare, Siviglia ha un colore speciale…e tu potrai scoprirlo in ogni stagione dell’anno!

Spero che quest’articolo sia riuscito a stuzzicare la tua curiosità! Adesso tocca a te scoprire Santa Cruz, un po’ alla volta, passo dopo passo, gironzolando tra i suoi vicoli, ricchi di storia e di leggende.

Per maggiori informazioni o se decidi di visitare Siviglia e il quartiere di Santa Cruz facendoti accompagnare da una guida ufficiale non esitare a contattarmi! Sarò felice di aiutarti!


Sono Giusy Serraino, guida accreditata dalla Junta de Andalucía. Nel 1994 ho iniziato la mia carriera professionale lavorando come accompagnatrice turistica in giro per la Sicilia. Nel 2008 mi sono trasferita a Siviglia. Qui, grazie alla mia professione, continuo a coltivare le mie più grandi passioni, l’arte e la storia. Accompagno gruppi e clienti individuali alla scoperta di questa splendida città, di cui mi sono innamorata fin dal primo istante. Per me sarà un piacere farti conoscere la Siviglia più autentica!