Un weekend a Palermo a spasso per la storia

Da diverso tempo desideravo visitare la Sicilia. Non solo per il mare e le spiagge, ma anche per il patrimonio storico, artistico e culinario che possiede. Ho deciso così di recarmici per un weekend fuori porta a fine gennaio e la mia meta è stata Palermo.
In quel periodo dell’anno, nonostante sia pieno inverno, è molto gradevole visitare la città: i turisti sono pochi, per cui non bisogna attendere lo scorrere di lunghe code per accedere ai monumenti e agli edifici storici, e il clima è mite, quindi si può girare sia di giorno che di sera senza patire ne il freddo ne il caldo.
Dopo questa piccola introduzione… iniziamo col racconto del weekend!

Venerdì

Arrivata a Palermo a metà mattinata, ho impiegato le prime ore per recarmi al B&B a lasciare i bagagli e fare una bella colazione.
Siccome la mia intenzione era quella di girare la città a piedi, ho scelto un B&B in pieno centro storico, vicino al Teatro Politeama. Il centro è stato idealmente suddiviso in 4 zone principali: a nord si trovano il Capo e Albergheria, a sud Kalsa e Vucciria. In questa prima giornata mi sono concentrata sulle prime due, mentre ho dedicato il sabato a quelle più a sud, vicino al mare.


Partendo dal teatro Politeama, in cui ancora oggi è possibile recarsi per assistere a spettacoli di vario tipo, ho raggiunto il Teatro Massimo. Se hai già avuto modo di vederlo, saprai quanto l’aspetto esteriore di questo teatro sia in grado colpire. L’imponenza di questa opera d’arte mi ha molto attratta, tanto da incuriosirmi a vederne anche l’interno.

Non essendoci molti turisti in città, ho avuto modo di fare una visita guidata in compagnia di soltanto 3 altre persone, e scattare quindi foto molto belle. Il palco, che è il più grande d’Italia, è circondato da tantissimi balconcini distribuiti su 5 piani. Al centro, proprio di fronte ad esso, vi è la balconata Reale, dove han girato Il Padrino III.
Accanto alla sala principale ve ne sono altre, dedicate al personale, a chi si esibisce o a ricevimenti privati. Una tra queste mi ha affascinata: la sala pompeiana. Inizialmente dedicata ai soli nobili, è stata progettata per avere un’acustica particolare, tale per cui chi si trova nel centro esatto, pur bisbigliando, sentirà il volume della propria voce molto amplificato in tutta la sala, così che le persone attorno potessero parlare senza venir uditi da tutti.
Uscita dal teatro, ho fatto una passeggiata passando per i Quattro Canti, l’incrocio che delimita le quattro zone del centro storico, e sono giunta alla Cattedrale di Palermo, un vero gioiello.
Mi è spiaciuto vedere che all’interno fosse stata adibita a “negozio di souvenirs”, ma ho apprezzato le opere d’arte che racchiude.

Ho trascorso e concluso il mio pomeriggio al Palazzo dei Normanni (Palazzo Reale), che si trova a pochi passi dalla cattedrale.
Questo edificio, dichiarato patrimonio UNESCO, è molto grande, e custodisce tante meraviglie. Tra tutte, ho particolarmente apprezzato la la cappella Palatina e il primo Parlamento d’Italia, ancora oggi utilizzato dai politici locali.

Sabato

Ho dedicato la seconda giornata qui a Palermo alla visita della parte di centro storico vicino al mare.
Prima di recarmici, però, ho voluto fare un giro al mercato del Capo. Mi è parso di fare un tuffo indietro nella storia: a Milano spesso ci rechiamo al supermercato per acquistare prodotti alimentari, mentre la maggior parte dei palermitani va al mercato a compare pesce fresco, frutta e carne. I mercati qui sono così importanti dal punto di vista economico da essere aperti quasi tutti i giorni dell’anno.

Dopo aver acquistato un po’ di pesto al pistacchio da portare a casa per condire la pasta, ho proseguito con l’itinerario che mi ero prefissata.
Addentrandomi nei vicoli della città, un po’ più distante dal centro storico, ho raggiunto le Catacombe dei Cappuccini. Non è stato facile trovarle, soprattutto a piedi, ma è valsa la pena di impegnarsi nella ricerca. All’interno non è possibile fare foto, ma ti assicuro che camminare in mezzo a così tanti scheletri, vestiti tutti in modo diverso e con abiti della quotidianità, sottoterra e in un ambiente non molto illuminato, è stato molto “d’impatto”.
Dirigendomi verso il lungomare, ho dedicato un po’ di tempo alla zona Kalsa.
Oltre all’orto botanico dell’Università di Palermo, consiglierei a chiunque di guardare il cielo dall’interno della cattedrale di Santa Maria dello Spasimo, al giorno d’oggi sconsacrata e spesso utilizzata per concerti ed eventi. L’incompiutezza di questo grande progetto ne caratterizza il fascino: le grandi mura laterali e la navata a cielo aperto creano uno strano effetto mistico che mi ha suscitato un senso di collegamento diretto col cielo, facendomi sentire subito al suo cospetto. Non avevo mai provato una sensazione simile, ne sono rimasta molto stupita.

Dopo quattro passi accanto al mare, sono giunta all’inizio della zona Vucciria per concludere questa seconda giornata di esplorazione. Qui, ho visitato la Chiesa di San Domenico in cui si trova la tomba di Giovanni Falcone, decorata dai disegni di bambini e ragazzi che ne onorano le gesta.

Domenica

Per l’ultimo giorno a Palermo, seppur le attrazioni da vedere fossero ancora molte, ho pensato di organizzare qualcosa di alternativo.
Adorando il cibo di ogni regione d’Italia e non avendo mai avuto modo di provare a cucinare quello siciliano, ho deciso di sperimentare direttamente in loco.
Dopo alcune ricerche su Internet, ho trovato una scuola di lezioni di cucina personalizzate e mi sono iscritta a una cooking-class. Dalle 10 alle 13 della mattina mi sono dedicata alla preparazione di arancini, pasta alla norma e cannoli siciliani grazie all’insegnamento di una mamma casalinga del posto, e il risultato è stato molto soddisfacente! Se ti interessa questa idea, te ne parlerò meglio in un nuovo articolo che uscirà a breve.

Dopo questo bel pranzo self-made, e dopo aver comprato delle paste di mandorla da portare a casa, mi sono recata in aeroporto per il rientro.
E’ stato un weekend inaspettatamente intenso, all’insegna della storia e delle belle mangiate. Ho scoperto che Palermo è ricchissima di monumenti, spesso anche poco pubblicizzati e messi in risalto, che sono il frutto del susseguirsi delle molte popolazioni che hanno invaso questa terra. Si incrociano, amalgamano e fondono insieme molti stili, dal gotico al barocco, e il risultato è qualcosa di sorprendente, un patrimonio inestimabile.
Una nota negativa a tutte queste bellezze, che non posso non riportare, è data dal degrado: le ricchezze di questa città sono state spesso poco valorizzate e le ho trovate mal tenute. Spero che in futuro questa situazione verrà migliorata perché un luogo con questo valore andrebbe trattato con molta più cura.

Spero che questo articolo ti sia piaciuto. Presto pubblicherò qualche consiglio sui ristoranti più buoni che ho provato e sull’esperienza della cooking-class. Lasciami un mi piace o un commento, e iscriviti alla newsletter nel secondo box azzurro per non perdere nessun aggiornamento!

A presto,
Greta

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