Roma, un’eterna sorpresa – L’Obelisco del Quirinale: quando un solo monumento racchiude molti secoli

Davanti al celeberrimo Palazzo del Quirinale, oggi sede ufficiale del Presidente della Repubblica Italiana, vi è un monumento molto interessante perché, nelle sue parti, abbraccia praticamente tutta la peculiare e lunga storia di Roma. Sto parlando dell’obelisco, poggiante su un basamento con iscrizione ed affiancato da due magnifici gruppi scultorei. E sta proprio qui la peculiarità di cui parlavo prima, ciò che rende Roma la vera Città Eterna: ogni singolo elemento di tale monumento appartiene ad epoche, stili e culture differenti.
Partiamo dall’obelisco, un enorme blocco di granito alto circa 15 metri (29 metri se consideriamo anche i basamenti sottostanti) il quale, chiaramente, è frutto dell’arte e della religione dell’antico Egitto. A Roma ci sono, in tutto, ben 13 obelischi e la maggior parte di essi furono trasportati e spostati dagli antichi Romani qui, nella capitale dell’Impero. Il motivo? Semplicemente un obelisco divenne un gigantesco trofeo di guerra, un modo per sottolineare come Roma sia riuscita a sottomettere, ufficialmente dal I secolo a.C., la gloriosa e storica civiltà egiziana. In questo caso l’obelisco in questione fu spostato proprio da Augusto, primo imperatore di Roma, con il quale il dominio romano ebbe ufficialmente inizio. Ma c’è dell’altro… 
Affiancati all’obelisco abbiam due gruppi scultorei raffiguranti prodi e fieri guerrieri, con il braccio sinistro alzato quasi in segno di vittoria. I cavalli rampanti vicini a loro aumentano, notevolmente, la sensazione di forza e trionfo che traspare dai due, bellissimi, giovani che sono mostrati in nudità eroica. Ebbene, i due in questione non sono altro che Castore e Polluce, due figure appartenenti alla mitologia greco – romana, molto amati, in particolare, nella Roma antica. Per l’Urbe Castore e Polluce sono dei guerrieri ma, soprattutto, degli eroi che hanno aiutato la Città Eterna in più di un’occasione. Le sculture sono di epoca romana (attorno al II – III secolo d.C.), e sono delle copie di originali greci, probabilmente ed originariamente realizzati da Prassitele o Fidia. Ma non finisce qui…
Arriviamo all’ultimo elemento del monumento: il basamento. Perché soffermarci su un qualcosa che, apparentemente, non ha molta importanza? Perché spesso per comprendere il significato di monumenti e manufatti è bene leggere le iscrizioni che, spesso e volentieri a Roma, li adornano. In questo caso leggiamo, alla prima riga, il nome di un pontefice: Pio VII. Costui fu il primo Papa dell’Ottocento, che molto penò a causa di Napoleone e della presa di Roma da parte dei Francesi. A parte questo, però, il suo nome è ricordato nell’iscrizione perché fu lui, infatti, a commissionare all’architetto Raffaele Stern l’impostazione del nuovo monumento. Per abbellire lo storico colle Quirinale, e per omaggiare quel palazzo che, un tempo, era la residenza estiva dei Papi, nel 1818 Pio VII chiese allo Stern di fare qualcosa. Ebbene sarà lui, grazie ai consigli papali, a realizzare questo magnifico esempio di come Roma abbia una grandiosa storia alle spalle. In un solo spazio, in un solo monumento, abbiamo elementi di differenti epoche: dall’obelisco di fattura egizia ai Dioscuri (Castore e Polluce), di estrazione romana. Fino ad arrivare al basamento ottocentesco in cui vediamo il nome del Papa che, secoli dopo la loro realizzazione, nobilitò nuovamente due simboli di due culture differenti: egiziana e romana.

L’Obelisco del Quirinale – Roma

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