Itinerario in fuoristrada verso una Ziggurat in Sardegna

I percorsi in off road percorribili in fuoristrada da Oristano a Porto Torres, in Sardegna, sono davvero vasti e i siti d’interesse storico-archeologici e naturalistici offrono una grande varietà di attrazioni da scoprire e visitare.

Nei precedenti articoli abbiamo visitato “La valle dei Nuraghi”, percorrendo in fuoristrada percorsi alternativi in strade bianche ma anche direttamente per strade statali asfaltate. Questa volta, invece, vi porterò alla scoprta di una piramide! Cosa? Direte voi…

Il sito di Monte d’Accoddi o lo Ziggurat in Sardegna del monte d’Accoddi  in provincia di Sassari, si rivela uno dei più straordinari e misteriosi dell’archeologia moderna in Sardegna ed in Europa. Ho ascoltato la guida per circa 40 minuti e devo dire che ha descritto molto bene la sua storia in maniera professionale e coinvolgente. Dopo il suo intervento siamo andati a visitare lo Ziggurat in ogni sua parte e devo dire che sono rimasto davvero colpito.

Una Ziggurat in Sardegna?

A poca distanza da Porto Torres, in provincia di Sassari, nella Sardegna Nord-occidentale, sorge una struttura piramidale a forma di Ziggurat, chiamata Altare Preistorico o megalitico di Monte D’Accoddi, unica nel suo genere in Europa. Per le forme e le misure viene da sempre paragonata ad una ziqqurato piramide a gradoni babilonese. È composta da dei grandi gradoni ed una grande rampa frontale per l’accesso alla parte più elevata della struttura. L’intera area archeologica, di decine chilometri quadrati, presenta architetture megalitiche dello stesso periodo. La piramide di monte d’Accoddi e tutto il resto del complesso è di età preistorica, risalente almeno al IV millennio a.C., pre-nuragico ed è formato da una serie di strutture di cui esistono tracce nei dintorni del grande altare.

Negli anni ’50, iniziarono gli scavi grazie al sostegno e ai finanziamenti dall’allora Senatore Antonio Segni che andando a caccia in quelle zone, notò dei reperti che secondo lui potevano essere interessanti sopra una collinetta che non poteva essere naturale. Dopo tante fatiche e molti tentativi emerse il grande megalite di Monte D’Accoddi a tronco di piramide, circa 27 m. di lato e 5 di altezza, che nella forma originale era sormontato da un enorme altare su cui si praticavano dei sacrifici. Durante i lavori sono emersi delle pareti intonacate e dipinte di colore rosso, Ocra. Nel corso della sua storia la piramide fu a più riprese abbandonata e ricostruita: intorno al III millennio a. C. e la struttura fu ricoperta da un’altra, con grossi massi lavorati di calcare che le diedero la forma a noi nota.

Come è stata costruita?

Questa struttura è stata costruita sopra un villaggio, usando le pietre del posto e dando una forma quadra. La muratura si eleva di circa 4 metri. Dopo di che il tutto venne intonacato e colorata di Rosso Ocra. Questo è il “Tempio Rosso”. Dopo di che ci fu l’elevazione di quella che vediamo nei nostri giorni, all’interno del perimetro, durante la costruzione, hanno creato un intreccio di casse-formi in pietra dove all’interno di essi sono stati inseriti gli scarti della pietra lavorata, tutto per fare drenare l’acqua piovana. Che dire…Una tecnologia che ancora adesso usiamo nell’edilizia, un passo dell’evoluzione del sito religioso che non ha precedenti in nessun altro posto d’Europa.

Studi recenti e teorie

Nonostante lo scetticismo, un gruppo di scienziati guidati dal ben conosciuto prof. Giulio Magli, fisico, matematico e archeo-astronomo al Politecnico di Milano, ha indagato le misure e l’orientamento della piramide, trovando delle similitudini con le costruzioni egizie e Maya. I risultati di queste teorie sono stati pubblicati nel prestigioso Mediterranean Archaeology & Archaeometry segnando una linea immaginaria dall’altopiano della piramide con la sommità del menhir è possibile tracciare il punto all’orizzonte dove si può vedere Luna, Sole, e Venere, gli unici tre astri che non risentono della Precessione degli equinozi.

L’ipotesi dell’astrofilo Eugenio Muroni è affascinante e dice che l’altare di Monte D’Accoddi sarebbe stato orientato verso la costellazione della Croce del Sud, ora non più visibile a causa della precessione degli equinozi. Cinquemila anni fa la Croce del Sud era visibile a queste latitudini e la teoria sembra aver riscontro dal fatto che una stele a nord del monumento presenta una Dea Madre a forma di croce, senza avere le solite forme umane. Camminare sulla piramide dà un senso di potenza, dal fatto che si vede tutta la piana circostante, dà una sensazione di trovarsi su qualcosa di unico ma che fondamentalmente non sappiamo ancora nulla di questa civiltà che ha costruito un manufatto tanto semplice ma complesso allo stesso tempo in ogni sua parte.

Il famoso uovo o L’Omphalos, la grande pietra tonda, visibile ai piedi della rampa della piramide stessa.

L’Omphalos o l’uovo del dinosauro?

Nei dintorni della Piramide vi sono delle strutture molto interessanti: il famoso uovo o L’Omphalos, la grande pietra tonda. Questa è visibile ai piedi della rampa della piramide stessa, ed è stata portata nella sua odierna e originaria posizione vari anni fa; fu ritrovata nel campo vicino dove ancora giacciono elementi megalitici che non sono stati sufficientemente studiati e analizzati.

Durante il trasporto la pietra si è spezzata e oggi è possibile osservare l’ampia frattura. Nelle vicinanze c’è un’altra pietra tonda simile ma di dimensioni minori; entrambe sarebbero un tentativo di un centro di contatto tra il divino e la terra, abitata dagli uomini, dove gli dèi possono interagire con i loro seguaci. Ma purtroppo, non sono io a dirlo ma ricercatori e studiosi della storia antica, questo ombelico o cordone ombelicale della terra con gli uomini è stato reciso in età remota.

L’altare sacrificale

Un’altra struttura a est della piramide è il cosiddetto altare sacrificale o dolmen, formato da una lastra di calcare di tre metri circa che poggia su delle pietre di sostegno. Qui venivano fatti dei riti sacrificali uccidendo degli animali destinati come offerte agli dèi. I fori sembrano proprio costruiti con lo scopo di legare l’animale, ed il sangue che defluiva lungo lo scavo nella pietra per poi convogliarsi tutto nella camera sottostante. I fori sono sette, che potrebbero indicare sia un riferimento astronomico all’ammasso stellare aperto delle Pleiadi, che si ritrova in numerose lastre simili in tutta Italia, soprattutto in Valle d’Aosta, sia come riferimento alla numerologia sacra tipica di queste antiche civiltà.

L’altare sacrificale o dolmen, formato da un lastra di calcare di tre metri circa che poggia su delle pietre di sostegno situato al lato della rampa

Il menhir

Il menhir di notevoli dimensioni, si erige nel lato sud-est della rampa che accede allo ziggurat. È una grossa pietra di calcare alta 4,5 mt e la parte interrata è di circa 2,5 mt, in totale 7 mt di Menhir, uno dei più grandi della Sardegna. Sagomato e squadrato con una forma simile a tutti gli altri menhir della Sardegna, questo arriva ad un peso di quasi 6 tonnellate.

Menir di 7 mt di altezza, uno dei più grandi dell’isola

Migliaia di conchiglie

A pochi metri dalla piramide, si possono tuttora trovare delle piccole conchiglie biancastre che tradizionalmente venivano offerte, per i riti religiosi. La presenza di queste lo si può capire anche dalla vicinanza del mare, che migliaia di anni fa, sicuramente era notevolmente più a portata dei villaggi circostanti.

Orari e info utili

L’altare prenuragico di Monte d’Accoddi può essere raggiunto molto facilmente e si trova sulla Ex SS 131 Sassari – Porto Torres – Km 222. Gli orari per andare a visitare il sito sono dal martedì al sabato dalle 9.00 alle 19.00. Mentre di domenica mattina dalle 9.00 alle 14.00. Il lunedì e festivi è chiuso. Il costo del biglietto è di:
Biglietto intero euro 4,00 – Biglietto ridotto euro 3,00 – Scolaresche Euro 2,50

Andiamo tutti assieme?

Possiamo organizzarci per percorrere insieme dei tracciati in off road, con i vostri fuoristrada. Passeremo delle giornate fantastiche di due o più giorni, dormendo sotto le stelle, scopriremo la storia di queste fantastiche popolazioni, prima di vedere una struttura unica nel suo genere! Vi aspetto!


Mi chiamo Massimo, e gli amici mi chiamano ORSO, sono nato a Milano e mi sono trasferito in Sardegna 25 anni fa. Diplomato come Tecnico Geometra, ed esperto in “Promozione Turistica attraverso i Media Digitali”, nel tempo libero mi piace percorrere strade bianche con il mio 4×4, per raggiungere località e mete poco conosciute. Il Tracking è una delle attività che fanno parte della giornata. ProviamoaViaggiare.it è un blog che vuole descrivere punti d’interesse che siano di argomento archeologico, naturale o paesi che hanno qualcosa da raccontare, la cultura, le sfumature e i misteri di questa grande Isola. Tutto questo è nato per gioco, ma dopo, con qualche consiglio e molti corsi professionali, ha preso un’indicazione ben precisa: far conoscere la Sardegna al mondo, perché a conti fatti, pochi conoscono questa grande isola. Come dico sempre a tutti la Sardegna non è solo mare, ma tanto altro!
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