Valle d’Aosta: uno scrigno da scoprire – Il borgo di Étroubles

Dove il passato diventa arte

Il piccolo borgo medievale di Étroubles conta meno di 500 abitanti e si trova a 1.280 metri di altitudine nella Valle del Gran San Bernardo (a 16 km da Aosta), circondato da ampi boschi e verdi pascoli: ha svolto sin dall’antichità la funzione di piccola capitale della vallata, centro di guardia e di servizi, accoglienza e ospitalità. La località, già nota all’epoca dei Romani con il nome Stipulæ (stoppie/residui di cereali rimati sul campo dopo la falciatura), sorgeva sull’antica Strada romana delle Gallie, celebre via di transito per l’Alpis Poenina, l’attuale Colle del Gran San Bernardo al confine con la Svizzera.

Il nome Stipulæ indicava la spiga di grano presente in grande quantità nel territorio e impiegato per sfamare l’esercito romano che aveva scelto questo splendido luogo come avamposto invernale. Il toponimo odierno deriva dal dialetto patois “étrobbla” che significa “stoppia/paglia”: fino agli anni Sessanta era infatti possibile ammirare distese di segale su tutto il territorio.

Étroubles e Bard sono gli unici comuni valdostani presenti nell’elenco dei Borghi più Belli d’Italia: in fondo al centro abitato si trova la Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, riedificata con gusto neoclassico nel 1814/1815 su progetto dell’architetto Francesco Natta, sui resti della preesistente già citata in una bolla del 1177 di Papa Alessandro III, che conserva un piccolo museo del tesoro con preziosi reperti liturgici del XV, XVI e XVII secolo.

Il campanile, separato dall’edificio sacro, risale al 1480. Vi sono poi 5 graziose cappelle rurali disseminate sul territorio a Bezet (1742), Echevennoz (la più antica, risalente al 1440 e dedicata alla Madonna delle Nevi), Eternod (riedificata nel 1935 sulla preesistente cappella secentesca), Saint-Roch e Vachéry (1506). Nella frazione di Vachéry si può ammirare la torre a pianta quadrata del XII secolo costruita su fondamenta romane.

Nel 1853 ad Étroubles è sorta la prima latteria sociale (turnaria) valdostana, attiva fino al 1988 e trasformata oggi in un museo che illustra le varie fasi di lavorazione dei formaggi con gli attrezzi dell’epoca. È inoltre presente la prima centralina idroelettrica della Valle del Gran San Bernardo, costruita nel 1904 da Césarine Bertin.

Tutto il borgo è curato nei minimi dettagli e ogni angolo è un tripudio di fiori, decorazioni e piccole attenzioni.

Curiosità e tradizioni

A partire dal 1273 i giovani abitanti di Étroubles e dei comuni limitrofi vennero investiti da Casa Savoia del diritto esclusivo di marronage, ossia di accompagnare sul Colle del Gran San Bernardo i viandanti e i mercanti provenienti o diretti oltralpe, prestando eventualmente anche soccorso. Questi predecessori delle guide alpine, chiamati marroniers, hanno contribuito in modo decisivo allo sviluppo dell’economia locale: il loro ruolo era così importante che, al fine di salvaguardare i viaggiatori durante la cattiva stagione, a partire dal XVII secolo vennero esentati dal servizio militare diventando dei veri e propri “soldats de la neige” (soldati della neve). Il corpo venne poi abolito a inizio Novecento.

In questa vallata si svolge uno dei più originali e vivaci Carnevali della regione, che attira ogni anno visitatori curiosi di vedere la sfilata delle Landzette, le maschere tradizionali della Coumba Freida (dal patois “Valle fredda/gelida” che indica la Valle del Gran San Bernardo) adorne di perline e paillettes (fino a 30.000 per costume).

Ispirate alla divisa delle truppe napoleoniche che seminarono il terrore al loro passaggio nel maggio del 1800 nella famosa Campagna d’Italia, rappresentano una coloratissima e stravagante parodia delle uniformi dei militari francesi per esorcizzare quel sofferto e brutale evento (i 40.000 soldati dell’Armée de Réserve transitarono apportando danni, violenze e razzie, lasciando un ricordo indelebile alla popolazione locale), percorrendo tutti i comuni della vallata in maniera estremamente chiassosa e festosa.

Il volto è coperto da una maschera (detta vesadjie, che un tempo era di legno), mentre in mano tengono una frusta di crine di cavallo e in vita portano una cintura munita di sonaglio: si tratta di strumenti simbolici per scacciare gli spiriti avversi. Tra le allegorie ritroviamo anche l’orso che ricorda l’avvicendarsi della primavera con l’uscita dal letargo; le code dei cavalli che rappresentano i venti e servono per allontanare le correnti d’aria nefaste; gli specchi sui costumi che, riflettendo la luce, scacciano gli spiriti maligni; i nastri che ricordano i raggi di sole e, infine, il predominante colore rosso del velluto che simboleggia la forza e il vigore e che, anch’esso, ha il potere di esorcizzare i malefici e le disgrazie.

Per saperne di più, ad Allein, in frazione Ayez, si può visitare la Mèizoùn di Carnaval de la Coumba Frèida, dedicato al tradizionale Carnevale della Valle del Gran San Bernardo: il museo, situato in una casaforte del XV secolo, propone un viaggio alla scoperta di questo caratteristico e suggestivo Carnevale.

Nel mese di agosto gli abitanti del borgo di Étroubles rievocano la vita quotidiana e quel “savoir-faire” del passato nella tradizionale Veillà d’Etroble, riproducendo dal vivo i vecchi mestieri legati all’agricoltura (la lavorazione della Fontina, la battitura del grano, l’allevamento delle pecore e la lavorazione della lana), all’artigianato (la battitura del ferro, i segantini, le sarte che cuciono le landzette (i tipici costumi di Carnevale confezionati interamente a mano), alla vita sociale (le lavandaie e il bucato alla fontana, i giocatori alla morra, i contrabbandieri, gli spazzacamini, la maestra e gli scolari). Sono presenti inoltre vari punti ristoro con diverse specialità tra le quali la panna con i lamponi e le bugie, la seuppa freida (zuppa con pane nero raffermo imbevuto nel vino) e i vini valdostani accompagnati da tanta musica tradizionale dal vivo e la sfilata delle maschere.

Se volete mangiare qualcosa di tipico in un ambiente familiare, vi consiglio il caratteristico ristorante “La Meison de la Polenta” di Saint-Oyen (a pochi km da Etroubles), dove il proprietario Felice Verraz vi accoglierà con tanta simpatia e gentilezza, sempre attento a soddisfare qualsiasi esigenza tra un racconto e l’altro: preparatevi ad ascoltare aneddoti e curiosità sul luogo e sul suo immenso mito: Napoleone! Da provare assolutamente gli antipasti misti, gli gnocchi alla bava e, ovviamente, la polenta concia servita con un pizzico di cannella!

Per quanto riguarda le attività all’aria aperta, in inverno, gli amanti dello sci nordico possono raggiungere i 1.521 metri di Saint-Rhémy-en-Bosses attraverso la pista di fondo lunga 18 km, mentre nella bella stagione gli appassionati del trekking possono scegliere tra facili escursioni, lunghe traversate in valloni incontaminati e tratti della Via Francigena: io vi consiglio il “Rû Neuf”, un sentiero quasi del tutto pianeggiante che parte da Plan d’Avie, nel comune di Aosta, e passando per Gignod porta proprio ad Étroubles costeggiando il lungo canale irriguo.

Durante la passeggiata incontrerete anche la grotta naturale “Je te salue” che ospita la statua in pietra bianca di Cogne della Madonna con Gesù adolescente, ad opera di Silvano Salto, posta a protezione del Rû, al riparo delle gocce d’acqua che cadono incessantemente dalla roccia.

Apro una parentesi: la Valle d’Aosta si estende geograficamente secondo un asse est-ovest, l’altitudine media è di 2.100 metri e i rilievi alpini ostacolano l’arrivo dell’umidità dall’Atlantico causando scarsità di precipitazioni, soprattutto nella valle centrale, con conseguenze negative per l’agricoltura e l’allevamento. Per risolvere questo problema, a partire dal XIII secolo vennero realizzati degli efficienti e capillari sistemi di irrigazione formati da canali, chiamati rûs, che oltre al sostegno delle attività agricole, permettono il deflusso delle acque meteoriche in eccesso e lo scarico delle acque reflue, a protezione del territorio.

Museo a cielo aperto

Come abbiamo potuto intuire, a Étroubles, prima di noi, sono transitati Salassi, Romani, Burgundi, Ostrogoti, Bizantini, Merovingi, Carolingi, Saraceni, re e imperatori, santi, papi e vescovi, soldati, mercanti, pellegrini… viaggiatori di un tempo e di oggi: da questo presupposto è nato il titolo del museo permanente a cielo aperto “À Étroubles, avant toi sont passés…”, curato da Alessandro Parrella, dove il passato diventa arte e la storia riemerge.

Si tratta di una vera e propria galleria d’arte ‘en plein air’ di opere contemporanee – inaugurata nel 2005 in collaborazione con la Fondation Gianadda di Martigny – collocate lungo le stradine, gli angoli pittoreschi, le piazzette, i fontanili e le facciate delle case del borgo. I 20 artisti coinvolti nel progetto sono: il pittore e scultore Salvatore Sebaste, fra i maggiori esponenti dell’arte del Mezzogiorno, gli scultori ferraresi Alberto Gambale e Sergio Zanni, il pittore milanese Carlo Brenna, il fiorentino Andrea Granchi e Italo Bolano, originario dell’Isola d’Elba.

Tra i francesi Albert Féraud, il più noto scultore vivente d’Oltralpe, lo scultore Guido Magnone, la pittrice Evelyne Otis Bacchi e il pittore scenografo Norbert Verzotto. Tra gli svizzeri il noto pittore, disegnatore e scultore Hans Erni, l’artista di arti visive Yves Dana e Michel Favre. Figura, infine, anche Assaf Mekhtiev, originario dell’Azerbaidjan e residente ad Aosta. Infine, non potevano mancare i valdostani: Giulio Schiavon, Siro Viérin, Chicco Margaroli, Franco Balan, Enrichetta Jorrioz e Roberto Priod.

Nella piazza Ida Viglino è possibile ammirare l’affresco intitolato “Mon Courtì” dell’artista valdostana Chicco Margaroli: la grande pittura acrilica sulla parete, con inserti tridimensionali in ferro, è dedicata ai courtì, gli orti curati con tanta passione dagli abitanti di generazione in generazione, ispirata dall’omonima poesia di Anais Ronc Désaymonet riportata alla base dell’opera.

In una via è possibile ammirare “Il Viandante” di Sergio Zanni, scultura in bronzo raffigura un viaggiatore fuori dal tempo che, armato di un bastone e di uno zaino come fervida icona di esperienza e saggezza, affronta impavido il viaggio verso il Colle del Gran San Bernardo. Molto affascinante anche l’affresco in acrilico su compensato marino di Carlo Brenna dal titolo “Esaltazione dell’Io”: l’artista ha voluto rappresentare il passaggio di Napoleone a Étroubles il 20 maggio 1800 discostandosi dalla classica iconografia, raffigurando il desiderio di conquista come una madre dai seni imponenti.

Il Viandante di Sergio Zanni

Completano l’opera la feluca di Napoleone e il suo fedele esercito. All’imbocco del villaggio è poi presente “La Landzetta” dell’artigiano valdostano Siro Viérin: la scultura in legno di castagno rappresenta la tipica maschera di Carnevale che invita i visitatori ad addentrarsi nel borgo e scoprire le altre opere d’arte. Non resta che armarsi di mappa e trovarle tutte!

Visitate la pagina Facebook “Comune di Etroubles – Museo a cielo aperto – VdA” per avere maggiori informazioni sulle iniziative in programma e tutte le novità! Vi aspetto!


Vorresti organizzare una visita guidata qui?

Clicca qui e compila il form: selezioneremo per te la giusta Guida turistica, escursionistica o esperienziale che possa accompagnarti alla scoperta del territorio secondo le tue preferenze e il tuo budget!

Seguici sui canali social per non perdere novità, eventi, consigli e idee per il tuo tempo libero:


CATERINA PIZZATO
Ciao a tutti, mi chiamo Caterina e sono giornalista, accompagnatrice turistica e guida museale. Nel tempo libero mi dedico alle altre mie passioni: l’arte, i viaggi e la promozione della mia amata regione, la Valle d’Aosta, un piccolo scrigno tutto da scoprire! Seguite i miei consigli per conoscere le curiosità e le meraviglie custodite tra le montagne più alte d’Europa. Siete pronti a partire?

Rispondi