Roma, un’eterna sorpresa – Prospettive a Villa Farnesina

A Trastevere, lo storico rione di Roma, sorge uno degli esempi più fulgidi dell’architettura rinascimentale, in particolare quella applicata a uomini facoltosi che vollero costruire le loro ville suburbane al di fuori del centro cittadino.

In questo caso Villa Farnesina è un esempio perfetto in quanto il suo più celebre padrone di casa fu Agostino Chigi, banchiere nonché uno degli uomini più ricchi d’Europa agli inizi del Cinquecento, che qui a Roma volle realizzare, nei pressi del Tevere, una delle sue dimora, forse la migliore di tutte. Il primo piano presenta numerose affreschi, a carattere mitologico soprattutto, realizzati da Raffaello e dalla sua cerchia.

Un affresco di Raffaello a Villa Farnesina

E’ invece il secondo piano che ci fa immergere in un’altra realtà grazie alla maestria di Baldassarre Peruzzi, architetto che inizialmente progettò la villa e fautore delle magnifiche pitture del piano nobile dell’edificio. Una serie di affreschi che ci mostrano qualcosa che non c’è…
Baldassarre Peruzzi fu un grande artista, architetto e pittore in particolare, con il quale è possibile comprendere al meglio alcuni aspetti del Rinascimento, oltre che il gusto artistico dell’epoca.

Vediamo ad esempio la serie di figure a carattere mitologico, divinità romane e greche, che corrono lungo tutte le mura della grande sala del piano nobile in un affresco che divide il soffitto dalle mura perimetrali. Ecco, loro sono le vere protagoniste, poiché sarebbe davvero bello potersi affacciare dalla balaustra in marmo lì visibile, passando attraverso le colonne in marmo godendosi un poco di aria fresca.

Peccato che sia tutta un’illusione! Questo è uno straordinario esempio di prospettiva, che in parole povere può essere considerata come la realizzazione della terza dimensione laddove ve ne sono solo due, come ad esempio per un muro.

Un senso di profondità realizzato per mezzo di scelte cromatiche e non solo: le colonne di marmo rosso con i capitelli dorati, le mura di marmo verde così come la balaustra, anch’essa marmorea, sono solo dipinte ed illusorie. Così come le nicchie al cui interno vediamo busti e sculture di epoca romana, anch’esse solo affrescate.

La Sala delle Prospettive a Villa Farnesina

L’intera sala, dunque, ha nella prospettiva il suo punto forte, una prospettiva rafforzata dalla presenza di una continuità tra le mura perimetrali ed il pavimento.
Guardando quest’ultimo, infatti, vi accorgerete che esso è decorato con elementi quadrati rossi e verdi; ebbene, provate a seguirli sino al muro, e ammirerete di come il finto pavimento dipinto su quest’ultimo segue precisamente l’alternanza cromatica dei riquadri rossi e verdi. Le sorprese, però, non finiscono qui…

Ci sono un altro paio di interessanti spunti che riguardano questo salone, ed uno in particolare ha a che fare con ciò che effettivamente è raffigurato sulle mura. Non solo elementi architettonici, infatti, ma se notate bene oltre la balaustra dipinta vi è un paesaggio urbano: case, edifici vari, chiese e ponti.

Questo non è altro che Roma, l’Urbe del Cinquecento come doveva essere vista da Agostino Chigi, il padrone di casa, ed i suoi facoltosi ospiti, una Roma dipinta che, probabilmente, è verosimile rispetto a quella dell’epoca. Infatti gli scorci urbani sembrano orientarsi perfettamente con ciò che doveva esserci in quella direzione, tanto che sulla destra, ad esempio, vediamo nettamente il Colosseo ed un acquedotto romano che effettivamente sorge lì vicino.

Più o meno in quella direzione, anche se da Villa Farnesina non si possono vedere, sorgono appunto i due edifici di epoca romana. Sul muro che separa, invece, il salone dall’altra stanza c’è un altro interessante particolare: la città, infatti, è raffigurata nel bel mezzo di una alluvione! Oltre la balaustra notiamo distintamente l’acqua che sovrasta alcuni edifici, coprendone altri per un’altezza considerevole.

Questa prospettiva, sebbene sia solo una finzione pittorica, narra invece di una tragica realtà molto ricorrente soprattutto nel Rinascimento e nel Cinquecento, quando Roma fu vittima di numerose, e disastrose, alluvioni.

Ma c’è un’altra piccola ma interessante sorpresa da scoprire, poiché sempre ed in particolare sull’ultimo muro descritto si notano distintamente dei graffiti. Da dove provengono? Essi furono lasciati dai Lanzichenecchi, i mercenari germanici e spagnoli al soldo di Carlo V, imperatore del Sacro Romano Impero, che nel 1527 per suo ordine saccheggiarono Roma, mettendola a ferro e fuoco per quasi un anno. Un momento terribile per l’Urbe, una parentesi orribile visibile nei graffiti lasciati in questo salone della Villa Farnesina a Trastevere, la quale nonostante la sua bellezza (e forse proprio per quella), fu preda della furia di questi mercenari…


Chi sono io? Mi chiamo Gianluca e sono una guida turistica ufficiale di Roma. Il motivo di questa scelta? La mia passione per una città incredibile come Roma! Per questo il mio percorso di studi e le materie che più amo, come storia dell’arte o archeologia, hanno come unico scopo quello di approfondire la conoscenza di questa città. Volete farlo anche voi? Per saperne di più, su me e Roma, CLICCA QUI!
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